📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎

30 giugno 2025

Il Colore Del Potere

di Daniel Sempere

Il malcapitato Trump, il candidato che ha basato la sua campagna elettorale sulla fine dei conflitti e delle ostilità nel mondo, si ritrova prigioniero, suo malgrado, dei signori della guerra, ostaggio di guerrafondai spietati cui non importa nulla dei danni collaterali o di un eventuale Armageddon.
La guerra non si combatte solo sul fronte ucraino o palestinese, è una guerra aperta che contrappone il New World Order contro il resto del mondo.
Il sionismo globale ha ottenuto la guerra che voleva e probabilmente la vincerà sul terreno dello scontro militare, ma alla fine soccomberà.
Chi è convinto che, battendo il governo sciita dell'ayatollah Khamenei, tornerà la pace è un illuso.
Perché il desiderio di morte per arabi, musulmani e persiani si ritorcerà presto contro l'Occidente, con tutta la rabbia possibile.
Molte nazioni inorridiscono di fronte alla minaccia americana e israeliana contro l'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran.
Falsare i risultati elettorali dei Paesi aderenti alla NATO o mettere a nudo l’inadeguatezza del regime iraniano non può esimere la coalizione Occidentale da responsabilità oggettive nell’interferire politicamente (Romania, Moldavia, Slovacchia, Georgia…) e militarmente (Ucraina, Yemen, Palestina, Iran) in Paesi non allineati.
Vivremo un effetto domino devastante.
Il radicalismo aumenterà negli Stati Uniti, in Europa, in Medio Oriente e si espanderà fino all’Oceania.
Vedremo l’orgoglio sciita e musulmano scatenare rivolte nelle nostre città, voleranno droni e razzi, al minimo incidente verranno bruciate auto, devastati negozi.
I suprematisti bianchi, quelli convinti che valga la pena sostenere la guerra per la supremazia nucleare di Israele, rimuoveranno libertà consolidate in favore di una sorveglianza preventiva.
Vivremo scontri serrati e ipocriti tra Repubblicani e Democratici, tra Progressisti e Conservatori.
Cina e Russia resteranno a guardare, non dovranno nemmeno combattere per raccogliere i cocci di quello che rimarrà dell’Occidente.
Questa “folle e progettuale” divisione tra Occidente e resto del mondo porterà con sé conseguenze disastrose per noi comuni mortali.
Non è la religione, non è il colore della pelle o il colore politico a renderci differenti… è il colore del potere e del denaro che fa la differenza.
Probabilmente la questione etnica, razziale e religiosa è superata, ma quella che l’ha sostituita è più subdola e pericolosa...


26 giugno 2025

“Unseen”

di Daniel Sempere

Sono di umore nero, lo ammetto...
Mi cadono le braccia (come scrivevo su X un paio di giorni or sono), leggendo le mille idiozie sui presunti buoni e cattivi che ci stanno trascinando verso una terza guerra mondiale.
"Basterebbe un attimo" per capire quanto siamo ipocriti quando deploriamo istericamente la guerra e nel contempo sosteniamo le politiche e gli affari dei peggiori guerrafondai.
Come!?

Indirettamente, perché potremmo salvare vite umane intaccando i profitti dei bellicisti più incalliti, e invece facciamo la guerra a Bezos, alla Nike, alla Nokia, a McDonald's, alla Levis.

Potremmo iniziare  ribellandoci ai media mainstream di X, Facebook, Tok Tok, Instagram, ChapGPT, bannando degli inutili influencer e  degli  improvvisati arruffapopolo...

Potremmo ignorare giornalisti, opinionisti, politici, artisti e pseudo comici assunti per supportare vaccini, green pass, strumenti di sorveglianza, immigrazione e riarmo.

Potremmo, ma è difficile, perché dovremmo rinunciare a sentirci protagonisti sui social, dovremmo fare un uso migliore di internet, dei tablet, degli smartphone, dei PC e della  TV soprattutto!

Dovremmo concentrarci su temi più importanti e decisivi, che ci dovrebbero vedere uniti e compatti nel combattere lo stesso nemico.

Potremmo limitare tutte quelle inutili interazioni con il mondo virtuale, che sembrano regalarti visibilità ed emozioni, ma che in realtà ti conducono al pensiero biunivoco,  non in senso politico (bada bene), ma obbligandoti a schierarti sinotticamente da una parte o dall’altra, perché tutte le guerre nascono da una contrapposizione ben definita di interessi, di forze, di ruoli e di opinioni.

Dovessimo più semplicemente scegliere tra guerra SI’ o guerra NO, dovendo decidere all’istante se indossare una divisa e lasciare la nostra comfort zone (i nostri affetti, i nostri beni, le nostre abitudini), saremmo ancora disposti ad abbandonare tutto per combattere una guerra non nostra?

Ovviamente NO, preferiamo condurre la nostra personalissima guerra sui social, nei talk-show, in ufficio, nelle aule scolastiche, nei tribunali, tra gli scranni di un Parlamento.

Nessuno che si fermi per un attimo a chiedersi:

“Perché cazzo aumentano i prezzi del carburante, degli alimenti, dell’energia, dei beni di prima necessità, dei libri scolastici, delle tasse?

CHI ci sta prendendo per i fondelli, CHI ci sta rendendo la vita difficile, propinandoci ogni genere di idiozia, spacciando carri allegorici di "esseri umani seminudi e sculettanti" come manifesto dell’emancipazione e del benessere?"

Nel vortice di questo colpevole silenzio, il declino del nostro mondo pare inevitabile. Aumentano la criminalità, la violenza verbale e fisica, fantapolitici  si aggirano nelle aule parlamentari travestiti da fantasma, supporter dell’illegalità  sgomitano in cerca di voti e mandati elettorali per sfuggire alla legge o per ottenere i privilegi.

Tutti sperano di cambiare qualcosa con il prossimo voto,  dimenticando gli illusori effetti  commutativi della politica.

(Cambiando l'ordine degli addendi e dei fattori...)

Condividere la verità è diventato sempre più difficile,  anche quelli che ci provano si fanno la guerra, una guerra di contenuti, di sfumature, di follower, di prestigio e chissà cos’altro!

L'ho scritto io, l'hai scritto tu... facciamo rete? 

Macchè, ognun per sè, sperando di brillare più dell'altro, fottendosene dell'obiettivo.

Per fortuna esistono ancora anime vive, capaci di resistere alla “dose giornaliera” di  menzogne e inganni.

È il popolo degli "unseen", quello che non segue il copione dettato dai signori del lucro, del protagonismo  e della guerra.

Tutti noi abbiamo il potenziale per essere dei formidabili "unseen", degli angeli vendicatori, ma dovremmo imparare a combattere il sistema, perché non puoi delegare altri a combatterlo per te.

Tanto per cominciare, impariamo a riconoscere i servi del sistema, i loro patrocinanti e i loro padroni.

Evitiamo di confluire nella mischia psicotica del noi contro voi.

Chi pretende di  essere depositario della verità assoluta  non lo è quasi mai…
...🤔
Se vuoi davvero la GUERRA non limitarti a promuoverla, unisciti al copioso numero di combattenti e assassini per procura che popolano il mondo dei social e dell’informazione, ma... 
se non vuoi la GUERRA, combatti il sistema dando voce a chi condivide un'informazione libera e indipendente… 


23 giugno 2025

Il Governo Ombra

di Daniel Sempere 

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento preoccupante dell'attivismo politico-giudiziario da parte dei giudici distrettuali. 
Questo fenomeno sta ostacolando non solo la volontà popolare, ma la stessa autorità costituzionale della Presidente del Consiglio nel far rispettare politiche migratorie. 
Le ingiunzioni emesse da giudici attivisti, spesso influenzati da correnti politiche di sinistra filo-europeiste, sembrano mirare a delegittimare  il Governo,  sfidando il potere legislativo del Parlamento. 
La situazione è ulteriormente aggravata da centinaia di migliaia di immigrati clandestini che affluiscono nel Paese a causa delle politiche permissive approvate  dal Parlamento Europeo e retoricamente condivise dal nostro Presidente della Repubblica. 
In questo sconnesso terreno di scontro, la magistratura, fortemente legata alle forze politiche di opposizione, si sente legittimata a interferire nelle scelte politiche del Governo, generando una pericolosa anomalia, che trasforma i poteri legislativo ed esecutivo in ostaggio del potere giudiziario. 
Questa ingerenza rappresenta un'arma "potenzialmente eversiva", capace di minare le delibere parlamentari e, con esse, la democrazia stessa.
Le sentenze pronunciate da magistrati "pro-immigrazione", basate su interpretazioni tecniche degli statuti, ignorano deliberatamente l’autorità del Presidente del Consiglio e del Governo. 
Non fanno distinzione tra immigrati, richiedenti asilo e clandestini, creando confusione  in un campo delicato e controverso come quello dell’immigrazione. 
Questa tendenza all'interferenza giudiziaria non è una novità storica; in passato, figure del calibro di Berlusconi e Salvini hanno subìto lo stesso trattamento, vedendosi bloccare manovre e misure coerenti con il mandato elettorale. 
Siamo di fronte a un pericoloso ostacolo normativo: giudici attivisti emettono ingiunzioni e avvisi di garanzia per fermare qualsiasi iniziativa contraria al loro credo ideologico.
L'esistenza di un Governo ombra, sostenuto da una magistratura politicizzata, mina la fiducia nell'intero sistema giudiziario. 
In questo contesto, ci si aspetterebbe che il Presidente della Repubblica agisse come garante ed equilibratore, ma la realtà mostra una sua scarsa efficacia nel contenere l’attivismo giudiziario, permettendo a questi "agenti attivisti" di modificare l'agenda politica del Paese. 
Il risultato è un'inevitabile paralisi dell'esecutivo in un momento storico in cui la popolazione esige misure urgenti in tema di sicurezza e immigrazione.
A fronte di una crescente emergenza internazionale, il consenso popolare propenderebbe per regole più severe riguardanti l'immigrazione e la sicurezza. 
È tempo che il nostro Presidente della Repubblica prenda atto di questa realtà, rappresentando realmente la voce del popolo italiano e promuovendo un accordo bipartisan tra le forze politiche. 
Non può un Governo ombra, frutto di un'attività giudiziaria politicizzata, determinare le scelte di un Governo legittimo che opera nel rispetto della Costituzione e delle istanze collettive.
È forse giunto il momento di riconsiderare le modalità di nomina dei giudici e la separazione delle carriere...
(Giovanni Falcone sosteneva a tal proposito: <La separazione delle carriere è conseguenza logica del nuovo processo penale di carattere accusatorio>)
...per garantire l'imparzialità e l'indipendenza della magistratura. 
Solo attraverso un'adeguata riforma possiamo sperare di riportare equilibrio tra i diversi poteri dello Stato e dare finalmente risposte coerenti a un popolo che ha democraticamente eletto i suoi rappresentanti, offrendo loro un mandato.
Poniamo fine a questo organismo parallelo di stampo comunista o, se preferite, di stampo nazi€uropeista, la cui agenda mondialista è dettata da un insano progetto di riconfigurazione antropologica, economica, ambientale ed esistenziale, con cui vorrebbe ingabbiare il mondo e la democrazia.


19 giugno 2025

 Che Fine Farà l’ €uropa?

 di Daniel Sempere

Uno sguardo critico sull’Europa di oggi mette in luce una realtà complessa e inquietante. Stati Uniti ed Europa, pur condividendo un impegno per il liberalismo classico e la democrazia, sembrano essersi allontanati su questioni fondamentali che riguardano l'individualità e la collettività. 
Gli Stati Uniti enfatizzano la ricchezza materiale e le opportunità personali, mentre l'Europa, storicamente distintasi per un approccio più collettivo, è volta alla salute della comunità e all'appartenenza. 
Ma è tutto vero?
La retorica, che dipinge gli europei come custodi di valori nobili e altruisti, si scontra con la dura realtà delle nostre città. 
Politiche fiscali e sociali, per quanto lodevoli, vengono compromesse da amministrazioni irresponsabili che, per inseguire gli obiettivi della green-economy, della woke e della "cancel culture”, finiscono col  danneggiare il nostro prezioso patrimonio culturale. 
La recente apparizione dell'orribile scultura della ragazza d’oro, in Piazza Signoria a Firenze, non è solo un affronto estetico, è il simbolo di una cultura che pare aver smarrito il proprio senso di identità e bellezza.
A Milano, il pavé storico viene sostituito da un orribile asfalto viola, il colore simbolo della transizione, della metamorfosi e  del  cambiamento climatico, in virtù del quale si impongono   limiti di velocità insostenibili, che  ignorano deliberatamente la realtà quotidiana di chi vive e lavora.
Roma, capitale d'Italia, soffre di una cronica inefficienza e di un  degrado senza pari.
Rifiuti abbandonati al margine delle strade e  cantieri aperti sono ormai parte integrante dell'architettura urbana.
La presenza di illegalità, che si espande come un cancro nel cuore delle nostre città, è alimentata da un sistema politico che appare sempre più distante dalla cittadinanza.
Non sorprende che le città più insicure, come Roma e Milano, siano guidate da sindaci del Partito Democratico.
Sono realtà metropolitane dove sopravvive una sinergia clientelare tra politica e illegalità. 
Bologna, Torino e Napoli non fanno altro che confermare questo triste primato, trasformando centri storici, un tempo fiorenti, in culle della microcriminalità e del degrado sociale.
La decadenza e lo scempio in cui sono destinate a convivere queste realtà urbane, sono il frutto di una gestione scellerata, imposta dalle sinistre €uropeiste sui temi dell'immigrazione, della depenalizzazione dei reati e dell'accoglienza.
Un'emergenza, quest'ultima, cui molti governi europei stanno tentando di porre rimedio, proteggendo le frontiere e iniziando a considerare il rimpatrio dei soggetti indesiderati, in quanto pericolosi.                   
L'impianto ideologico su cui poggia l'Unione Europea, rischia di implodere.
Le deliranti ideologie della cancel-culture, ambientaliste e di genere, stanno distruggendo la credibilità di questa Unione. 
A nulla serviranno gli strumenti di controllo giuridico, economico e digitale adottati da Bruxelles per ristabilire la propria  leadership; sembrano i goffi e disperati tentativi di chi intende mantenere il potere in assenza di strategie e soluzioni dei problemi.
Il tentativo referendario di ridurre i tempi per il  riconoscimento della Cittadinanza italiana (autentico cavallo di Troia per favorire un'immigrazione sempre più  massiccia), e l’Agenda-2030, con i suoi macro obiettivi, ben rappresentano le reali intenzioni della sinistra €uropeista: un progetto fortemente destrutturante delle autonomie nazionali, in grado di interferire nei risultati elettorali dei suoi stessi Paesi membri, ricorrendo a minacce, esclusioni, ritorsioni e ricatti di ogni genere.
Lo slogan pomposamente lanciato dal partito di Davos in un video-spot durante un convegno del WEF:
Nel 2030 non avrai nulla e sarai felice
risuona come un monito, una sorta di diktat mascherato in prospettiva utopica.
È giunto il momento di riconoscere che questa Unione Europea è l’ombra di ciò che avrebbe dovuto essere...
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E' un  progetto imbevuto di ideologie, il cui unico scopo è l’autoconservazione.
La sinistra €uroinomane si specchi nella realtà,, partendo da quella insopportabile smania di essere protagonista anche quando è in minoranza, di dettare le regole, di garantire posti e  classi dirigenti, di conservare il proprio status e i propri privilegi. 
Basterà sventolare bandiere identitarie, sculettare e canticchiare"Bella ciao" o aggrapparsi al comune equivoco del "pericolo fascista", per chiamare a raccolta un elettorato sempre più €uroscettico e diffidente? 
Siamo di fronte a un’impalcatura traballante, che minaccia la nostra democrazia, la nostra sovranità e sicurezza. 
Abbandoniamo l’idea di sostenere una federazione sempre più €urocentrica... 
...è possibile, e necessario, prendere distanze da imposizioni dirigiste che provengono da una componente corrotta e nemica della democrazia e dell' autodeterminazione." (C.G.)
Non siamo più soli; molti partner europei, consapevoli e patrioti, condividono questa visione. 
È tempo di scelte cara Presidente del Consiglio, scelte  coraggiose e decisive per il futuro benessere dell’Europa e dei nostri figli.

 

16 giugno 2025

L'Arte Divisiva della Politica... 

di Daniel sempere

Israele, pur non potendo essere etichettato come un impero tradizionale, agisce al di fuori delle conseguenze dei propri atti aggressivi contro Palestina, Libano, Siria e Iran, beneficiando di una sorta di immotivata impunità internazionale.
La sua crescente influenza e coinvolgimento in Africa rappresentano un altro passaggio strategico per allinearsi agli interessi americani e britannici.
È cruciale fare questa distinzione: non si tratta di un complotto ebraico globale, ma della strumentalizzazione dello Stato israeliano da parte di potenze occidentali che cercano di mantenere il loro controllo geopolitico.
Il bigottismo, purtroppo, continua a prosperare, alimentato da una narrazione che confonde l’antisemitismo con una  condanna più che legittima alle politiche israeliane perpetrate da Netanyahu.
La verità sarà sempre offuscata da chi non è disposto a riconoscere il diritto alla dignità e all'esistenza del popolo palestinese (ironicamente tra i più semiti di tutti), quanto di quello israeliano.
La critica al sionismo emerge come risposta legittima, non come  attacco all’intero popolo di Israele, ma contro quell'ideologia politica e militare che ha preferito risolvere la delicata questione palestinese con le guerre, anziché con la diplomazia, a partire dal riconoscimento dello stato della Palestina
Sappiamo che gli Stati Uniti si sentono in diritto di rovesciare governi non allineati ai loro interessi, come dimostrano i recenti eventi in Medio Oriente, ma non sono soli… il ruolo ambiguo della Gran Bretagna, che cerca di mantenere una presenza influente attraverso alleanze strategiche, aggiunge un’altra discriminante.
La separazione tra sunniti e sciiti, frutto dell'eredità coloniale, ha creato tensioni che continuano a deflagrare in conflitti sanguinosi.
Ma come giustificare azioni terroristiche e genocidi senza scatenare un'indignazione compatta e universale?
Semplice, basta contrapporre  il sionismo e l'Islam in uno scontro ideologico tra fedi e culture, contando sul fatto che la religione è quanto di più ipocrita e manicheo.
Le élite al potere, spesso sostenute da potenze esterne, ignorano la voglia di pace delle masse, anteponendo i loro interessi personali, specialmente quando si tratta di risorse preziose "come il petrolio".
Il sospetto che la democrazia e la verità possano essere comprate è, ahimè, assai verosimile; anche i giornalisti più accreditati rischiano di essere strumentalizzati e di servire i media mainstream, distorcendo la narrazione a favore di chi esercita il potere.
La situazione attuale è aggravata dal nazionalismo artificioso che viene alimentato ad arte per distrarre e manipolare le masse.
L'esempio di Netanyahu, che alimenta e sfrutta i conflitti per deviare l'attenzione dalle sue personali questioni legali, è l’emblema di come il sistema sappia premiare l'inganno e il condizionamento mediatico.
In un contesto di disperazione, condividere immagini tragiche sui social media diventa un atto paradossale: si amplifica il dolore, ma senza dar sèguito ad alcuna azione politica o diplomatica significativa.
Lo sdegno, per quanto unanime, non è la soluzione. 
In questo scenario, assistiamo come comparse al "suicidio" della verità, traguardo volutamente inaccessibile a noi poveri idioti.
Riconoscere l'inganno e l'ipocrisia che circondano queste dinamiche è fondamentale per “avvicinarci” alla verità.
Solo così potremo liberarci dalla nebbia tossica che avvolge il mondo dell’informazione...  e risalire all'origine dei conflitti.


12 giugno 2025

Los Angeles: Prove generali delle follie comuniste e anarchiche

di Daniel Sempere 

Le recenti rivolte anti-ICE di Los Angeles 
(l'agenzia del Department of Homeland Security con
il compito di rafforzare i controlli interni sull'immigrazione e prevenire minacce alla sicurezza nazionale)non sono solo un episodio isolato, ma un atto simbolico delle tensioni crescenti tra le aspirazioni radicali e l'ordine pubblico. 
Sfruttando la paura e il malcontento, i gruppi socialisti radicali e le organizzazioni per i diritti degli immigrati si sono trasformati in attori chiave nel fomentare disordini, diffondendo narrazioni antigovernative. 
Il loro scopo sembra chiaro: creare caos, minare il dibattito civile e sfidare i fondamenti della  Costituzione.
Durante gli eventi scatenati dal 6 all'8 giugno 2025, Los Angeles si è ritrovata immersa nel caos. 
Le proteste contro le misure dell'ICE, preposte a garantire la sicurezza nazionale, sono rapidamente degenerate in violenti scontri. 
L'indagine sulle persone arrestate ha rivelato una realtà inquietante: tra i fermati vi era un significativo numero di criminali comuni e membri di bande, suggerendo come dietro queste manifestazioni si nascondano non solo ideologie politiche, ma anche interessi criminali.
La domanda fondamentale è: con quale coraggio queste organizzazioni radicali osano confrontarsi con le forze dell'ordine? 
Considerano la protezione degli interessi illegali come una giustificazione sufficiente per dare vita a tali violenze?
Questa dinamica non è esclusiva degli Stati Uniti; potrebbe ripetersi in qualsiasi città europea dove gruppi estremisti, malavita organizzata e sedicenti movimenti anarchici si sentano incoraggiati a riempire le strade e a scatenare il caos.
Alla guida di queste azioni sovversive si trovano quei partiti e movimenti politici che, non riuscendo a ottenere il potere attraverso mezzi legittimi, tentano di strapparlo attraverso il terrore e l'uso indiscriminato della violenza. 
Negli Stati Uniti, i protagonisti sono noti: il Partito per il Socialismo e la Liberazione (PSL), l'Unión del Barrio e i Democratic Socialists of America (DSA). 
Gruppi che hanno tratto vantaggio dalla crescente insoddisfazione popolare per amplificare le loro narrazioni, creando un clima di tensione e conflitto.
Ma ciò che sorprende è l’apparente connivenza di organizzazioni no-profit e coalizioni per i diritti umani, finanziate da contributi statali e privati. 
Queste UsAid (le equivalenti delle nostre ONLUS), non sembrano preoccuparsi di promuovere un dialogo costruttivo, bensì alimentano il caos, contribuendo a un'ulteriore polarizzazione della società. 
Questo schema non è estraneo all'Europa, dove simili movimenti pro-immigrazione presentano strategie analoghe.
In questo contesto, i giovani vengono sfruttati per partecipare a manifestazioni violente; la loro esuberanza serve da copertura mediatica per azioni più aggressive. 
Sebbene alcuni gruppi si professino pacifisti, la loro retorica spesso incoraggia scontri e provocazioni, mostrando che la violenza è diventata una strategia accettabile nel dibattito politico.
Con il loro celebre slogan "Nessun essere umano è illegale", queste organizzazioni forniscono una macabra giustificazione per la violenza e l'illegalità, ignorando le reali conseguenze delle loro azioni. 
È paradossale constatare come, nonostante la retorica contro l'ingiustizia, molte di queste entità ricevano finanziamenti pubblici che provengono dalle tasse dei cittadini.
Eppure, nel momento in cui avrebbero l'opportunità di promuovere un dialogo pacifico, molti di questi gruppi scelgono la linea della violenza, un percorso che favorisce in assoluto la criminalità.
La destabilizzazione dell'ordine democratico, quindi, non è solo un rischio: è un obiettivo perseguito da chi desidera un mondo privo di limiti e regole.
Ciò che è accaduto a Los Angeles è solo un campanello d’allarme per il futuro. 
Presto, il vento della rivolta potrebbe soffiare oltre il confine californiano, portando conflitti simili in altre parti del mondo. 
Non possiamo permetterci di trovarci impreparati. 
La nostra civiltà deve rispondere a queste provocazioni con fermezza e determinazione, proteggendo l’ordine democratico e i valori di libertà e legalità che ci definiscono.

09 giugno 2025

Referendum cittadinanza: le ragioni del flop

di Daniel Sempere

Referendum 2025: il quorum non c’è, affluenza al 30,5%

L'immigrazione di massa e le sue implicazioni per la sicurezza nazionale sono temi sempre più dibattuti in gran parte dell'Occidente. 
Il Governo di Bruxelles e le "sinistre politiche" dei Paesei membri insistono nel sollevare preoccupazioni  riguardo al trattamento delle ideologie legate all'immigrazione, definendole estremiste.
Il quinto quesito referendario, che si proponeva di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia per gli stranieri extracomunitari maggiorenni,  promosso da +Europa, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali ItalianiRifondazione Comunista, CGIL e altre associazioni che traggono profitto dall'accoglienza, si è rivelato un autentico flop!
Gli ipocriti appelli €uroindotti da Fratoianni, Bonelli, Landini, Magi & company non hanno tratto in inganno gli elettori.
L'evidente degrado indotto dalla clandestinità e da un'immigrazione selvaggia, unitamente al rifiuto di molti immigrati a integrarsi nel tessuto civile e sociale del nostro Paese, hanno prevalso sull'ipocrita ideologia dell'accoglienza.
In tutta Europa, non si parla più solo di "inclusività", si iniziano a considerare fenomeni ben più preoccupanti quali la violenza gratuita  dei "maranza", che mettono a soqquadro le nostre città, si inizia a parlare con maggior onestà intellettuale del radicalismo islamico e del rifiuto delle seconde e terze generazioni di immigrati a rispettare le leggi e le regole del vivere civile. 
Il temuto "nazionalismo culturale" è reazione conseguente a situazioni insostenibili, che riguardano non solo la sicurezza personale, ma la sopravvivenza di una "cultura occidentale", messa troppe volte in discussione da bande di esaltati e da politici ipocriti e senza scrupoli.
Non ci vengano mai più a raccontare che i migranti svolgono lavori a noi sgraditi o che ci pagheranno le pensioni con i loro contributi!
Sono cazzate che una sinistra nemica degli italiani e in cerca di voti, ci ha propinato per anni, sapendo di mentire.
Gli italiani hanno "voluto credere" a queste panzane, accettando passivamente i rischi e gli eccessi di questa autolesionistica accoglienza.
I governi a trazione €uropeista hanno favorito il fenomeno dell'immigrazione, favorendo un traffico d'esseri umani che ha arricchito ONLUS, ONG, associazioni e cooperative truffaldine come quella di Aboubakar Soumahoro o di Mimmo Lucano.
Una complessa struttura organizzativa che favoriva occupazione, denaro e finanziamenti in cambio di voti.
In un recente passato, nemmeno si potevano denunciare queste verità, venivano censurate e bollate come "opinioni politicamente controverse", benchè ampiamente diffuse e condivise.
Oggi, grazie al ddl n. 1509 (convertito in legge del decreto-legge n. 48/2025, cd. decreto sicurezza), potremo "forse"  contenere degrado e illegalità, ma sarà una lotta lunga e difficile.
Nel nostro Paese non esiste un'opposizione responsabile (eccezion fatta per Marco Rizzo, leader di "Democrazia Sovrana Popolare").
Quella attuale è una sinistra €urodipendente, nemica del diritto e della sovranità popolare, figlia dei Draghi, dei Monti e dei Prodi... dei peggiori nemici che gli italiani abbiano incontrato nel dopoguerra.
La democrazia è una conquista di civiltà, guai a svenderla in nome di un falso perbenismo da quattro soldi.
Un dialogo aperto e inclusivo è possibile, ma con le sole  componenti più integrate e responsabili della nostra società, purchè venga unanimemente condannata qualsiasi forma di radicalizzazione o illegalità.
Rassegantevi Fratoianni, Bonelli, Landini, Magi & company... l'Europa non diventerà l'€urabia e a nulla serviranno i vostri ipocriti appelli.
A voi sta a cuore la vostra poltrona;  non siete e non rappresentate la sinistra, rappresentate solo voi stessi, siete dei formidabili impostori, disposti a distruggere questo Paese pur di rimanere a galla e conservare i vostri privilegi.

05 giugno 2025

 Ladri di case e sabotatori della legalità

  di Daniel Sempere

L'occupazione abusiva di immobili, ovvero la detenzione di un immobile       senza titolo e contro la volontà del proprietario, è un reato.                                      Il proprietario può agire sia in sede civile che penale per difendersi…

Iniziamo questo editoriale partendo dalle norme di legge che regolano questa ignobile pratica: di recente il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto Sicurezza (l'articolo 633-ter), che punisce con la reclusione da due a cinque anni chiunque occupi, senza legittimo motivo, un edificio destinato a privato domicilio o a privata dimora.

Tutto risolto dunque?
Niente affatto!
Il decreto infatti “parrebbe” porre fine a ritardi o lungaggini giudiziarie che consentivano agli occupanti abusivi di prendere in giro i legittimi proprietari.
Parrebbe…
Perché se è vero che il decreto sicurezza autorizza le forze dell’ordine a intervenire, con maggior tempestività, senza attendere l’autorizzazione del magistrato, l’immobile oggetto di occupazione deve risultare l’unica abitazione del proprietario.
Condizione assurda, perché se il proprietario è costretto ad affittare l’immobile a terzi, per evitare questa clausola, rischia di ritrovarsi nella situazione precedente al decreto, il che, manco a dirlo, si traduce in un iter legale infinito che rischia di trasformarsi in un calvario burocratico.
A rendere ancora più complicata la situazione intervengono alcune forze di partito appartenenti all’opposizione di sinistra che, di fatto, sostengono l’occupazione illegale, ponendosi dalla parte di chi infrange la legge.
“Il decreto Sicurezza rischia di colpire i più deboli, criminalizzando la povertà…”
tuona l’€urodeputata di AvS Ilaria Salis, nota per il suo non invidiabile curriculum di pestaggi e occupazioni abusive.
Siamo di fronte all’ennesima speculazione ideologica, dove le più essenziali norme del diritto vengono messe in discussione a favore dell’illegalità e della criminalità.
Sì perché alcune inchieste sul tema hanno messo a nudo le modalità con cui la delinquenza organizzata gestisce l’assegnazione e la “vendita” di questi immobili.
 È il territorio dello scontro tra Stato e criminalità, terreno in cui rom e stranieri irregolari, sostenuti e appoggiati da organizzazioni di estrema sinistra, hanno spesso la meglio, sfruttando l’incomprensibile complicità di alcuni giudici e di certa politica gesuita.
Il nostro Paese è allergico alle regole, ahimè, e la sinistra si è fatta paladina dell’illegalità, purché apporti voti e consensi, come nel caso del referendum del 7/8 giugno prossimo…
Referendum promossi da chi ha tradito la classe lavoratrice proprio mentre governava.
Referendum promossi da una “sinistra”, che ha avuto il coraggio di approvare precarizzazione e privatizzazione!
Una sinistra che intende ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza per gli stranieri per ottenere la cittadinanza italiana, pur sapendo che la proposta comporterebbe un aumento esponenziale dell’immigrazione, di per sé già insostenibile!
Tradimenti dettati da un interesse puramente elettorale: perché l’illegalità apporta quei voti che chi vive nella legalità non è più disposta a garantire.
Concludo con una provocazione... 
Se davvero credete, miei cari “paladini dell’illegalità”, che occupare case sfitte o proprietà non vissute sia un diritto, abbiate il coraggio di pubblicare gli indirizzi delle vostre residenze; se preferite, possiamo provvedere noi, cominciando dal lungo elenco di parlamentari, sindaci e radical-chic che ogni giorno ci frantumano gli ammennicoli con l’ipocrita teoria del diritto all’illegalità!


02 giugno 2025

Se inviti un Orso a ballare...

di Daniel Sempere 

Il conflitto in Ucraina, lungi dall’essere solo un teatro di battaglie armate, si gioca anche sul palcoscenico delle prime pagine dei tabloid occidentali. 
"Leader volenterosi" sembrano divertirsi a manovrare le vite umane come se fossero pedine della nota serie sudcoreana  "Squead Game", senza rendersi conto (o ignorando volutamente), del vero costo della guerra. Nasce così una narrazione surreale e distorta che circola tra gli esperti di strategia da salotto: 
"Il tentativo della Russia di lanciare un'offensiva nel Donbass è fallito."
Quanti soldati russi sono caduti? 
Mah... Follia, muoiono migliaia di soldati russi.
Ed ecco che la retorica, alimentata da un'ipnosi collettiva, prende il sopravvento e le agenzie di stampa occidentali sentenziano:
"Gli ucraini stanno logorando i russi, in un drammatico rapporto di 5, forse 12 russi caduti per ciascuna vittima ucraina!"
Purtroppo, dietro queste deliranti statistiche si nasconde una realtà ben più tragica.
La propaganda di Zelensky e le fake news dei media hanno condotto al macello migliaia di soldati ucraini impreparati, giovani e uomini, che prima dell'invasione si guadagnavano da vivere come operai, commercianti, studenti e artigiani. 
Non si può ignorare il fatto che le vite di questi individui siano diventate pedine da sacrificare in una partita giocata sul terreno della propaganda.
Osservatori stranieri iniziano solo oggi ad avanzare critiche pungenti nei confronti delle strategie militari ucraino-nazionaliste: 
"Pare che la Russia abbia sfondato il fronte", bisbigliano tra i denti,  trasformando la favola bella in una tragica realtà: quella che doveva essere una trappola mortale per i russi è diventato un cimitero per militari e civili ucraini. 
La verità, scomoda e indigesta, è che nonostante i consistenti aiuti della NATO, la Russia gode di un enorme vantaggio in termini di uomini, esperienza e organizzazione.
In questo contesto, i 14.000 caduti nella guerra civile Ucraina del 2014, paiono non contare nulla per i sostenitori occidentali dell'Ucraina
Gli appelli del nostro Presidente della Repubblica nel 2017 quando, evocando gli accordi di Minsk invitava la Russia a intervenire per un cessate il fuoco, sono stati ipocritamente nascosti sotto il tappeto delle contraddizioni.


Guai a ricordare che Zelensky tradì la sua promessa elettorale di pace, infierendo sulle sue stesse popolazioni russofone e promulgando leggi che potrebbero definirsi xenofobe. 
I tentativi di dialogo con la Russia sono stati respinti con decisione, in favore di una retorica bellicista che frena qualsiasi possibilità di soluzione pacifica.
La sconfitta ucraina non ha solo un riscontro militare: è una sconfitta comunicativa, vinta nei notiziari, ma persa drammaticamente sul campo. 
Per quanto ancora dovremo assistere a questa "pantomima", mentre il mondo ignora il grido di aiuto di chi è stato travolto dalla guerra
È tempo di aprire gli occhi, di rendersi conto che la retorica di un ex comico in divisa paramilitare non può sostituire la realtà di un conflitto nato nel 2014 e soffocato nel sangue e nell'oblio dall'Occidente. 
Riconoscere questi fatti potrebbe essere la scorciatoia per la pace, salvando innumerevoli vite, da entrambe le parti. 
Chi in Europa avrà il coraggio di farlo, rinunciando a provocare la silente, ma  immensa forza dell'Orso? 
Un vecchio proverbio russo recita più o meno così:
«Se inviti un orso a ballare, non sei tu a decidere quando il ballo è finito».