Che Fine Farà l’ €uropa?
Uno sguardo critico sull’Europa di oggi mette in luce una realtà
complessa e inquietante. Stati Uniti ed Europa, pur condividendo un impegno per
il liberalismo classico e la democrazia, sembrano essersi allontanati su
questioni fondamentali che riguardano l'individualità e la collettività.
Gli Stati Uniti enfatizzano la ricchezza materiale e le opportunità
personali, mentre l'Europa, storicamente distintasi per un approccio più
collettivo, è volta alla salute della comunità e all'appartenenza.
Ma è
tutto vero?
La retorica, che dipinge gli europei come custodi di valori nobili
e altruisti, si scontra con la dura realtà delle nostre città.
Politiche
fiscali e sociali, per quanto lodevoli, vengono compromesse da
amministrazioni irresponsabili che, per inseguire gli obiettivi della green-economy, della woke e della "cancel culture”, finiscono col danneggiare il nostro prezioso patrimonio culturale.
La recente
apparizione dell'orribile scultura della ragazza d’oro, in Piazza Signoria a
Firenze, non è solo un affronto estetico, è il simbolo di una cultura che pare
aver smarrito il proprio senso di identità e bellezza.
A Milano, il pavé storico viene sostituito da un orribile asfalto viola, il colore simbolo della transizione, della metamorfosi e del cambiamento climatico, in virtù del quale si impongono limiti di velocità insostenibili, che ignorano deliberatamente la realtà quotidiana di chi vive e lavora.
Roma, capitale
d'Italia, soffre di una cronica inefficienza e di un degrado senza pari.
Rifiuti abbandonati al margine delle strade e cantieri aperti sono ormai parte integrante dell'architettura urbana.
La presenza di illegalità, che si espande
come un cancro nel cuore delle nostre città, è alimentata da un sistema
politico che appare sempre più distante dalla cittadinanza.
Non sorprende che le città più insicure, come Roma e Milano, siano
guidate da sindaci del Partito Democratico.
Sono realtà metropolitane dove sopravvive una sinergia clientelare tra
politica e illegalità.
Bologna, Torino e Napoli non
fanno altro che confermare questo triste primato, trasformando centri
storici, un tempo fiorenti, in culle della microcriminalità e del degrado sociale.
La decadenza e lo scempio in cui sono destinate a convivere queste realtà urbane, sono il frutto di una gestione scellerata, imposta dalle sinistre €uropeiste sui temi dell'immigrazione, della depenalizzazione dei reati e dell'accoglienza.
Un'emergenza, quest'ultima, cui molti governi europei stanno tentando di porre rimedio, proteggendo le frontiere e iniziando a considerare il rimpatrio dei soggetti indesiderati, in quanto pericolosi.
L'impianto ideologico su cui poggia l'Unione Europea, rischia di implodere.
Le deliranti ideologie della cancel-culture, ambientaliste e di genere, stanno distruggendo la credibilità di questa Unione.
A nulla serviranno gli strumenti di controllo giuridico, economico e digitale adottati da Bruxelles per ristabilire la propria leadership; sembrano i goffi e disperati tentativi di chi intende mantenere il
potere in assenza di strategie e soluzioni dei problemi.
Il tentativo referendario di ridurre i tempi per il riconoscimento della Cittadinanza italiana (autentico cavallo di Troia per favorire un'immigrazione sempre più massiccia), e
l’Agenda-2030, con i suoi macro obiettivi, ben rappresentano le reali intenzioni della sinistra €uropeista: un progetto fortemente destrutturante delle autonomie nazionali, in grado di interferire nei risultati elettorali dei suoi stessi Paesi membri, ricorrendo a minacce, esclusioni, ritorsioni e ricatti di ogni genere.
Lo slogan pomposamente lanciato dal partito di Davos in un video-spot durante un convegno del WEF:
“Nel 2030 non avrai nulla e sarai felice”
risuona come un monito, una sorta di diktat mascherato
in prospettiva utopica.
È giunto il momento di riconoscere che questa Unione Europea è
l’ombra di ciò che avrebbe dovuto essere...
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E' un progetto imbevuto di ideologie, il cui unico scopo è l’autoconservazione.
La sinistra €uroinomane si specchi nella realtà,, partendo da quella insopportabile smania di essere protagonista anche quando è in minoranza, di dettare le regole, di garantire posti e classi dirigenti, di conservare il proprio status e i propri privilegi.
Basterà sventolare bandiere identitarie, sculettare e canticchiare"Bella ciao" o aggrapparsi al comune equivoco del "pericolo fascista", per chiamare a raccolta un elettorato sempre più €uroscettico e diffidente?
Siamo di fronte a un’impalcatura traballante, che
minaccia la nostra democrazia, la nostra sovranità e sicurezza.
Abbandoniamo l’idea di sostenere una federazione sempre più €urocentrica...
...è possibile, e necessario, prendere distanze da imposizioni dirigiste che provengono da una componente corrotta e nemica della democrazia e dell' autodeterminazione." (C.G.)
Non siamo più soli; molti partner europei, consapevoli e patrioti, condividono questa visione.
È tempo di scelte cara Presidente del Consiglio, scelte coraggiose e decisive per il
futuro benessere dell’Europa e dei nostri figli.