Il Governo Ombra
di Daniel Sempere
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento preoccupante dell'attivismo politico-giudiziario da parte dei giudici distrettuali.
Le ingiunzioni emesse da giudici attivisti, spesso influenzati da correnti politiche di sinistra filo-europeiste, sembrano mirare a delegittimare il Governo, sfidando il potere legislativo del Parlamento.
La situazione è ulteriormente aggravata da centinaia di migliaia di immigrati clandestini che affluiscono nel Paese a causa delle politiche permissive approvate dal Parlamento Europeo e retoricamente condivise dal nostro Presidente della Repubblica.
In questo sconnesso terreno di scontro, la magistratura, fortemente legata alle forze politiche di opposizione, si sente legittimata a interferire nelle scelte politiche del Governo, generando una pericolosa anomalia, che trasforma i poteri legislativo ed esecutivo in ostaggio del potere giudiziario.
Questa ingerenza rappresenta un'arma "potenzialmente eversiva", capace di minare le delibere parlamentari e, con esse, la democrazia stessa.
Le sentenze pronunciate da magistrati "pro-immigrazione", basate su interpretazioni tecniche degli statuti, ignorano deliberatamente l’autorità del Presidente del Consiglio e del Governo.
Non fanno distinzione tra immigrati, richiedenti asilo e clandestini, creando confusione in un campo delicato e controverso come quello dell’immigrazione.
Questa tendenza all'interferenza giudiziaria non è una novità storica; in passato, figure del calibro di Berlusconi e Salvini hanno subìto lo stesso trattamento, vedendosi bloccare manovre e misure coerenti con il mandato elettorale.
Siamo di fronte a un pericoloso ostacolo normativo: giudici attivisti emettono ingiunzioni e avvisi di garanzia per fermare qualsiasi iniziativa contraria al loro credo ideologico.
L'esistenza di un Governo ombra, sostenuto da una magistratura politicizzata, mina la fiducia nell'intero sistema giudiziario.
In questo contesto, ci si aspetterebbe che il Presidente della Repubblica agisse come garante ed equilibratore, ma la realtà mostra una sua scarsa efficacia nel contenere l’attivismo giudiziario, permettendo a questi "agenti attivisti" di modificare l'agenda politica del Paese.
Il risultato è un'inevitabile paralisi dell'esecutivo in un momento storico in cui la popolazione esige misure urgenti in tema di sicurezza e immigrazione.
A fronte di una crescente emergenza internazionale, il consenso popolare propenderebbe per regole più severe riguardanti l'immigrazione e la sicurezza.
È tempo che il nostro Presidente della Repubblica prenda atto di questa realtà, rappresentando realmente la voce del popolo italiano e promuovendo un accordo bipartisan tra le forze politiche.
Non può un Governo ombra, frutto di un'attività giudiziaria politicizzata, determinare le scelte di un Governo legittimo che opera nel rispetto della Costituzione e delle istanze collettive.
È forse giunto il momento di riconsiderare le modalità di nomina dei giudici e la separazione delle carriere...
(Giovanni Falcone sosteneva a tal proposito: <La separazione delle carriere è conseguenza logica del nuovo processo penale di carattere accusatorio>)
...per garantire l'imparzialità e l'indipendenza della magistratura.
Solo attraverso un'adeguata riforma possiamo sperare di riportare equilibrio tra i diversi poteri dello Stato e dare finalmente risposte coerenti a un popolo che ha democraticamente eletto i suoi rappresentanti, offrendo loro un mandato.
Poniamo fine a questo organismo parallelo di stampo comunista o, se preferite, di stampo nazi€uropeista, la cui agenda mondialista è dettata da un insano progetto di riconfigurazione antropologica, economica, ambientale ed esistenziale, con cui vorrebbe ingabbiare il mondo e la democrazia.