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03 aprile 2025

PARANOIE

di Daniel Sempere

L'Unione Europea si trova nel bel mezzo di un cambiamento semantico che riflette una crescente ansia di fronte alle sfide geopolitiche. 
Le forze di peacekeeping sono ora presentate come "forza di rassicurazione", il riarmo viene ribattezzato "prontezza" e i cittadini sono incoraggiati a fare scorte di emergenza!


Questa strategia di marketing bellico, apparentemente innocua, potrebbe rivelare le fragilitΓ  sottostanti dell'Europa di fronte al conflitto in Ucraina.
Il primo segnale dell’urgente necessitΓ  di riorganizzare la narrazione militare Γ¨ emerso con il piano di spesa per la difesa da 800 miliardi di euro, inizialmente definito
"ReArm Europe" dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Pippen
Etichetta che non ha avuto successo, probabilmente perchΓ© gli europei sono disorientati dalla mancanza di finanziamenti per le questioni sociali, mentre si assiste a un'ondata di investimenti nell'industria delle armi.
La rielaborazione del termine in "Readiness 2030" solleva piΓΉ di un  interrogativo.
PerchΓ© proprio il 2030? 
Quale implicito collegamento puΓ² esistere tra le  "filantropicihe" finalitΓ   dell'Agenda 2030 e le missioni di pacekeeping ?
Ricordate l'obiettivo n° 16 posto in agenda? 
                                     πŸ‘‡
Diabolico, vero? 
Quando mi rifiutavo di proporre queste assurditΓ  nel mio piano di studi docente, si era portati a pensare che fossi un complottista... 
Questo numero magico (2030), sembra essere il frutto di calcoli effettuati da agenzie di intelligence europee (attenzione: in particolare quella tedesca), che hanno identificato questa data come un periodo in cui la Russia potrebbe intensificare il suo intervento in Europa. 
Le stesse agenzie che, con una certa preoccupazione, hanno concluso che l'UE potrebbe diventare un bersaglio facile per azioni disperate, a fronte di un'economia in declino. 
Un chiaro esempio di questo approccio Γ¨ la recente proposta francese di incoraggiare i cittadini a investire almeno 500 euro dei loro risparmi personali per cinque anni, al fine di sostenere crescenti spese militari che sovrastano quelle sociali.
La decisione di fissare al 2030 un orizzonte temporale per tali misure, non sembra  un puro esercizio di pianificazione strategica, ma piuttosto una manovra politica per garantire un flusso costante di fondi verso l’industria della difesa, mentre i governi cercano di mantenere il controllo sulle economie strangolate dalle crisi autoinflitte.
Parallelamente a queste evoluzioni, i leader europei, come il presidente francese Emmanuel Macron, continuano a enfatizzare il pericolo imminente rappresentato dalla Russia. 
Ma all'atto pratico, l'UE sta ora promuovendo kit di emergenza auto-assemblati per i cittadini. 
Tuttavia, nonostante l'atmosfera di allerta e preparazione, le truppe francesi e britanniche non stanno per marciare in battaglia; stanno invece partecipando a missioni di accertamento e provocazione, per valutare come potrebbe evolvere la situazione se il resto dell'UE decidesse di unirsi a loro. 
Dinamica che sembra piΓΉ un atto simbolico che una vera e propria preparazione alla guerra.
Macron ha promesso che l’intervento di tutta l’UE potrΓ   ristabilire la pace;  prospettiva del tutto ironica, considerando che inviare truppe in un contesto di conflitto potrebbe esacerbare le tensioni anzichΓ¨ dipanarle.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, Γ¨ chiaro sulla questione: ciΓ² di cui l'Ucraina ha realmente bisogno sono soldati combattenti, non semplici osservatori €uropei.
In questo  teatro dell'assurdo l'UE sembra preoccuparsi piΓΉ della scelta  retorica dei termini che delle catastrofiche conseguenze delle proprie azioni.
È paradossale veder calssificare i piani militari promossi dalla megera come dei ritiri spirituali...
Ho colto nel contesto delle affermazioni a rischio TSO da parte dei principali leader €uropei, ne riporto giusto un paio a supporto:
"attacco missilistico di consapevolezza
"barriera di artiglieria olistica".
Questi sono matti! 
Il problema Γ¨ che hanno assunto un potere decisionale, infrangendo vincoli  di unanimitΓ  dettati dalla Costituzione Europea.
L'unanimitΓ , prevede l'accordo da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, costituisce una delle regole di voto vigenti nel Consiglio. Il Consiglio deve votare all'unanimitΓ  una serie di settori strategici che gli Stati membri ritengono sensibili.
Questo approccio, quasi caricaturale, mette in evidenza le contraddizioni di una Unione Europea che, in un momento in cui la pace sembra possibile, continua a rincorrere paranoicamente la retorica della guerra.
Si salvi chi puΓ² Presidente del Consiglio !


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