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17 aprile 2025

 Sappiamo ascoltare?

di Daniel Sempere

Distolgo oggi la mia attenzione da fatti e notizie di natura politica ed economica per dedicarmi a un tema che mi sta particolarmente a cuore, come genitore, e che considero estremamente importante nel rapporto con i figli.
I giovani sono individui meravigliosi, sono serbatoio e futuro del nostro vivere, della sopravvivenza dei valori migliori.
Definirli Γ¨ pressochΓ© impossibile, appartengono a infinite sfere sociali e processi educativi, lungi da me tentare false e improbabili classificazioni.
Mi limito a considerarne alcuni aspetti sociali e culturali, partendo da quella che Γ¨ la mia esperienza di genitore e docente.
Parto dalla consapevolezza di sΓ©, in quanto competenza essenziale nella “formazione” della persona.

Quanto Γ¨ importante conoscere se stessi, ricordare da dove si proviene, qual Γ¨ la storia della propria famiglia...
Un giovane deve sapere come puΓ² essere in grado di incanalare i propri punti di forza e di debolezza, quando si tratta di prendere decisioni importanti nella vita: nelle amicizie, nel percorso di studi, nelle esperienze personali, nel lavoro.
Ma conoscere se stessi non Γ¨ affatto scontato e non Γ¨ compito esclusivo dei giovani, Γ¨ compito da condividere con la famiglia e con la societΓ .
Operazione complessa che presuppone la volontΓ  di imparare, requisito fondamentale nella crescita dell’individuo.
È importante che i giovani facciano uso di questa opportunità in tutti gli ambiti della loro vita: nel gioco, nello sport, nello studio, nelle relazioni.
Lo studio gioca un ruolo fondamentale nel fattore di crescita e di esperienza, poichΓ© in esso i giovani possono scoprire i propri punti di forza e i campi di esperienza piΓΉ favorevoli.
Per diventare ciΓ² che si desidera essere, Γ¨ importante impegnarsi negli studi, non per il voto o per soddisfare le aspettative dei genitori, quanto per la propria crescita e autostima…
Investendo in esperienze formative, i giovani di oggi possono diventare ciΓ² che piΓΉ desiderano nella vita, senza attendere colpi di fortuna o ripiegando su compromessi di necessitΓ .
In un mondo globalizzato, come quello attuale, migliorare il proprio spirito di indipendenza e di cooperazione puΓ² farli emergere a tutti i livelli.
È percorso virtuoso, che richiede pazienza, flessibilitΓ  e qualche sacrificio in termini di “libertΓ ” (come direbbe mia figlia)!
D’altro canto Γ¨ necessario sviluppare delle competenze per ottenere i risultati desiderati.
CapiterΓ  spesso ai nostri figli di inciampare, di non sentirsi all’altezza; in quel caso spetta a noi, alla famiglia, alla scuola, alla societΓ , intervenire e sostenerli.
Chi, al contrario, si sentirΓ  troppo sicuro, tenderΓ  a non condividere il proprio talento con gli altri, a sentirsi appagato e superiore... anche in quel caso, spetterΓ  a noi adulti il delicato compito di fargli comprendere l’importanza della condivisione e della collaborazione, senza le quali non siamo utili a nessuno.
Ma la componente prima nella crescita personale dei nostri figli rimane l’ascolto; ascoltando impariamo a conoscere qualcosa, prima ancora di affrontarlo o di viverlo.
Non intendo l’ascoltare per ubbidire, quella Γ¨ pratica che appartiene al mio personalissimo passato e che vorremmo evitare ai nostri figli.
L’insofferenza all’ascolto Γ¨ un virus che si insinua nelle nostre vite, tra amici, parenti, colleghi, coniugi… non risparmia nessuno.
Dovremmo tutti ascoltare piΓΉ di quanto parliamo e dovremmo trasmettere questa buona abitudine ai giovani, ma con l’esempio, non come regola, ricordandoci quanto sia importante condividere i pensieri di tutti.
C’Γ¨ del personale in quanto sto scrivendo a ruota libera e, del resto, non potrebbe essere altrimenti.
Vorrei che queste mie riflessioni fossero lette e discusse insieme da genitori e figli, per completarle, arricchirle, per ascoltare e comprendere cosa ci attendiamo l’uno dall’altro.
Forse Γ¨ questo il segreto del successo nel delicato rapporto genitore-figlio: l’interscambiabilitΓ  dei ruoli nel porsi all’ascolto e capire.



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