Sappiamo ascoltare?
di Daniel Sempere
Distolgo oggi la mia attenzione da fatti e notizie di natura politica ed economica per dedicarmi a un tema che mi sta particolarmente a cuore, come genitore, e che considero estremamente importante nel rapporto con i figli.
I
giovani sono individui meravigliosi, sono serbatoio e futuro del nostro vivere,
della sopravvivenza dei valori migliori.
Definirli
Γ¨ pressochΓ© impossibile, appartengono a infinite sfere sociali e processi
educativi, lungi da me tentare false e improbabili classificazioni.
Mi limito
a considerarne alcuni aspetti sociali e culturali, partendo da quella che Γ¨ la
mia esperienza di genitore e docente.
Parto
dalla consapevolezza di sΓ©, in quanto competenza essenziale nella “formazione” della
persona.
Quanto
Γ¨ importante conoscere se stessi, ricordare da dove si proviene, qual Γ¨ la
storia della propria famiglia...
Un
giovane deve sapere come puΓ² essere in grado di incanalare i propri punti di
forza e di debolezza, quando si tratta di prendere decisioni importanti nella
vita: nelle amicizie, nel percorso di studi, nelle esperienze personali, nel
lavoro.
Ma
conoscere se stessi non Γ¨ affatto scontato e non Γ¨ compito esclusivo dei
giovani, Γ¨ compito da condividere con la famiglia e con la societΓ .
Operazione
complessa che presuppone la volontΓ di imparare, requisito fondamentale nella crescita
dell’individuo.
Γ
importante che i giovani facciano uso di questa opportunitΓ in tutti gli ambiti
della loro vita: nel gioco, nello sport, nello studio, nelle relazioni.
Lo
studio gioca un ruolo fondamentale nel fattore di crescita e di esperienza, poichΓ© in esso i giovani possono scoprire i propri punti di forza e i campi di
esperienza piΓΉ favorevoli.
Per
diventare ciΓ² che si desidera essere, Γ¨ importante impegnarsi negli studi, non
per il voto o per soddisfare le aspettative dei genitori, quanto per la propria
crescita e autostima…
Investendo in esperienze formative, i giovani di oggi possono diventare ciΓ² che
piΓΉ desiderano nella vita, senza attendere colpi di fortuna o ripiegando su
compromessi di necessitΓ .
In
un mondo globalizzato, come quello attuale, migliorare il proprio spirito di
indipendenza e di cooperazione puΓ² farli emergere a tutti i livelli.
Γ
percorso virtuoso, che richiede pazienza, flessibilitΓ e qualche
sacrificio in termini di “libertΓ ” (come direbbe mia figlia)!
D’altro
canto Γ¨ necessario sviluppare delle competenze per ottenere i risultati
desiderati.
CapiterΓ
spesso ai nostri figli di inciampare, di non sentirsi all’altezza; in quel caso
spetta a noi, alla famiglia, alla scuola, alla societΓ , intervenire e sostenerli.
Chi, al contrario, si sentirΓ troppo sicuro, tenderΓ a non condividere il proprio talento
con gli altri, a sentirsi appagato e superiore... anche in quel caso, spetterΓ a
noi adulti il delicato compito di fargli comprendere l’importanza della
condivisione e della collaborazione, senza le quali non siamo utili a nessuno.
Ma la
componente prima nella crescita personale dei nostri figli rimane l’ascolto; ascoltando impariamo a conoscere qualcosa, prima ancora
di affrontarlo o di viverlo.
Non
intendo l’ascoltare per ubbidire, quella Γ¨ pratica che appartiene al mio
personalissimo passato e che vorremmo evitare ai nostri figli.
L’insofferenza
all’ascolto Γ¨ un virus che si insinua nelle nostre vite, tra amici, parenti,
colleghi, coniugi… non risparmia nessuno.
Dovremmo
tutti ascoltare piΓΉ di quanto parliamo e dovremmo trasmettere questa buona abitudine
ai giovani, ma con l’esempio, non come regola, ricordandoci quanto sia
importante condividere i pensieri di tutti.
C’Γ¨
del personale in quanto sto scrivendo a ruota libera e, del resto, non potrebbe essere altrimenti.
Vorrei
che queste mie riflessioni fossero lette e discusse insieme da genitori e
figli, per completarle, arricchirle, per ascoltare e comprendere cosa
ci attendiamo l’uno dall’altro.
Forse
Γ¨ questo il segreto del successo nel delicato rapporto genitore-figlio: l’interscambiabilitΓ
dei ruoli nel porsi all’ascolto e capire.
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