📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎

27 dicembre 2024

 La sfida dei due regni

  Anche questo martoriato 2024 volge al termine, è accaduto di tutto...


  • La guerra Israele-Hamas
  • La rielezione di Putin e la morte di Navalny
  • La presidenza italiana del G7
  • Gli europei di calcio in Germania
  • La liberazione di Julian Assange, co-fondatore di Wikileaks
  • L'ascesa di Jannik Sinner
  • Le Woke-Olimpiadi di Parigi
  • Il Nobel per la letteratura alla scrittrice sudcoreana Han Kang
  • Il summit dei Brics a Kazan
  • La condanna e la rielezione di Donald Trump
Nulla dipende da noi singolarmente, gli eventi non accadono seguendo le nostre regole o in soddisfazione dei nostri desideri. 
Non è possibile, tuttavia, toglierci la possibilità di giudicare, di esprimere preoccupazione o insofferenza per quanto accade.
Più forte e univoco cresce il nostro dissenso, maggiore sarà la possibilità di incidere sugli eventi futuri. 

Negli ultimi tempi siamo stati costretti a sopportare di tutto: governi non eletti, guerre per procura, una surrettizia propaganda politica, "pandemenze", immigrazioni indotte, agguati giudiziari, olimpiadi del trash, censure big-tech, candidati politici improponibili e una miriade di nefandezze simili.

Abbiamo ingoiato ogni genere di “porcheria” come la più amara delle medicine, senza tuttavia perdere la nostra capacità critica. 
Abbiamo scoperto di cosa sia capace un essere umano quando mosso dall’interesse e dal desiderio di potere. 
Abbiamo assistito ad atrocità che pensavamo scomparse con la fine delle peggiori dittature, ma che dei nostri simili (politici, medici, plutocrati e civili in carriera) hanno inteso imporci, per raggiungere i propri scopi.

Il male è insito in queste persone, nelle loro espressioni, nelle loro dichiarazioni e si avvale di una propaganda mirata e assillante .
È malvagità distruttiva, che obbliga i più deboli a soccombere e i più forti a sfidarla.

Non dimenticheremo le strazianti immagini di anziani isolati dal resto del mondo e intubati durante la panDEMenza, o quelle dei bambini massacrati e mutilati a Gaza e in Siria. Non dimenticheremo, qualsiasi sia l’esito delle indagini, il volto e la vile arroganza di chi ha tentato di sottoporci a esperimenti genetici in nome della “scienza” .

Eppure, c’è ancora chi ipocritamente glorifica le azioni di questi esseri malvagi e corrotti.

Non smetteremo di denunciare e combattere con le armi della verità questo mondo corrotto, che ha trovato proseliti al Parlamento Europeo, nell’OMS, in politica, nelle organizzazioni umanitarie, nel mondo accademico e persino in Vaticano.

Ogni azione, giusta, sbagliata, buona o cattiva, comporta delle conseguenze.
Non lasceremo il “governo del male” in eredità ai nostri figli. 
Lo combatteremo fino a sconfiggerlo.

“Socrate diceva: chi conosce il bene fa il bene; chi fa il male non conosce il bene. Alla base del male c’è l’ignoranza...“

Ben venga dunque questo nuovo anno; che sia l’inizio di una rivincita, del trionfo del bene sul male.


Buon 2025 ai coraggiosi guardiani del regno del bene!

(daniel_sempere1)

23 dicembre 2024

L'UE  VUOLE  la PACE  in UCRAINA?

Alla fine la temuta quanto prevedibile rappresaglia c’è stata
e non sarà l’ultima, per cui mi chiedo:

Cosa pensa di ottenere Zelensky con questi attacchi a lungo raggio? Vuole costringere i governi occidentali a intervenire? "

   

Accade così, che dopo l’assassinio del generale Igor Kirillov, si stia scatenando la rappresaglia russa in Ucraina.
La NATO, ma sarebbe più corretto dire “la CIA”, pur biasimando pubblicamente l’attentato terroristico che ha causato la morte del generale, pare voler “stuzzicare” la Russia, provocando un pericoloso “occhio per occhio” da parte dei due contendenti. 
Intende scatenare un’escalation per costringere Trump a rivedere il suo piano di pace?
Zelensky sa bene che questa sfida sanguinosa costerà assai cara al suo popolo; eppure sembra intenzionato ad accettarla.

Ecco perché Putin, rivolto alla stampa internazionale, dichiara: 

<Siamo pronti a sederci a un tavolo della pace, non appena l’Ucraina avrà un leader legittimo...>

La NATO sta forse cercando di giustificare il dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina, per creare una sorta di zona cuscinetto?
Leggo di tutto in proposito, ma nessuna ipotesi è realisticamente probabile; Putin non sta accettando questo durissimo braccio di ferro con l’Occidente per cedere a soluzioni sfavorevoli.
Del resto come credere a un reale rallentamento delle ostilità se l'Occidente ha accumulato una riserva di missili ATACM e Storm Shadow in Ucraina? 
Se l’indiscrezione, fornita da alcuni leader europei fosse vera, significherebbe che il peggio deve ancora venire. 
Non escludo, ma le mie sono ipotesi da spettatore “non pagante”, possa accadere qualcosa di simbolicamente più eclatante.

Putin, stranamente, sta accettando queste provocazioni e non ci è chiaro sapere se intenda riservarsi di dimostrare tutta la sua forza, rispondendo di volta in volta in misura sempre maggiore.

Trump, dal canto suo, sta presentando il conto ai focosi leader interventisti del nord Europa: 

<Gli USA non abbandoneranno l'Ucraina, ma i Paesi membri della Nato dovranno aumentare, e non di poco, le spese militari>

Vogliamo per una volta considerare la volontà del popolo ucraino?

Secondo gli analisti occidentali, gli ucraini non sembrano per nulla desiderosi di continuare a combattere. Nelle ultime indagini di Gallup, la multinazionale americana di analisi e consulenza con sede a Washington, si evince che:

  •   una media del 52% degli ucraini vorrebbe vedere il loro Paese negoziare      la fine della guerra il prima possibile;
  •   solo quattro  ucraini su dieci (38%) credono che debba continuare a              combattere fino alla vittoria;
  •   il restante 10% non si esprime

Ovviamente la volontà del popolo ucraino è ininfluente per Bruxelles e Washington. 
Quando mai gli interessi geopolitici hanno tenuto conto della volontà popolare?
Forse spetta al popolo ucraino far sentire la propria voce e ribellarsi all’ormai ricco e famoso leader per procura...

«Українці, повстань!»

«UCRAINI, RIBELLATEVI!»

(daniel_sempere1)


20 dicembre 2024

 

OCCIDENTALE  IPOCRISIA...

20 dicembre 2024

Svegliarsi e sfogliare i titoli dei principali tabloid nel mondo è per me una sorta di “rito quotidiano”. Solo le notizie più catastrofiche o gli eventi più eccezionali riescono a sbalzarmi fuori dal letto come una molla.
Questa mattina è accaduto: tra le notifiche in entrata mi ha colpito, come un fascio di luce puntato negli occhi, questo titolo:

"Approvata la bozza sulla lotta alla glorificazione del nazismo contenuta nel rapporto ONU, A/79/456

Confesso, non ho seguito il dibattito, ma pensavo fosse atto dovuto e dall’esito scontato. Mai avrei immaginato che una simile valutazione potesse suscitare un dibattito così serrato. 
Fatto ancor più grave, che ha suscitato la mia curiosità, è stao l’occhiello dell’articolo, che riportava l’esito della votazione:

Con il testo, approvato da 119 Paesi favorevoli, 53 contrari e 10 astenuti, l'Assemblea ha espresso preoccupazione 
per la glorificazione del movimento nazista, del neonazismo e degli ex membri dell'organizzazione Waffen SS
Seduto e infreddolito, davanti allo schermo del mio Desktopimpreco per i tempi tecnici di avvio dell’hardware.

<Chi tra i Paesi membri dell’ONU può aver espresso parere contrario? >

Un minuto lunghissimo, interminabile, prima di poter digitare sulla barra di ricerca del browser “rapporto ONU, A/79/456” ...

Ci siamo, ecco i risultati:
Tra i 53 contrari figurano gli Stati Uniti e i loro alleati più stretti.
Sfoglio nell’ordine alfabetico, tradotto su sette colonne, concentrandomi sui Paesi occidentali: Australia, Austria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Giappone, Germania, Irlanda, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Svezia e naturalmente: Ucraina.
Sorpresi?
Credo sia importante sottolineare che il neonazismo non è semplice glorificazione del passato: è fenomeno contemporaneo, che stride con la verve antifascista dei Paesi in elenco, soprattutto nel nostro!
Sorprendente è pure la posizione “neutrale” di alcuni Paesi europei come Svizzera e Turchia, sempre in posizione ambigua nelle controversie diplomatiche.
Preciso, oggi non esistono governi espressamente neonazisti, ma preoccupa l’ideologia negazionista, disposta a tollerare frange di governo di profilo neonazista ed estremista.

Qualsiasi ideologia improntata a iniettare nella società sentimenti di odio, o intolleranza razziale o politica, etnica o religiosa, dovrebbe essere messa al bando, senza se e senza ma. Ma non è così, il governo Ucraino, benché connivente con frange estremiste dichiaratamente russofobe, è tollerato dal mondo occidentale per il solo fatto di aver accettato una sanguinosa guerra per procura contro la Russia.

Dimenticare le discriminazioni subìte dalle comunità di Donetsk, Luhansk e Crimea, o i crimini perpetrati 10 anni or sono, con il colpo di stato anticostituzionale in Ucraina, equivale ad esserne complici.

Voglio ricordare l’orribile sequenza di quei giorni:

  •   il 18 febbraio 2014, a Kiev ebbero inizio violenti e sanguinosi scontri tra i                 manifestanti e le forze dell'ordine;
  •  tra il 18 e il 19 febbraio 2014, ci furono 29 morti tra i manifestanti di Maidan e 11   morti tra gli agenti delle forze dell'ordine, centinaia i feriti;
  •  gli agenti delle forze dell'ordine, che si rifiutavano di usare le armi contro i   loro   connazionali civili, vennero assaliti dai manifestanti armati;
  •  20 febbraio 2014, il Presidente ucraino Victor Yanukovich istituì una   giornata di lutto nazionale per le vittime degli scontri, ignoti spararono contro i   manifestanti.
                                                                      
Basta dunque con l’ipocrisia dell’antifascismo.

Se cercherai la verità sulla storia recente dell’Ucraina, la troverai solo sulle copertine di vecchi giornali, “la Repubblica” , per esempio,
la denunciò all’epoca, oggi lo rinnega:
Google non ne parla, poiché la copertura mainstream appartiene alla NATO e la NATO non intende mettere in dubbio la propaganda atlantista o permettere  alla Russia di sconfiggere un governo paramilitare, seppur neonazista, che combatte per la "DEMocrazia occidentale".

Stop, abbandono la postazione, ma rimane l'amarezza.

(daniel_sempere1)

18 dicembre 2024

 

FASCISTA o ANTIFASCISTA?


Lo ammetto, sono un topo di biblioteca, non nell’accezione più letterale del termine, sono più un news researcher, che dedica gran parte del proprio tempo alla ricerca di notizie, informazioni, verità nascoste. Non opero nell’affascinante e maestosa atmosfera della New York Public Library a Manhattan, ma nella mia modesta home computer station, con l’unico vantaggio di potermi concedere una tazza di caffè al bisogno.

Passo molto del mio tempo leggendo articoli di giornale provenienti da ogni parte del mondo e naturalmente sui social, tramite i quali condivido il frutto della mia ricerca. Non è un vero e proprio lavoro, ma una passione coltivata nel tempo, leggendo gli articoli dei maestri del giornalismo investigativo come Seymour Hersh, di cui conservo brevi ma preziose corrispondenze.

Frugando qua e là, tra gli articoli e i commenti di professionisti del giornalismo, della politica, ma anche di semplici utenti del mondo social, noto un abuso sistemico del termine antifascista, quasi fosse encomio auto-referente.
Non è termine che fa parte dello slang giovanile come: maranza, boomer, dissing o ghostare, è più ...🤔 una sorta di aut aut, di fronte al quale non hai alternativa:

< Deciditi, sei fascista o antifascista? >

Mi ha incuriosito la cosa e ho voluto approfondire...

Nell’ultimo decennio il dibattito più frequente tra studiosi e politici statunitensi poggiava proprio sull’antifascismo, tanto da organizzare nel 2023 una convention dell'American Political Science Association sul tema.
Mi chiedo: esiste una base sia pur teorica per sostenere che un Governo di stampo occidentale possa rispecchiare i caratteri fondanti del fascismo?
Assai improbabile! Il fascismo è ideologia alternativa al  capitalismo liberale e al comunismo marxista, non esistono eredi o testimoni intellettuali.
Eppure il termine è ancora in voga, etichettare qualcuno che non ti piace come "fascista" è slogan diffuso, un alibi cui affidarsi in emergenza di idee o contenuti.
I nostri intellettuali e politici di sinistra hanno adottato di buon grado il tormentone, influenzando le radici più popolari della nostra cultura.
Se etichetti qualcuno come “comunista” dovrai dimostrarlo, ma un Saverio Tommasi qualsiasi potrebbe rifiutarsi di ammetterlo, appellandosi al codice deontologico del giornalismo.

Ma se chiami qualcuno fascista... la condanna sarà rapida e scontata!

Questa isteria collettiva non è riconosciuta come sociopatologia, ma è fenomeno dilagante.

A onor del vero qualche aderenza contemporanea al fascismo sussiste ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli episodi più reazionari sono di matrice sindacale e comunista.
Sono sempre più frequenti gli scontri violenti tra forze dell’ordine e centri sociali, anarchici e movimenti di estrema sinistra che inneggiano alla rivolta sociale, promuovendo scioperi che paralizzano attività e servizi del Paese.
Formazioni squadriste con caschi e kefiah, armate di spranghe, coltelli, razzi e bombe carta, sfilano a sostegno di chi sfida le regole del vivere civile, scatenando rivolte nei quartieri delle nostre città, organizzando raid punitivi contro avversari politici, sfidando un governo democraticamente eletto dopo anni di “commissariamento” politico indotto da Bruxelles.
Una sinistra ormai priva d’identità, snaturata al punto di identificarsi con le politiche del Foro Economico Mondiale, cartello delle grandi multinazionali e degli uomini più potenti del pianeta.

Paradosso colossale!

E allora "dagli al fascista" e non dovrai nemmeno offrire spiegazioni...

Poco importa se stai involontariamente facendo il gioco del capitalismo nella sua variante comunista, versione nuova e aberrante, perché ne combinerà il suo aspetto più disumano con quello più subdolo e censorio del comunismo statalista.
Il medioevo postmoderno, sempre più laico e promotore delle ideologie woke e green è lì che ti aspetta caro compagno, se il Grande Reset riuscirà, nel 2030 l’algoritmo deciderà cosa è meglio per te e sarai felice.

Mi si è chiuso lo stomaco al solo pensiero, mi preparo un caffè...

(daniel-sempere1)

16 dicembre 2024

 

A  LUCI  SPENTE

Sto invecchiando! Sono rimasto sveglio, con gli occhi inchiodati nel “quasi buio”, a fissare il lampadario in tessuto che penzola immobile nella camera.

Mi chiedevo: Come ha fatto il nostro Paese a passare da 5^ potenza economica al mondo (nei primi anni novanta) alla 17^ posizione, vedendosi superare in graduatoria persino da Svizzera, Australia, Canada, Paesi Bassi, Austria, Irlanda e Belgio?”



[dati Global Attractiveness Index 2024- aggiornati a lunedì 23 settembre 2024]



Domanda retorica ovviamente, ma val la pena ricostruire quanto accaduto, per comprendere quali sono le precauzioni da prendere in vista del futuro.

Narrant, dicunt, tradunt, con cronologica approssimazione, che il 1992 fu un anno cruciale, e in effetti lo fu, ma non tanto e non solo per implicazioni di carattere economico e finanziario, quanto per un pericoloso cambio di rotta politico a soluzione del debito pubblico, della crisi e delle imprese pubbliche e private.

A poco più di trent’anni, non è difficile individuarne le cause: fu ovviamente responsabilità di chi ha governato, ma  soprattutto dell’adozione di stringenti vincoli europei, nell’illusoria quanto masochistica convinzione che un approccio €uropeistico ci avrebbe tolti dalla crisi.

“Dio mio”! M’illusi anch’io, non era chiaro ai più cosa celava implicitamente quell’invito.

Era il 21 giugno 1999, in una video-conferenza all’Assemblea di Federchimica, (pubblicato da Radio Radicale) il “padrino” proclamava:

 "Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più ".

Non ricordo in epoca moderna una profezia più falsa e catastrofica.

Sottolineo falsa, perché il “Mortadella” sapeva che, in condizioni di sovranità, la svalutazione del tasso di cambio sarebbe stata un’arma potente per recuperare competitività in campo internazionale.

Le conseguenze di quell'improvvida adesione all’€uro, e alle relative direttive europee, hanno contribuito al resto: dal 2002 in poi iniziò un declassamento costante e al ribasso dell’economia interna, che ci impoverì tutti, anzi no... non proprio tutti.

Chi sapeva, aveva già preso le sue precauzioni, ma questa è un’altra storia e merita un capitolo a parte.

Torno a fissare quel lampadario in tessuto che penzola e mi soffermo sui problemi, sulla gestione dei vincoli, delle scadenze e delle imposte che abbiamo autolesionisticamente voluto e accettato.

Abbiamo sognato per oltre un decennio un’Europa Unita, federativa, che ci rendesse partecipi di un progresso sociale ed economico: frontiere aperte, moneta e mercato unico, libero scambio, stabilizzazione dei cambi. Bello no?

No, fu patto col diavolo e il Mortadella lo sapeva, come lo sapeva Monti, come lo sapevano i “capitani d’industria” più scafati e addentro alle cose.

Ma come poteva politicamente l’Italia cadere in un simile “cul de sac” senza l’appoggio politico di un governo e dei media? Impossibile...

Annoto in memoria, aiutandomi con Wikipedia sullo smartphone, i Governi succedutisi dalla fine degli anni novanta, mentre le scritte sul tessuto del lampadario sembrano animarsi, passando dal “quasi buio“ della stanza allo schermo accecante dello smartphone. 

Riemergono così i nomi di Prodi, D'Alema, Amato, Berlusconi (a interrompere quella linea di continuità che la politica italiana aveva intrapreso), poi di nuovo...

Prodi, Berlusconi ("ricondizionato", passatemi il termine), Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi!!!

Un lungo elenco di Presidenti del Consiglio quasi mai eletti o voluti dal popolo italiano.

Personaggi politici prestati dall’establishment €uropeista a guida della politica interna ed estera del nostro Paese.

Riporto, a campione, le dichiarazioni di uno questi “esimi” rappresentanti del popolo e della democrazia:

 


Come abbiamo fatto a sorvolare sul significato eversivo di queste affermazioni?

Le avesse pronunciate Berlusconi, o la Meloni, avrebbero scatenato l’ira e la rivolta delle sinistre, dei sindacati, delle associazioni partigiane, dei media più €uropeisti. Nulla di tutto questo.  Come gregge e popolo silente abbiamo accettato che queste minacce diventassero realtà.

Una realtà costruita con pazienza e ingegno (bisogna ammetterlo), che si avvale di una struttura complessa e potente, che comprende più livelli:

  • il capitale internazionale, la BCE e il sistema bancario a esso collegato (l’euro in questo caso è vero e proprio strumento di governo);
  •  le multinazionali di chi detiene il capitale internazionale;
  • l’Unione Europea, con tutta la nomenclatura possibile (Commissione e Consiglio UE);
  • politici e figure istituzionali di governo;
  • giornalisti, intellettuali, personaggi della cultura e dello spettacolo fidelizzati, se non addirittura salariati;
  • la Magistratura, ovvero lo strumento giuridico funzionale alle esigenze del potere;
  • l’informazione (tv, radio, giornali, social), strumento del condizionamento e della   propaganda;
  • politici e Istituzioni: Governo, Parlamento, Corte costituzionale e Quirinale (a proposito: quanto ci manca Presidente Cossiga!)

Sì, ma il popolo? Non scherziamo, “Il pesce puzza dalla testa” recita un noto proverbio napoletano e non esiste metafora più pertinente.

Sono stanco, la sagoma del lampadario è sempre più confusa e nebulosa, mi convinco sia inutile sprecare altre ore di sonno e chiudo gli occhi con un ultimo pensiero:  


Che fine ha fatto la democrazia? Riusciremo a recuperare la sovranità perduta?


Vabbè, scusate, notte...💤


(daniel_sempere1)

14 dicembre 2024

 

NATO... o NON NATO?

To be, or not to be, that is the question"
No, tranquilli, non mi sto preparando a interpretare il ruolo di Amleto di William Shakespeare, non ne avrei l’ardire! Vuol esser libera reinterpretazione del celebre dubbio amletico che pervade la nostra esistenza.
L’orizzonte della pace in Ucraina è troppo nebuloso per intravederne i contorni.
Il Signore della guerra, l’uomo che più di tutti ha armato il dialogo con la Russia negli ultimi dieci anni, è ancora lì, nonostante debba lasciare la Casa Bianca in favore del più promettente successore. Il destino della guerra in Ucraina è ancora nelle sue mani, nonostante tutto.

Sì perché, se da un lato dichiara di non chiudere le porte alla diplomazia con Mosca, nel contempo discute e approva l’invio di F16, di F35 e di sistemi missilistici a medio lungo raggio. 

E se un giorno l'Ucraina diventasse membro della NATO, sarà un membro come gli altri? Sarà in grado di mantenere complessi equilibri politici e diplomatici con lo scomodo vicino di casa?

Al nuovo inquilino della Casa Bianca il difficile compito di ottenere un cessate il fuoco in questa intricata situazione, resa ancor più complessa da interessi militari, economici e geopolitici di portata mondiale. 
La NATO, da far suo, tergiversa e vorrebbe organizzare un summit per discutere cosa faranno non oggi, non domani, ma dopodomani! 
Prima che sia troppo tardi, qualcuno là in alto dovrebbe far capire ai capoccioni della NATO che non è stata la Russia a installare postazioni antimissile in Ucraina, Cecenia, Romania e Polonia, considerandola una minaccia nucleare. E' stata l’Alleanza Atlantica, ma sarebbe più corretto dire, è stato il Signore della guerra, l’ultimo dei quali, guarda caso, porta il nome di Joe Biden.

Esiste una sostanziale differenza tra il confrontarsi a un tavolo diplomatico con Putin e il dichiarare guerra alla Russia, trascinando con sé l’intera Europa!  Ma la NATO non considerò il pericolo e nel 2005 corteggiò l’allora presidente dell’Ucraina Viktor Yushchenko (prima ancora governatore della Banca centrale), per favorire un’entrata del suo Paese nell'UE e nella NATO, convincendolo a sbarazzarsi in un futuro prossimo della presenza della marina russa nel Mar Nero (Crimea).

Ora, vai a spiegare agli ucraini che i loro padri, i loro mariti e i loro figli sono morti per convenire agli interessi del Deep-State o, se preferite, del WEF (World Economic Forum).

Non scrivo “degli Stati Uniti”, perché lo Stato profondo non rappresenta il popolo americano, bensì una complessa e ristretta élite anti-popolare, che agisce nell'ombra e cura solo i propri interessi.
Detto questo, è impossibile prevedere gli esiti del conflitto ucraino. 
Sono certo che Trump farà di tutto per promuovere accordi di pace e rafforzare la sua leadership in campo internazionale ma, paradossalmente, saranno i suoi alleati europei a ostacolare i suoi piani. 
Lo confesso: sono NATO-scettico :)
A “qualcuno” la guerra conviene, soprattutto se a combatterla sono gli altri.

            A proposito: Governo, noi da che parte stiamo 🤔?

(daniel_sempere1)

13 dicembre 2024

 

Colpo di Stato in Romania?









Călin Georgescu “non deve” diventare presidente della Romania.
Con un sicario o un attentato terroristico lo si poteva eliminare, ma...
Se poi mi diventa un eroe martire?” 
No, bisognava escogitare uno stratagemma che lo eliminasse dalla scena politica oscurandone l’immagine.
🤔 Già, ma come?
La soluzione venne trovata a Bruxelles, nel cuore della DEMocrazia occidentale in Europa.
A suggerire lo spunto, come nell’avvincente romanzo “il Montaggio” di Vladimir Volkoff, non è il protagonista del romanzo Aleksandr Dmitrovic Psar, bensì 
una strega dei nostri tempi, nata a Ixelles, elegante sobborgo nella regione di Bruxelles, con una spiccata propensione al “montaggio”, alla disinformazione, alla realizzazione di complesse operazioni destinate a compromettere la credibilità degli avversari politici.
Mi sa che avete capito...
Si è scelta l’opzione meno cruenta, ma altrettanto efficace, dello scandalo e dei brogli elettorali: come nelle elezioni di ottobre in Georgia o come nei referendum indetti nel 2022 nelle regioni di Zaporizhzhya, Kherson, Donetsk e Lugansk.
L’intento è sempre lo stesso: compromettere la credibilità dell’esito elettorale per impedire ai Paesi membri dell’Unione Europea, e ai Paesi che ne hanno presentato richiesta di adesione, di uscire dalla sfera di influenza atlantista ed europeista.
Come tutte le streghe, anche quella di Ixelles ha un capo, un esimio sacerdote che vive nell’ombra, nell’oscuro e torbido mondo del Deep-State. Non me ne voglia la megera, ma è ovvio che non è tutta farina del suo sacco!
Ma torniamo a noi, la Romania è una delle vie d’accesso obbligate, unitamente all’Ucraina e alla Polonia, per l’occidente Europeo. Nel contorto e controverso immaginario atlantista, la linea virtuale di confine deve passare per le frontiere orientali di queste tre regioni. 
Per nessuna ragione: politica, militare o sociale, quella linea può essere rimossa. La NATO considera geopoliticamente “sue” queste tre regioni, al  punto di collocarvi installazioni missilistiche statunitensi con testate nucleari, per difenderne i confini.
Non esiste ragione politica o volontà popolare che tenga.
Se la Polonia, da questo punto di vista, si rivela molto “collaborativa”, lo stesso non si può dire per Ucraina e Romania, Paesi in cui il dissenso popolare e la complessa composizione etnica, linguistica e culturale, ne determinano instabilità e dissociazione.
Se per la difesa della regione Ucraina è già in atto una guerra cruenta per procura, per la Romania si profila una guerra diplomatica, un conflitto di interessi che porta con sé ricatti di natura finanziaria e accuse di brogli elettorali.
Ma esiste una ragione di natura militare per negare al popolo Rumeno il diritto all’autodeterminazione: in Romania sono installate numerose postazioni dei sistemi ABM (Anti Ballistic Missile), sistemi di lancio missilistico che “ufficialmente” montano armi difensive, ma che in realtà possono montare testate nucleari d’attacco.
Avevo trattato questo argomento in questo tweet il 7 dicembre scorso




Sistemi di lancio missilistico che ufficialmente dovrebbero ospitare missili antimissile, quindi “armi difensive”,  ma che in realtà possono ospitare anche missili d'attacco.
Ma non è tutto!  In Romania è in fase di ampliamento la base NATO Mihail Kogălniceanu Airbase, destinata a diventare la base militare della NATO più grande in Europa, probabilmente del mondo.
Una base strategica a poche centinaia di chilometri dalla Moldavia, altro paese appena al di là del territorio che la NATO considera geopoliticamente “suo”.
Attenzione però: la Moldavia è regione separatista filo-russa, 🤔 vuoi vedere che sarà la prossima vittima di questa assurda campagna di espansione?
Destino che toccherà a tutte le regioni che si affacciano sul Mar Nero, per impedire che diventino porto di accesso militare della Russia.
In queste complesse e controverse condizioni, come può il candidato Călin Georgescu, NATO-scettico ed €euro-scettico vincere le elezioni?
Le possibilità sono ridotte al minimo, a meno che l’euroscetticismo europeo non si ribelli alle ingerenze di USA e NATO...
Possiamo sopportare ancora a lungo una simile ingerenza da parte di Washington? Siamo degli ingenui se crediamo in questa Unione Europea, o se crediamo di essere dei filantropi “esportatori” di libertà e democrazia.
Forza Ucraina, ribellati almeno TU!

(daniel-sempere1)

12 dicembre 2024

 

La bufala Russa


Ammettiamolo, la vittoria di Trump alle recenti presidenziali USA ci ha restituito un minimo di speranza per il futuro.

Ok, non sarà la panacea di tutti i mali, ma rappresenta sicuramente un salvagente cui aggrapparsi per non annegare nelle torbide acque del Deep-State.

Si sa, la politica è larte del vendere sogni e chi la esercita come professione conosce tutti i trucchi del mestiere.

Ma nessuno di noi si sarebbe aspettato che, nel giro di due anni o poco più, si scatenasse l’inferno!

Dapprima il Covid, che ha insanguinato mezzo mondo, imposto leggi assurde e costretto milioni e milioni di cittadini impotenti a subire vaccinazioni di massa, come manzi da macello ...

Poi il conflitto Ucraino, scoppiato come fulmine a ciel sereno, ma che in realtà era nell’aria.

L’accordo di libero scambio con l’Ue, osteggiato dall’allora presidente filorusso Yanukovich (poi destituito), scatenò una prevedibile rivolta di passione, risvegliando antichi legami con la cultura russa, che portò alla morte di quattromila vittime innocenti quando la regione orientale del Donbass venne stravolta dalle violenze secessioniste e dalla violenta risposta del governo di Kiev.

È dal 2014 che la Russia reclama rispetto e tutela per le comunità russofobe, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, che avevano tutto il diritto di vedersi rispettare gli esiti referendari sull’autonomia.

La propaganda occidentale non perse tempo nel millantare brogli e sotterfugi elettorali, ma chi ha vissuto “da vicino” quei momenti, nelle regioni controllate dai miliziani di Kiev, ricorda quanto fu spontaneo e sofferto quel voto.

Fu così che nacque il Russiagate e uscirono dai tombini del political journalism brand le millemillantate bufale di personaggi come Iacoboni, Friedman o dello spiritato Orlowski, giusto e solo per ricordare alcuni campioni della crociata anti-Putin.

Una vera e propria crociata filo atlantista ed €peista organizzata tramite “Stampa” e TV.

Del resto, come non compiacere chi ti garantisce il pane quotidiano? 

Si sa che la professione del giornalista è tanto più ricca quanto più è servile. 

No, attenzione, non sono io a dirlo, ma : Nicolás Gómez Dávila:

“ La stampa non vuole informare il lettore,                              ma convincerlo che lo stia informando. ”

Loro sono quelli intelligenti, quelli bravi, quelli che ti sgamano, che hanno amici influenti ovunque.

Sono campioni delle false indagini sulla collusione russa, col compito di smontare qualsiasi voce fuori dal coro.

Sia chiaro, non sono i soli e non sono gli unici, li ho presi a campione per suggerire un target della propaganda più agguerrita.

La verità, si sa, non prende l’ascensore, sale lentamente, come anziana e dignitosa signora.

All’intraprendente e atletica cospirazione il compito di volare ai piani alti, sperando che l’anziana signora non giunga al traguardo e si arrenda alla fatica e agli stenti di una impegnativa scalata... 

Questa straordinaria bufala Russa nasce Oltre Oceano, dove tutto ha inizio, dove tutto si crea.

Ancora oggi, nonostante le crepe sempre più evidenti di questa propaganda, Jake Sullivan, assistente di Hillary Clinton, continua a mentire come consigliere, per sostenere l’imbarazzante tesi del Russiagate, tanto cara al presidente Biden.

Christopher Steele, la spia britannica e il suo complice Glenn Simpson, assunti dai Clinton per creare il losco dossier, sono tuttora impegnati nella produzione per l’establishment DEM.

Accade così che personaggi come Andrew Weissmann, Peter Strzok, John Brennan e chissà quanti altri, continuino a spacciare bugie per verità scandalose.

 

Indagheranno a fondo su questi loschi individui?

Possiamo solo augurarcelo, come vorremmo che i responsabili della panDEMenza di casa nostra pagassero per i loro crimini. Non è vendetta, ma desiderio di giustizia, per poter ancora credere nello Stato e nei suoi rappresentanti.

(daniel_sempere1)