A LUCI SPENTE
Sto invecchiando! Sono rimasto
sveglio, con gli occhi inchiodati nel “quasi buio”, a fissare il lampadario in
tessuto che penzola immobile nella camera.
Mi chiedevo: “Come ha fatto il nostro
Paese a passare da 5^ potenza economica al mondo (nei primi anni novanta) alla 17^ posizione,
vedendosi superare in graduatoria persino da Svizzera, Australia, Canada, Paesi
Bassi, Austria, Irlanda e Belgio?”
[dati Global Attractiveness Index 2024-
aggiornati a lunedì 23 settembre 2024]
Domanda retorica ovviamente, ma val
la pena ricostruire quanto accaduto, per comprendere quali sono le precauzioni da
prendere in vista del futuro.
Narrant, dicunt, tradunt, con
cronologica approssimazione, che il 1992 fu un anno cruciale, e in effetti lo
fu, ma non tanto e non solo per implicazioni di carattere economico e
finanziario, quanto per un pericoloso cambio di rotta politico a soluzione del debito
pubblico, della crisi e delle imprese pubbliche e private.
A poco piΓΉ di
trent’anni, non Γ¨ difficile individuarne le cause: fu ovviamente responsabilitΓ di
chi ha governato, ma soprattutto dell’adozione di stringenti vincoli
europei, nell’illusoria quanto masochistica convinzione che un approccio
€uropeistico ci avrebbe tolti dalla crisi.
“Dio mio”! M’illusi anch’io, non
era chiaro ai piΓΉ cosa celava implicitamente quell’invito.
Era il 21 giugno 1999, in una video-conferenza
all’Assemblea di Federchimica, (pubblicato da Radio Radicale) il “padrino” proclamava:
"Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in piΓΉ ".
Non ricordo in epoca moderna una
profezia piΓΉ falsa e catastrofica.
Sottolineo falsa, perchΓ©
il “Mortadella” sapeva che, in condizioni di sovranitΓ , la svalutazione del tasso
di cambio sarebbe stata un’arma potente per recuperare competitivitΓ in campo
internazionale.
Le conseguenze di quell'improvvida
adesione all’€uro, e alle relative direttive europee, hanno contribuito al
resto: dal 2002 in poi iniziΓ² un declassamento costante e al ribasso dell’economia
interna, che ci impoverì tutti, anzi no... non proprio tutti.
Chi sapeva, aveva giΓ preso le sue
precauzioni, ma questa Γ¨ un’altra storia e merita un capitolo a parte.
Torno a fissare quel lampadario in
tessuto che penzola e mi soffermo sui problemi, sulla gestione dei vincoli,
delle scadenze e delle imposte che abbiamo autolesionisticamente voluto e
accettato.
Abbiamo sognato per oltre un decennio un’Europa Unita, federativa, che ci rendesse partecipi di un progresso sociale ed economico: frontiere aperte, moneta e mercato unico, libero scambio, stabilizzazione dei cambi. Bello no?
No, fu patto col diavolo e
il Mortadella lo sapeva, come lo sapeva Monti, come lo sapevano i “capitani
d’industria” piΓΉ scafati e addentro alle cose.
Ma come poteva politicamente l’Italia
cadere in un simile “cul de sac” senza l’appoggio politico di un governo
e dei media? Impossibile...
Annoto in memoria, aiutandomi con Wikipedia sullo smartphone, i Governi succedutisi dalla fine degli anni novanta, mentre le scritte sul tessuto del lampadario sembrano animarsi, passando dal “quasi buio“ della stanza allo schermo accecante dello smartphone.
Riemergono così i nomi di Prodi, D'Alema,
Amato, Berlusconi (a interrompere quella linea di continuitΓ che la politica
italiana aveva intrapreso), poi di nuovo...
Prodi, Berlusconi ("ricondizionato",
passatemi il termine), Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi!!!
Un lungo elenco di Presidenti del Consiglio
quasi mai eletti o voluti dal popolo italiano.
Personaggi politici prestati dall’establishment
€uropeista a guida della politica interna ed estera del nostro Paese.
Riporto, a campione, le dichiarazioni
di uno questi “esimi” rappresentanti del popolo e della democrazia:
Come abbiamo fatto a sorvolare sul significato eversivo di queste affermazioni?
Le avesse pronunciate Berlusconi, o
la Meloni, avrebbero scatenato l’ira e la rivolta delle sinistre, dei sindacati,
delle associazioni partigiane, dei media piΓΉ €uropeisti. Nulla di tutto questo. Come gregge e popolo silente abbiamo
accettato che queste minacce diventassero realtΓ .
Una realtΓ costruita con pazienza e
ingegno (bisogna ammetterlo), che si avvale di una struttura complessa e potente,
che comprende piΓΉ livelli:
- il capitale internazionale, la BCE e il sistema bancario a esso collegato (l’euro in questo caso Γ¨ vero e proprio strumento di governo);
- le multinazionali di chi detiene il capitale
internazionale;
- l’Unione Europea, con tutta la nomenclatura possibile (Commissione e Consiglio UE);
- politici e figure istituzionali di governo;
- giornalisti, intellettuali, personaggi della cultura e dello spettacolo fidelizzati, se non addirittura salariati;
- la Magistratura, ovvero lo strumento giuridico funzionale alle esigenze del potere;
- l’informazione (tv, radio, giornali, social), strumento del condizionamento e della propaganda;
- politici e Istituzioni: Governo, Parlamento, Corte costituzionale e Quirinale (a proposito: quanto ci manca Presidente Cossiga!)
SΓ¬, ma il popolo? Non scherziamo, “Il
pesce puzza dalla testa” recita un noto proverbio napoletano e non esiste
metafora piΓΉ pertinente.
Sono stanco, la sagoma del
lampadario Γ¨ sempre piΓΉ confusa e nebulosa, mi convinco sia inutile sprecare
altre ore di sonno e chiudo gli occhi con un ultimo pensiero:
Che fine ha fatto la democrazia? Riusciremo a recuperare la sovranitΓ perduta?
VabbΓ¨, scusate, notte...π€
(daniel_sempere1)
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