Colpo di Stato in Romania?
CΔlin Georgescu “non deve” diventare
presidente della Romania.
Con un sicario o un attentato
terroristico lo si poteva eliminare, ma...
“Se poi mi diventa un eroe martire?”
No, bisognava escogitare uno stratagemma che lo eliminasse dalla scena politica
oscurandone l’immagine.
π€ GiΓ , ma come?
La soluzione venne trovata a Bruxelles, nel cuore
della DEMocrazia occidentale in Europa.
A suggerire lo spunto, come nell’avvincente romanzo “il Montaggio” di Vladimir Volkoff, non Γ¨ il protagonista del romanzo Aleksandr Dmitrovic Psar, bensΓ¬
π€ GiΓ , ma come?
A suggerire lo spunto, come nell’avvincente romanzo “il Montaggio” di Vladimir Volkoff, non Γ¨ il protagonista del romanzo Aleksandr Dmitrovic Psar, bensΓ¬
una strega dei nostri tempi, nata a Ixelles,
elegante sobborgo nella regione di Bruxelles, con una spiccata propensione al “montaggio”,
alla disinformazione, alla realizzazione di complesse operazioni destinate a
compromettere la credibilitΓ degli avversari politici.
Mi sa che avete capito...
Si Γ¨ scelta l’opzione meno cruenta, ma altrettanto efficace, dello scandalo e dei brogli elettorali: come nelle elezioni di ottobre in Georgia o come nei referendum indetti nel 2022 nelle regioni di Zaporizhzhya, Kherson, Donetsk e Lugansk.
L’intento Γ¨ sempre lo stesso: compromettere la credibilitΓ dell’esito elettorale per impedire ai Paesi membri dell’Unione Europea, e ai Paesi che ne hanno presentato richiesta di adesione, di uscire dalla sfera di influenza atlantista ed europeista.
Come tutte le streghe, anche quella di Ixelles ha un capo,
un esimio sacerdote che vive nell’ombra, nell’oscuro e torbido mondo del
Deep-State. Non me ne voglia la megera, ma Γ¨ ovvio che non Γ¨ tutta
farina del suo sacco!
Ma torniamo a noi, la Romania Γ¨ una delle vie d’accesso obbligate, unitamente all’Ucraina e alla Polonia, per l’occidente Europeo. Nel contorto e controverso immaginario atlantista, la linea virtuale di confine deve passare per le frontiere orientali di queste tre regioni.
Mi sa che avete capito...
Si Γ¨ scelta l’opzione meno cruenta, ma altrettanto efficace, dello scandalo e dei brogli elettorali: come nelle elezioni di ottobre in Georgia o come nei referendum indetti nel 2022 nelle regioni di Zaporizhzhya, Kherson, Donetsk e Lugansk.
L’intento Γ¨ sempre lo stesso: compromettere la credibilitΓ dell’esito elettorale per impedire ai Paesi membri dell’Unione Europea, e ai Paesi che ne hanno presentato richiesta di adesione, di uscire dalla sfera di influenza atlantista ed europeista.
Ma torniamo a noi, la Romania Γ¨ una delle vie d’accesso obbligate, unitamente all’Ucraina e alla Polonia, per l’occidente Europeo. Nel contorto e controverso immaginario atlantista, la linea virtuale di confine deve passare per le frontiere orientali di queste tre regioni.
Per
nessuna ragione: politica, militare o sociale, quella linea puΓ² essere rimossa. La
NATO considera geopoliticamente “sue” queste tre regioni, al punto di collocarvi installazioni
missilistiche statunitensi con testate nucleari, per difenderne i confini.
Non esiste ragione politica o volontΓ popolare che tenga.
Se la Polonia, da questo punto di vista, si rivela molto “collaborativa”, lo stesso non si puΓ² dire per Ucraina e Romania, Paesi in cui il dissenso popolare e la complessa composizione etnica, linguistica e culturale, ne determinano instabilitΓ e dissociazione.
Se per la difesa della regione Ucraina Γ¨ giΓ in atto una guerra cruenta per procura, per la Romania si profila una guerra diplomatica, un conflitto di interessi che porta con sΓ© ricatti di natura finanziaria e accuse di brogli elettorali.
Ma esiste una ragione di natura militare per negare al popolo Rumeno il diritto all’autodeterminazione: in Romania sono installate numerose postazioni dei sistemi ABM (Anti Ballistic Missile), sistemi di lancio missilistico che “ufficialmente” montano armi difensive, ma che in realtΓ possono montare testate nucleari d’attacco.
Avevo trattato questo argomento in questo tweet il 7 dicembre scorso
Non esiste ragione politica o volontΓ popolare che tenga.
Se la Polonia, da questo punto di vista, si rivela molto “collaborativa”, lo stesso non si puΓ² dire per Ucraina e Romania, Paesi in cui il dissenso popolare e la complessa composizione etnica, linguistica e culturale, ne determinano instabilitΓ e dissociazione.
Se per la difesa della regione Ucraina Γ¨ giΓ in atto una guerra cruenta per procura, per la Romania si profila una guerra diplomatica, un conflitto di interessi che porta con sΓ© ricatti di natura finanziaria e accuse di brogli elettorali.
Ma esiste una ragione di natura militare per negare al popolo Rumeno il diritto all’autodeterminazione: in Romania sono installate numerose postazioni dei sistemi ABM (Anti Ballistic Missile), sistemi di lancio missilistico che “ufficialmente” montano armi difensive, ma che in realtΓ possono montare testate nucleari d’attacco.
Avevo trattato questo argomento in questo tweet il 7 dicembre scorso
Sistemi di lancio missilistico che ufficialmente dovrebbero ospitare missili antimissile, quindi “armi difensive”, ma che in realtΓ possono ospitare anche missili d'attacco.
Ma non Γ¨ tutto! In Romania Γ¨ in fase di ampliamento la base NATO Mihail KogΔlniceanu Airbase, destinata a diventare la base militare della NATO piΓΉ grande in Europa, probabilmente del mondo.
Una base strategica a poche centinaia di chilometri dalla Moldavia, altro paese appena al di lΓ del territorio che la NATO considera geopoliticamente “suo”.
Attenzione perΓ²: la Moldavia Γ¨ regione separatista filo-russa, π€ vuoi vedere che sarΓ la prossima vittima di questa assurda campagna di espansione?
Destino che toccherΓ a tutte le regioni che si affacciano sul Mar Nero, per impedire che diventino porto di accesso militare della Russia.
In queste complesse e controverse condizioni, come puΓ² il candidato CΔlin Georgescu, NATO-scettico ed €euro-scettico vincere le elezioni?
Le possibilitΓ sono ridotte al minimo, a meno che l’euroscetticismo europeo non si ribelli alle ingerenze di USA e NATO...
Possiamo sopportare ancora a lungo una simile ingerenza da parte di Washington? Siamo degli ingenui se crediamo in questa Unione Europea, o se crediamo di essere dei filantropi “esportatori” di libertΓ e democrazia.
Forza Ucraina, ribellati almeno TU!
(daniel-sempere1)
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