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26 maggio 2025

 L’Europa in un tappo

L’analisi critica di Daniel Sempere









Ebbene sΓ¬, l’emblema del genio che ispira le menti illuminate di questa Unione Europea, puΓ² essere ben rappresentato dal tappo con anello voluto da Bruxelles.
Una trovata tanto assurda quanto inutile, che si inserisce in un contesto di normative europee sempre piΓΉ fitte e intricate, molte delle quali sembrano lontane dalle reali esigenze della vita quotidiana dei cittadini.
Le direttive e i regolamenti europei sono nati con l’intento di garantire la sicurezza dei consumatori e di proteggere l’ambiente.
Hanno l'ambizione di assimilare le leggi tra i diversi Stati membri, promuovendo nel contempo la sostenibilitΓ  economica e sociale.
Pomposissimi obiettivi, che trovano il loro manifesto nell’“Agenda 2030”, una sorta di bibbia ideologica dell’era contemporanea.
Non solo un insieme di norme politiche, ma anche uno strumento per “plagiare” le nuove generazioni, portandole a diventare cittadini “consapevoli pronti a fronteggiare le sfide globali”.
Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che questi intenti siano stati spesso strumentalizzati per veicolare ideologie discutibili.
L’implementazione dell’Agenda 2030 nelle scuole ha dato vita a un vero e proprio lavaggio del cervello, in cui le convinzioni personali e le opinioni critiche vengono messe a tacere.
Se alcune direttive si sono rivelate utili, come quelle orientate alla riduzione del risparmio energetico e al riciclo, altre risultano del tutto superflue: la regolamentazione sulla curvatura dei cetrioli o il numero minimo di piselli per baccello, sono palesi esempi di assurditΓ  burocratiche.
Eppure, ciΓ² che Γ¨ realmente preoccupante Γ¨ l'ampia gamma di normative che hanno impattato negativamente sullo sviluppo economico e sociale dei Paesi membri.
Prendiamo, ad esempio, la gestione della pandemia da Covid-19.
Decisioni come le vaccinazioni obbligatorie, l’uso di mascherine poco efficaci, il distanziamento forzato, e i vari requisiti di certificazione, hanno scatenato non pochi dibattiti e causato non poche irregolaritΓ  e ingiustizie.
L’approccio alla green economy ha portato a divieti restrittivi che hanno sconvolto la vita di molti, come il blocco della circolazione per auto Euro 4, infrangendo la libertΓ  individuale.
Inoltre, l'imposizione di regolamenti come il Digital Services Act, costantemente giustificato con l'obiettivo di combattere la disinformazione, ha avuto l'effetto collaterale di limitare la pluralitΓ  di informazioni, trasformando Bruxelles in un'agenzia di controllo della narrazione pubblica.
E che dire delle proposte grottesche come il kit di sopravvivenza contro attacchi nucleari promosso dalla Von der Leyen?
Un’iniziativa bislacca, sembra piΓΉ un tentativo di seminare panico che una reale misura di protezione per i cittadini.
La veritΓ  Γ¨ che l’Unione Europea appare sempre piΓΉ come un carrozzone imbarazzante, incline a sposare qualsiasi causa pur di mantenere il proprio potere. 
Questa modalitΓ  di governo non puΓ² che gettare ombre sulla fiducia dei cittadini, che vedono nelle misure adottate solo un modo per tenere in vita il sistema e i suoi privilegi.
In quest’ottica, il “simpatico tappo di plastica” si erge a simbolo di una burocrazia che ama complicarsi la vita con regolamenti stravaganti, mentre basterebbe porre maggiore attenzione sui temi della raccolta differenziata e incentivare un autentico senso civico tra i cittadini.
Ai politici dell’Unione Europea, che affollano il Parlamento senza un chiaro mandato popolare, sembrano piacere solo queste regole bizzarre che sembrano beneficiare gli “amici degli amici”.
In conclusione, mentre continueremo a staccare quel tappo, Γ¨ fondamentale riflettere su come l’Europa possa evolversi e rispondere alle esigenze reali di chi vive al suo interno, abbandonando l’illusione di un progresso fatto di norme inutili e di riforme illusorie.


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