📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎

30 gennaio 2025

 L'alba di una nuova era?

[tempo lettura 5’:00”]

Finalmente Trump ha prestato giuramento come 47° presidente degli Stati Uniti! Chi ipotizzava di assistere all’insediamento di uno spocchioso Donald, ha dovuto ricredersi; il Tycoon si è presentato in veste seriosa, composta, ma  autorevole. 
Al suo fianco, la first lady Melania, che ha incantato per eleganza e compostezza; virtù sconosciute alle cariatidi signore della sinistra.  

Nel suo discorso inaugurale, Trump ha definito l’inizio del suo mandato come l’ ’"età dell'oro", lo spartiacque tra l’era delle follie del Green-Deal  e della Woke-Culture  e il ritorno a un sano realismo.

Nel suo primo incontro pubblico, il Presidente, ha affrontato questioni delicate: l'indipendenza energetica, la riforma dell'immigrazione, la fine delle guerre nel mondo e la ripresa delle esplorazioni nello spazio.
Ha descritto gli ultimi quattro anni come uno dei periodi più bui della storia americana, (come dargli torto?), durante i quali i cittadini statunitensi hanno subìto una serie di “abusi e tradimenti” da parte di "un sistema radicale e corrotto".

Riporto sinteticamente i temi affrontati e il piano degli interventi in essere, onde apprezzare il sano pragmatismo alla base del suo programma politico.

Emergenza immigrazione

Trump ha annunciato l'immediata sospensione di "tutti gli ingressi illegali" e la fine dello "ius soli" per quanti non intendono vivere nel rispetto delle leggi e dei requisiti legati al riconoscimento della cittadinanza statunitense.

Ripresa delle estrazioni petrolifere

In ragione di un'emergenza energetica nazionale, verranno riprese nuove trivellazioni per petrolio e gas, rigettando le follie legate all’ideologia del "Green-Deal".

Tariffe e tasse

Gli Stati Uniti torneranno a essere "una nazione manifatturiera", istituendo un External Revenue Service, per imporre dazi sulle importazioni e rilanciare l’economia interna.

La questione di genere

Si porrà fine alla politica del "manipolare socialmente razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata"; esistono solo due generi: maschile e femminile. 
"American society does not take into account skin color and is based on merit"

Guerre

L’America deve tornare a essere "l’esercito più forte del mondo", salvaguardando tuttavia il ruolo di Paese unificatore e pacificatore all’interno del panorama internazionale.               
< Il nostro successo non si misurerà in base alle battaglie che vinceremo, ma in base alle guerre a cui porremo fine e alle guerre in cui non verremo coinvolti>

Golfo del Messico e Canale di Panama

Gli Stati Uniti cercheranno di riprendere il controllo del Canale di Panama, poiché lo Stato di Panama <...ha totalmente violato" il trattato del 1977, collaborando con la Cina.>

Esplorazioni nello spazio

Verranno garantiti nuovo impulso e slancio alle imprese spaziali, per piantare la bandiera a stelle e strisce sul pianeta Marte.

Inoltre:

  • Verrà revocato l'ordine di Biden di affrontare i rischi dell'intelligenza artificiale;
  • gli USA si ritireranno dall'Organizzazione Mondiale della Sanità;
  • verrà ripristinata la libertà di parola e posto fine alla censura federale;
  • verranno graziati tutti i manifestanti del 6 gennaio (Capitol Hill );
  • verrà dichiarata l'emergenza nazionale alla frontiera, con conseguente rimpatrio dei clandestini;
  • verrà istituito un processo per individuare e combattere "Cartelli criminali internazionali" e altre organizzazioni terroristiche;
  • verrà posta una pausa di 90 giorni negli aiuti allo sviluppo estero, che avrà sicuramente ripercussioni sui media mondiali (TikTok...)
  • ripristino della pena di morte negli Stati che la contemplano nella propria giurisdizione;
  • verranno revocate le ordinanze che promuovono la DEI (Diversity, equity and inclusion) e particolari privilegi riservati alle comunità LGBTQ (quote assunzioni, ecc.…)
  • l'America verrà riportata al primo posto negli "accordi ambientali internazionali", con conseguente revoca del blocco autorizzato da Biden alle trivellazioni petrolifere nell'Artico;
  • verranno sospese le concessioni leasing per l'eolico offshore (in mare aperto) e gli Stati Uniti usciranno dall'accordo di Parigi sul clima;
  • si porrà fine all’ambientalismo radicale, per fornire acqua alla California meridionale;
  • verrà posticipata la chiusura di TikTok di 75 giorni, per tentare di raggiungere un accordo congruo con l’azienda cinese.

Insomma, un programma ricco, dettagliato, pragmatico, che, per quanto non condivisibile al 100%, riporta  la politica dell’essere e del divenire al centro del dibattito nazionale e internazionale.
È davvero l'alba di una nuova era per gli Stati Uniti d'America?
Presto per dirlo, ma noi italiani possiamo solo invidiare questa proiezione futuribile e realistica del rieletto Presidente Trump.
L’Europa della “Von der Pippen” ( 🙏perdonatemi, non riesco proprio a menzionarla diversamente), tenta al contrario di smarcarsi. 
Saviano, Magi, Berizzi e associati si strappano le vesti ed evocano il pericolo fascista, ma cosa c’è di più dispotico e autocratico dell’istituire un regime sanitario, del generare un’apartheid, del pretendere un nazi green-pass, del negare lavoro, assistenza sanitaria, servizi e diritti costituzionali agli obiettori del sistema?

(E' pura provocazione!)

👇
Grazie Trump,
se sei interessato, non ci dispiacerebbe diventare
il 51° stato degli USA con te al timone...

(daniel-sempere1)

27 gennaio 2025

 

È crisi esistenziale 
dei media occidentali

(🕑lettura 3’04”)
TV e carta stampata stanno attraversando una profonda crisi in termini di ascolti e lettori. Sono soprattutto i media più istituzionalizzati ad accusare il colpo.
Quali sono le ragioni di questa crisi?
Si pensi alle reti RAI, a Mediaset, a La7, o a testate storiche come Repubblica, La Stampa... Per decenni hanno fatto da cassa di risonanza a fonti di governo nazionali ed estere, riducendo la narrazione degli eventi globali a spot del pensiero unico... una sorta di “esca del pensiero dipendente” per ascoltatori e lettori.

Il gioco ha retto e ha portato i suoi frutti finché la rete, il web, non ha favorito una diversa e pluralistica informazione, determinando la migrazione  degli utenti più esigenti sulle piattaforme social, crocevia del pensiero divergente.

I media aziendali occidentali, sostenuti dalle élites capitaliste (Agnelli, Cairo, Berlusconi...) e dal clientelismo, hanno favorito il controllo politico dell'informazione, arrivando a lottizzare le sedi  delle reti nazionali, pur  di mantenere una presa e un controllo parziale o totale della narrazione.
Tutto quello che riguardava questioni di politica nazionale e internazionale era vissuto e raccontato con la voce e gli occhi dell’establishment di riferimento.
Furono, e sono tuttora, gli anni del sensazionalismo, dei dettami editoriali che suscitano l'indignazione o l'ammirazione del pubblico più passivo.
Poi, per fortuna, lettori, spettatori e persino alcuni addetti ai lavori, si sono resi conto che qualcosa di tremendamente disfunzionale si nasconde dietro a quella narrazione.

Intercettando questo sentimento di crescente sfiducia nei confronti dell’informazione globalista, sono nate piattaforme   come le cinesi CGT e China Daily, la russa RT (che annovera i migliori commentatori e giornalisti emergenti) o la indiana WION, giusto per offrirvi qualche suggerimento.
Il web ha offerto visibilità e voce a queste emittenti, creando il panico nel mondo dell’informazione unica.

L’indipendenza editoriale è l’unica garanzia, l’unico strumento in grado di contrastare il monopolio occidentale dell’informazione; è da considerarsi la nuova cultura mediatica.

Il pubblico passivo della classe media, quello della sinistra benpensante, quello narcotizzato dalla narrazione globalista, si arrocca attorno ai propri idoli,
ai fact-checker nostrani, ridicoli investigatori e opinionisti indebitamente investiti del ruolo di "censori e castigatori".
Ma il mondo sta cambiando, sta uscendo dai confini della propaganda globalista e il popolo del web è destinato a contrastare qualsiasi forma di sovranità editoriale,  in difesa del pluralismo e del rigore intellettuale.
Non sarà una transizione semplice.  Serviranno impegno, sacrificio, indipendenza economica, onestà intellettuale, indipendenza politica e la volontà di sfidare le più vantaggiose abitudini assistite dal potere politico ed economico.

Let's network, dev’essere il nostro slogan.

Condividiamo la miglior informazione, senza cadere in competizione.

Amici miei, non importa chi l’ha detto o scritto per primo, l’importante è condividere ciò che è giusto conoscere...   

(daniel_sempere1)


23 gennaio 2025

 

La rivincita dei Normies

(🕑lettura 3’31”)

È la rivincita del mondo “complottista”?

Eravamo diventati oggetto di studio e fenomeno sociale: un’apposita Commissione Europea ci aveva dedicato un’indagine parlamentare per identificarci e finanziare agenzie addette al controllo e alla censura, con il pretesto di proteggere Governi, comunità e mondo della comunicazione dal “virus” del complottismo noVax, noWar, noWoke, bla bla bla...

Vennero così raccolte, in un unico e corposo fascicolo, tutte le "Teorie del complotto" degli ultimi trent’anni, anche le più fantasiose, con l’intento di screditare il pensiero critico.
Venne dato mandato a META e al DigitalService Act il compito di filtrare i contenuti online, per  ridurre gli effetti di una <potenziale campagna di disinformazione>.
Le nostre battaglie social venivano contrastate come attività destabilizzanti, una sorta di pericoloso attivismo destinato  al reclutamento di ideologi ed estremisti di destra.

Bei tempi” avrà pensato Mentana, prima che il Meta di Mark Zuckerberg dicesse addio al fact-checking, lasciando a piedi Open e Pagella Politica.

Par di sentire il Chicco nazionale e i suoi degni compari:

Trump e Musk costituiscono un pericolo fascista!

Ma quale Ordine Mondiale? Non esiste una élite globalista, non esiste nessuna Woke-culture! 

Le sinistre ideologie, che stavano decostruendo l’Occidente, stanno impazzendo.
E noi, i normies, persone comuni che osavano sfidare la censura e le regole della peggior plutocrazia, ci ritroviamo  a raccogliere i primi frutti di quelle battaglie per la verità.
I padroni delle grandi istituzioni, della ricchezza e del potere, si ritrovano a dover incassare una sconfitta morale e politica.
Sia chiaro: la battaglia non è finità, sono élites   guidate da un irrefrenabile impulso di controllo, che detestano il pensiero divergente e odiano la democrazia.
Il loro modello di "Stato" si traduce in un governo perpetuo, tecnocratico, dirigista, €uropeista e atlantista, che non può e non deve essere sottoposto a verdetto popolare.

Ebbene, avevamo ragione su tutto: 

  • a considerare la panDEMenza un esperimento sociale destinato al controllo del cittadino; 
  • a considerare l’Unione Europea e il WEF come cuori pulsanti delle peggiori lobby capitaliste;
  • a considerare il Donbass come terreno di scontro degli interessi geopolitici della NATO e delle industrie della guerra.

Senza di noi queste élites avrebbero cambiato tutto: il sesso dei nostri figli, il clima, la storia, le nostre tradizioni, la nostra fede, la nostra auto, la nostra alimentazione;  avrebbero modificato la nostra Costituzione, sostituendola con lo Statuto dei diritti e doveri del New World Order ("non avrai nulla e sarai felice"), e con gli obiettivi dell'Agenda2030.

La nostra “resistenza" e la nostra tenace battaglia in favore della verità, hanno creato crepe e dubbi a tutti i livelli.
Eravamo isolati, disorganizzati, ma abbiamo saputo reagire, sfidando idranti, apartheid, sospensioni, censure e blocchi.
L'insostituibile forza della verità non ci ha mai abbandonato.
La scesa in campo di  personaggi influenti, come Trump, Musk o Milei, ha senza dubbio avuto un effetto politico e mediatico dirompente; appartengono anch’essi a élites potenti e organizzate, ma hanno quantomeno  il merito di coniugare i propri interessi con valori e princìpi a noi  più affini. 

La sfida non finisce qui, guai ad abbassare la guardia, ma finchè vi saranno dei normies, questo mondo non precipiterà nel Kaos...

(daniel_sempere1)

20 gennaio 2025

 Ursula von der Pippen

(🕑lettura 5’ 23”)
L'avevo anticipato in un post su X e non intendo venir meno alla promessa di dedicare un mio editoriale alla donna meno amata d'Europa.
La presidente della Commissione Europea "non gode di buona salute", non mi riferisco solo alla polmonite che le ha impedito di presentarsi al processo di Liegi, ma più compiutamente, al suo più imbarazzante calo di popolarità.
Ursula von der Pippen ha annullato tutti gli appuntamenti programmati per le prossime settimane, a causa della polmonite, ma ha preferito non concedere delega provvisoria del proprio ruolo.

🤔Opzione assai discutibile per una persona gravemente malata!

Non è la prima volta che sfugge alla giustizia, ricordiamo come...
La signora Ursula ha insistito per avere un appartamento all’interno del Palazzo Berlaymont a Bruxelles, ma la polizia "non sa come perquisire l'abitazione" dove dovrebbe essere alloggiata. 
Ci è dato sapere, non chiedetemi come, che la presidente della Commissione Europea abbia indicato come sua abitazione un appartamento che in realtà non esiste all’interno dell’edificio della Commissione Europea!
Inammissibile direi! 
Ma la cosa più sorprendente è l'arroganza con cui Ursula si sottrae alle indagini, in un caso di frode per un contratto da 70 miliardi di euro, le cui conseguenze sono drammaticamente a noi note, avendo inciso pesantemente su una  popolazione di 450 milioni di cittadini europei. 

Il 6 gennaio scorso, i ricorrenti nel caso “Baldan contro von der Leyen” si sono  presentati numerorissimi  per assistere alla nuova udienza presso il tribunale di Liegi.  
Gli avvocati dell'accusa hanno espresso "sensazioni" incoraggianti; una prima decisione è prevista per il 20 gennaio.
Sono moltissime le persone accorse a sostenere la causa Baldan contro von der Leyen”. 
Da quando  è stata presentata denuncia formale, centinaia di persone,  vittime di danni da vaccino, si sono unite a questa class-action contro la Presidente della Commissione europea.

Ma chi è "Frédéric Baldan"? 
Baldan, viene riduttivamente etichettato dalla censura della Digital Services Act   come un lobbista belga,  vicino ai no-vaxche si occupa di relazioni commerciali tra Cina e Ue.
Le principali accuse contro Ursula von der Leyen, Albert Bourla, le società Pfizer e BioNtech, riguardano l'abuso di cariche e titoli, la distruzione di documenti pubblici e la corruzione. 
Accuse gravissime, che potete trovare nell'interrogazione parlamentare 
- E-001254/2023 :

"Denuncia penale nei confronti della Presidente Ursula Von Der Leyen riguardo lo scandalo degli scambi di SMS con la casa farmaceutica Pfizer"

Il PfizerGate, rivela una gestione estremamente centralizzata e autoritaria della von der Pippen, al limite dell' “abuso di potere”, come lo definisce un funzionario.
In passato, la presidente della Commissione Europea non ha esitato a estromettere commissari e funzionari non "allineati", senza attendere il parere dei comitati interni o dei tribunali preposti.

Come intende difendersi Ursula dalle gravi accuse?
Gli avvocati della signora von der Leyen invocano l'immunità legale, relativa alle funzioni del suo ufficio, mentre quelli della Pfizer sostengono che i ricorrenti non hanno alcun interesse nel caso e nessuna legittimità ad agire.
La sensazione è che siano in gioco non solo il futuro della Presidente della Commissione Europea, ma la credibilità stessa della Commissione e di questa plutocratica UE.

Rimarrà una dolce suggestione?
Presto sapremo se la giustizia europea è in grado di applicare le regole che impone ai comuni cittadini o se i politici, a essa connessi, si considerano al di sopra della legge.
Ci auguriamo, tutti, che il 20 gennaio si prendano decisioni credibili.
Immagino che molti dei deputati presenti nel Parlamento Europeo siano animati da buone intenzioni, ma si ha la sensazione che la maggior parte di essi sia costretta a conformarsi ai desideri del gruppo politico di appartenenza, per non essere estromessa da commissioni e nomine.
I tentativi fin qui utilizzati per sfuggire alla giustizia sono a dir poco scandalosi; tra bugie e sotterfugi le indagini vengono continuamente ostacolate.  
                   
L'Ungheria di Orban avrebbe richiesto obblighi aggiuntivi all'indagine,
per costringere Ursula von der Leyen e Albert Bourla a produrre i famosi messaggi di testo "mancanti". 
Richiesta respinta inizialmente con il pretesto dell'immunità legale per la Presidente della Commissione.
🤔Beneficio superfluo per chi ha la coscienza pulita. 
Se risultasse che, nei contratti negoziati dalla signora von der Leyen, non fu garantito dalla Pfizer che i suoi prodotti avessero una qualche garanzia nel prevenire la trasmissione del Covid-19, si avrebbe conferma  del grave inganno arrecato agli Stati membri dell'Unione e ai loro cittadini .
È battaglia politica prima ancora che giudiziaria; un'eventuale condanna della von der Pippen avrebbe gravi conseguenze  sull'intera Unione. 

Si prospetta una battaglia durissima, poichè gli interessi in gioco sono preminenti.
Attendiamo con inquieta trepidazione  la decisione del 20 gennaio, data che coincide cronologicamente,  e simbolicamente, con l'insediamento del nuovo presidente Trump.
Se la giustizia avrà il sopravvento, si prevedono ripercussioni  su scala europea e mondiale.

Di fronte a tale ipotesi, che potrebbe segnare l'inizio di una nuova era, c'è da chiedersi perchè  il "servizio pubblico" tace e preferisce occuparsi di  questioni assai più banali... 

(daniel_sempere1) 

16 gennaio 2025

Le radici della violenza

Era il 2005, sembra passato un secolo, quando Oriana Fallaci, nel suo libro 

"Le radici dell’odio”, scriveva:

       
Furono parole che sconvolsero gli intellettuali di sinistra, troppo intenti a recitare un ruolo e a promuovere ideologie, spacciandole per verità assolute. Sono circa un milione e mezzo i migranti arrivati in Italia dal 2013 al dicembre 2024, molti dei quali non sono riusciti a integrarsi, a trovare un lavoro, a conformarsi alle nostre leggi e alla nostra tradizione.
Molte città italiane vivono una situazione di pericolo e degrado costante; l’allarme è lanciato da residenti e commercianti delle aree più coinvolte, ma le amministrazioni di sinistra minimizzano.
Le cronache riportano quotidianamente episodi di atti criminali perpetrati da immigrati irregolari. 
Risulta tuttavia più agevole scatenare una guerra ambientalista ai veicoli diesel o al fumo, che pattugliare le zone rosse e garantire maggior sicurezza ai cittadini.
Avremo dunque delle città smoke-free, dove viaggiare a 30/50 km all’ora, poco importa se scatterà il coprifuoco dopo le 20, con il rischio di subire aggressioni, vandalismi, furti, o stupri in prossimità di stazioni, metropolitane, piazze e angoli storici delle nostre città.

Oriana Fallaci aveva previsto tutto questo, come aveva previsto il conseguente degrado delle aree urbane e la radicalizzazione, dentro e fuori dal carcere, della cultura islamica più estremista.
Ma guai ad ammetterlo, verrai tacciato d’essere razzista e fascista, un ritornello stantìo, che sinistra e Chiesa cattolica rispolverano ipocritamente, in nome di un'incompiuta inclusività.
Il rischio che anche in Italia possano nascere cellule terroristiche è alto, il fenomeno non riguarda più solo Francia, Belgio o Germania.
L' intelligence italiana afferma che nel nostro Paese si è sviluppato una sorta di "terrorismo autoctono", non del tutto connesso con organizzazioni terroristiche di livello internazionale, ma è ovvio che un’immigrazione incontrollata e permissiva finirà con il favorire infiltrazioni estremistiche all’interno della massa di migranti, soprattutto ora, alla luce dei recenti sconvolgimenti socio-politici che hanno coinvolto il medio oriente e molti degli stati nordafricani.

Tra il 2004 e il 2024 si sono verificati complessivamente più di 200 attacchi terroristici nell’UE, la maggior parte di questi in Francia, Spagna, Regno Unito e Germania, come evidenzia la mappa sottostante.

Deve preoccupare la presenza di gruppi che si rifanno all’idea e all’esperienza dello Stato Islamico, che si concentra sulla lotta al Cristianesimo e alla cultura occidentale.
Chi ha seguito la vicenda di Ramy Elgaml, il 19enne morto la notte dello scorso 24 novembre dopo un inseguimento con i Carabinieri, avrà notato come sia forte e condivisa la chiamata alla “rabbia dei musulmani”, supportata non solo da giovani immigrati di 1^ e 2^ generazione, ma da centri sociali e collettivi studenteschi autonomi (tra cui il fumettista Zerocalcare).

I cori dei manifestanti non sono cori di solidarietà, ma di autentica sfida allo Stato e alle Istituzioni:

"Vendetta per Ramy. La polizia uccide"

"Unici stranieri gli sbirri nei quartieri"


Non è un segreto: i Paesi con un coefficiente di terrorismo potenziale più elevato sono quelli con una percentuale di popolazione musulmana più elevata, dove nascono e si polarizzano le organizzazioni jihadiste.
Nonostante gli sforzi delle FFOO e della nostra intelligence, l'ideologia del terrorismo persiste e continua a diffondersi online e in alcuni luoghi di culto, dove il controllo risulta essere assai più complesso.

Per ora abbiamo assistito a minacce di lupi solitari, ma certi segnali non vanno ignorati, poiché più bassa è la prevenzione, più è alto il rischio di una escalation.
La mancata disciplina dei flussi migratori favorisce la clandestinità.
D'altro canto, chi cerca di proporre una narrazione umanitaria e indulgente del fenomeno o è un irresponsabile o nutre vantaggi personali...
Attenzione dunque, chi vive ai margini della legalità finisce nelle maglie della delinquenza e il proselitismo di stampo ideologico attinge la propria “manovalanza” tra i giovani meno integrati.
Chiudo proponendo un'amara provocazione in video di Oriana: 
“Colpiranno anche noi”

    daniel-sempere1)



12 gennaio 2025

 

La sindrome del calzino arcobaleno


Ricordate Linus, il protagonista timido dei Peanuts, il bambino introverso dalla inseparabile copertina che dispensa massime esistenziali?
Sono convinto che gran parte della sinistra politica abbia adottato il calzino arcobaleno come surrogato ideologico, una sorta di simbolo transizionale e distintivo della "mother woke".

L’ex primo ministro Trudeau, il sindaco meneghino Sala, il premier francese Macron, una folta schiera di decadenti e spocchiosi radical-chic, sfoggiano tuttora il pedalino multicolore dell'appartenenza, distribuendo "perle di saggezza".
calzini arcobaleno sono come la coperta di Linus, hanno il potere di esorcizzare ciò che non piace o che può ostacolare le proprie ambizioni.
Il fenomeno poteva ridursi a moda o tendenza d’inizio millennio ma, evidentemente, il mondo Woke è qualcosa di più.
È fenomeno culturale dissociativo, che attinge alla “Scuola di Francoforte”, scuola di ispirazione, manco a dirlo, di matrice marxista.
I suoi ideologi criticavano l’evidenza empirica (basata sull'osservazione diretta o indiretta dei fatti), contestavano il pensiero illuminista e le basi stesse della civiltà occidentale.
Il movimento intendeva abbattere i confini dell’identità sessuale e di genere, per porre fine all’ordinamento sociale tradizionale, in favore della propria minoranza. 

😬 ci sono quasi riusciti!

La Woke-culture si è infiltrata ovunque, nel mondo della politica, della cultura, dello spettacolo e dell’informazione, radicalizzando regole e leggi a tutela della propria ideologia e dei propri leader.
Persino le recenti Olimpiadi di Parigi ne hanno subito l’influenza!

L ’Agenda2030, spacciata come “manifesto programmatico, finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace” , è in realtà strumento di affermazione della cancel-culture.

Per fortuna, l’universo XX ed XY ha avvertito il pericolo e sta rispondendo nelle sedi più opportune, elettorali e politiche, per porre un limite e un freno al fenomeno.
La rielezione di Donald Trump non è casuale, rappresenta una dovuta, quanto attesa, risposta di buon senso alle ideologie più estremiste.
Non dimentichiamo che la candidata DEM, Kamala Harris, aveva posto nel suo programma elettorale la prosecuzione del processo disgregativo dell’identità statunitense e l'affermazione definitiva della cancel-culture,  in ragione di un demenziale puritanesimo progressista.

Non c’è da stupirsi se in decenni di proselitismo e propaganda, la Woke-culture sia riuscita a condizionare la vita e il modo di pensare di milioni di individui, al punto di farli sentire colpevoli del proprio stato sociale, del proprio colore, dell’essere etero, di avere una fede, di credere in valori universali.

I “calzini arcobaleno” sapevano quanto fosse importante trovare credito nel mondo giovanile per affermarsi, per questo hanno puntato su giovani e giovanissimi per allargare il proprio consenso, sfruttando l’arrendevole, quanto ingenua, complicità del mondo dell’Istruzione.
Fortunatamente, il mondo occidentale pare ribellarsi a questa pseudo-rivoluzione. 
Forse il “virus Woke” può essere ricondotto, in termini di giustizia sociale e di diritto, entro i confini della legalità e del buon senso.
Gli eccessi del transfemminismo lgbtqai+ costituiscono un serio problema per l’umanità, se la Woke-culture riesce a infiltrarsi nella sfera della vita pubblica, se arriva a presidiare e a controllare l’informazione, a censurare il libero pensiero!

Si era arrivati al punto di considerare...
  • il distanziamento sociale una virtù;
  • la guerra uno strumento di pace;
  • l’ignoranza e la censura una garanzia;
  • la libertà una schiavitù. 







Lasciamo sfoggiare questi benedetti calzini glamour a chi ne desidera narcisisticamente far sfoggio, ma facciamo in modo che la sindrome del calzino arcobaleno non diventi fenomeno di massa, che i suoi interpreti non abbattano i confini dell’identità sessuale o che pongano fine all’ordinamento sociale e politico in favore della propria assurda ideologia.

(daniel-sempere1)



09 gennaio 2025

 

Ci attende un futuro archeofuturista?


Chi ha letto i miei editoriali avrà capito che sono un blogger indipendente, senza sponsor o "padrone".
Tutto quello che scrivo e penso mi appartiene, nel bene e nel male.
Ed è così che nasce l’editoriale odierno, solleticato dalla polemica che ruota attorno al miliardario Elon Musk e alle sue presunte ingerenze in tema di politica estera.
Che le sue ambizioni siano altissime è fuor di dubbio, ma qual è il fine per il quale Musk si è avvicinato alla politica, sostenendo il candidato repubblicano Trump?
La sua visione archeofuturibile della società non ha nulla a che vedere con l’autoritarismo plutocratico di Soros o Gates (sponsorizzato dal WEF e declinato nell'Agenda2030), è qualcosa di assolutamente nuovo e rivoluzionario.
Vien dunque da chiedersi: è possibile coniugare l'innovazione tecnologica con i valori morali ed etici dell’umanesimo?

Non ho certezza.

Eppure, ho la sensazione che sotto la guida conservatrice di Trump, questa sinergia potrebbe porre fine all’autoritarismo politico dell’ultimo decennio e ridefinire i princìpi fondanti della nostra civiltà.
Musk non è solo l'imprenditore che ha prodotto Tesla e SpaceX, è un visionario che intende intrecciare tecnoscienza e avanguardia con l’etica sociale.
Sappiamo che Donald Trump intende smantellare gli eccessi di una burocrazia statalista e dirigista, in questo senso Musk, in qualità di co-direttore del nuovo Dipartimento per l'efficienza governativa (DOGE)potrebbe rappresentare un valido alleato e un modello di efficienza e produttività, ben oltre le riconosciute premesse tecnologiche e imprenditoriali. 

Acquisendo la proprietà della piattaforma X (ex Twitter), e ponendo fine alla censura di META, il Ceo di Tesla e SpaceX, ha restituito credibilità al mondo dei social networks ed è riuscito a condividere con il popolo del web “il suo immaginario futuribile”.

È “metapolitica"? Sicuramente, come lo era la propaganda atlantista-€uropeista che ha contraddistinto guerre per procura, crisi di governo, governi tecnici e pandemie.
Per questo i post di Musk risultano devastanti per le oligarchie della vecchia classe politica.
Sono messaggi provocatori, che catturano l'immaginario di milioni di persone, coinvolgendole in un gigantesco processo di trasformazione culturale.


Se le fondamenta del DeepState stanno crollando, gran parte del merito è loro.
Il modello archeofuturista, che unisce il pensiero tecno-scientifico ai valori della società tradizionale, può segnare l’inizio di una nuova era.



Per questo l’universo “falso progressista sta impazzendo!
Per questo, mi sento di augurare: Buon lavoro Trump, buon lavoro Musk...”

(daniel_sempere1)

06 gennaio 2025


Ma la Georgia?



Ci eravamo lasciati nel 2024 ipotizzando il 2025 come l’anno della rivincita, del trionfo del bene sul male ma, devo ammetterlo, non è stato un bell’inizio, anzi...
Il nuovo anno è iniziato nel segno dei vandalismi in piazza Duomo e dei disordini nel quartiere di San Siro a Milano, dove giovani immigrati, per lo più di origine nordafricana, hanno accatastato rifiuti e masserizie, provocato incendi, lanciato sassi contro i veicoli della polizia, per manifestare il proprio disprezzo verso il Paese che li ospita senza invito.

Avrei voluto dedicare un mio editoriale sul tema, ma la visita dei miei adorati nipotini e una sopraggiunta influenza mi hanno steso più dei brindisi di Capodanno.
Torno operativo dopo giorni di latitanza, trascorsi dapprima ad accogliere parenti e amici, per poi trascorrere l’inizio del nuovo anno tra montagne di kleenex e raffiche di starnuti.


Un inizio di emme, ma la Georgia?
Giusto, basta divagare.

Quando il 28 novembre scorso iniziarono le proteste in Georgia, in seguito alla dichiarazione del governo di sospendere i colloqui di adesione all'UE fino al 2028, si scatenò una feroce campagna mediatica pro-€uropa contro il neo presidente eletto Mikheil Kavelashvili .
A Tbilisi una folla di manifestanti sventolava bandiere europee, si dirigeva minacciosa verso il Parlamento dopo il giuramento di Kavelashvili, ritenendolo un presidente “illegittimo”.
Sventolavano bandiere dell'Unione europea e inviati dei principali network mainstream si affannavano a raccogliere testimonianze, talune straniere (🤔), nel tentativo di fornire all’opinione pubblica l’immagine di un governo repressivo. Durante le manifestazioni vi furono scontri violenti con la polizia, i manifestanti più violenti furono arrestati, ma di lì a poche ore i più vennero rilasciati.
 

Questa anomala rivolta senza leader chiedeva nuove elezioni, ma com’è possibile che un movimento d’opposizione non si configuri con nessun partito politico e non abbia referente alcuno nella classe politica georgiana all’infuori della ex presidente Salomé Zourabichvili, politica e diplomatica “francese” naturalizzata georgiana?

Il sospetto che le manifestazioni di protesta siano pilotate dall’esterno in funzione €uropeista è fin troppo palese.
I giovani manifestanti presenti nelle dimostrazioni antigovernative non sostenevano le consumate e impopolari figure politiche di opposizione; a chi dunque avrebbero voluto affidare il ruolo di partito d’opposizione? A Bruxelles?


Se le questioni sul tavolo politico che hanno alimentato le proteste georgiane riguardano lo stato sociale, l‘economia, l’occupazione, questa €uropa non sembra attualmente in grado di offrire soluzioni vantaggiose, anzi!
Postavo giusto oggi su X che la Germania affronta la recessione più lunga di sempre.
Si prevede che la più grande economia dell'UE subirà una contrazione per il terzo anno consecutivo nel 2025, segnando la recessione più lunga dalla seconda guerra mondiale. Secondo l'istituto di ricerca Handelsblatt l'economia tedesca è sulla buona strada per la sua più lunga recessione dal dopoguerra. Nel 2025 è previsto un terzo anno consecutivo di contrazione:

"L'istituto prevede un calo dello 0,1% nel 2025, dopo le contrazioni dello 0,3% nel 2023 e dello 0,2% nel 2024."


Questa crisi economica supera la recessione durata due anni nei primi anni 2000 e riflette gli effetti combinati di una crisi energetica, di un'inflazione persistente e della pandemia di Covid-19.

È questa la soluzione individuata dagli oppositori del governo Kavelashvili?
Direi proprio di no. La crisi profonda che sta investendo l’intero governo e l’establishment di Bruxelles certifica il fallimento delle politiche eurocentriste, lasciando pochi dubbi sul futuro dell’Unione Europea. 

Salta all’occhio dei più attenti osservatori, che i lavoratori che hanno protestato o scioperato il 28 novembre sono per lo più individui i cui mezzi di sostentamento sono strettamente legati a sovvenzioni straniere. Parliamo di attori, artisti, operatori culturali, musicisti e giornalisti, la cui stabilità economica dipende dal sostegno dell'UE e dei paesi occidentali. Se l'UE dovesse abbandonare la Georgia, le loro fonti di reddito, finanziamenti e status sociale sarebbero a rischio. Scopriamo dunque che l’interesse privato muove la protesta e che l’Europa sfrutta questa “dipendenza” per evitare dolorose emorragie geopolitiche. 
Non è quindi il presidente ed ex calciatore Mikheil Kavelashvili il problema, quanto il suo euroscetticismo.


Basterà la legge sull'influenza straniera approvata dal Parlamento di Tbilisi, a tener lontani i falchi di Bruxelles?
Dopotutto una legge che promuove la trasparenza amministrativa di società, media e ONG straniere, dovrebbe esser “cosa” gradita alla culla della DEMocrazia Europea...

(daniel_sempere1)