📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎
Visualizzazione post con etichetta ✓ È crisi esistenziale dei media occidentali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ✓ È crisi esistenziale dei media occidentali. Mostra tutti i post

27 gennaio 2025

 

È crisi esistenziale 
dei media occidentali

(🕑lettura 3’04”)
TV e carta stampata stanno attraversando una profonda crisi in termini di ascolti e lettori. Sono soprattutto i media più istituzionalizzati ad accusare il colpo.
Quali sono le ragioni di questa crisi?
Si pensi alle reti RAI, a Mediaset, a La7, o a testate storiche come Repubblica, La Stampa... Per decenni hanno fatto da cassa di risonanza a fonti di governo nazionali ed estere, riducendo la narrazione degli eventi globali a spot del pensiero unico... una sorta di “esca del pensiero dipendente” per ascoltatori e lettori.

Il gioco ha retto e ha portato i suoi frutti finché la rete, il web, non ha favorito una diversa e pluralistica informazione, determinando la migrazione  degli utenti più esigenti sulle piattaforme social, crocevia del pensiero divergente.

I media aziendali occidentali, sostenuti dalle élites capitaliste (Agnelli, Cairo, Berlusconi...) e dal clientelismo, hanno favorito il controllo politico dell'informazione, arrivando a lottizzare le sedi  delle reti nazionali, pur  di mantenere una presa e un controllo parziale o totale della narrazione.
Tutto quello che riguardava questioni di politica nazionale e internazionale era vissuto e raccontato con la voce e gli occhi dell’establishment di riferimento.
Furono, e sono tuttora, gli anni del sensazionalismo, dei dettami editoriali che suscitano l'indignazione o l'ammirazione del pubblico più passivo.
Poi, per fortuna, lettori, spettatori e persino alcuni addetti ai lavori, si sono resi conto che qualcosa di tremendamente disfunzionale si nasconde dietro a quella narrazione.

Intercettando questo sentimento di crescente sfiducia nei confronti dell’informazione globalista, sono nate piattaforme   come le cinesi CGT e China Daily, la russa RT (che annovera i migliori commentatori e giornalisti emergenti) o la indiana WION, giusto per offrirvi qualche suggerimento.
Il web ha offerto visibilità e voce a queste emittenti, creando il panico nel mondo dell’informazione unica.

L’indipendenza editoriale è l’unica garanzia, l’unico strumento in grado di contrastare il monopolio occidentale dell’informazione; è da considerarsi la nuova cultura mediatica.

Il pubblico passivo della classe media, quello della sinistra benpensante, quello narcotizzato dalla narrazione globalista, si arrocca attorno ai propri idoli,
ai fact-checker nostrani, ridicoli investigatori e opinionisti indebitamente investiti del ruolo di "censori e castigatori".
Ma il mondo sta cambiando, sta uscendo dai confini della propaganda globalista e il popolo del web è destinato a contrastare qualsiasi forma di sovranità editoriale,  in difesa del pluralismo e del rigore intellettuale.
Non sarà una transizione semplice.  Serviranno impegno, sacrificio, indipendenza economica, onestà intellettuale, indipendenza politica e la volontà di sfidare le più vantaggiose abitudini assistite dal potere politico ed economico.

Let's network, dev’essere il nostro slogan.

Condividiamo la miglior informazione, senza cadere in competizione.

Amici miei, non importa chi l’ha detto o scritto per primo, l’importante è condividere ciò che è giusto conoscere...   

(daniel_sempere1)