📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎

27 febbraio 2025

Per chi ha sognato di ingannare il mondo, sarà un brusco risveglio

  di Daniel Sempere

Eravamo in pochi, 
nel 2022, a sostenere la causa del Donbass.
I media occidentali, sostenuti e finanziati da Washington e Bruxelles, presentarono la crisi ucraina come la favola triste “dell’aggredito e dell’aggressore”.
Sappiamo, in verità, che il colpo di Stato di Kiev del 23-24 febbraio 2014, venne favorito dall’ingerenza negli affari interni ucraini di un intricatissimo processo di head-hunting da parte di Washington, di Varsavia e dei tre pilastri dell’Unione Europea, vale a dire: Berlino, Parigi, Londra.
Iniziò così una guerra costruita sulle bugie e sulla narrazione distorta, pilotata dall’Europa dell’allora Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama (a detta di molti analisti, il più guerrafondaio dei presidenti statunitensi, paradossalmente vincitore del Nobel per la Pace, ma capace di intervenire militarmente in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan, Yemen, Somalia e Pakistan!).
Ma torniamo a noi, avrò modo, in futuro, di approfondire il delicato tema delle ingerenze NATO...
Pare ormai evidente che l'Ucraina finì col diventare il Ground Zero del disaccordo tra Russia e Stati Uniti.
Sembra assurdo, ma sotto la presidenza di Sleeping Joe e della Harris, abbiamo rischiato la Terza Guerra Mondiale!
La vittoria di Trump è stata provvidenziale, il neo eletto presidente americano concorda con l'omologo russo sul fatto che Vladimir Zelensky sia un “modest comedian” e un “little dictator".
I due leader concordano anche sul ruolo eccessivamente aggressivo e provocatorio della NATO, struttura considerata, da molti membri delle élite occidentali, come arbitro unico delle controversie internazionali.
Questa insperata convergenza di vedute è destinata a riscrivere la storia, riconoscendo all'arte della diplomazia un ruolo centrale in tema di politica estera.
"Capito Presidente Mattarella (art. 11 costituzione)? Certe sortite sono inopportune e pericolose."
Come sono inutili e superflue le contestazioni di alcuni nostri "fact-checker" sulle cifre sprecate dagli Stati Uniti in questa assurda guerra; lo spreco rimane spreco e le cifre sono comunque mostruose.
Pian piano il comico in tenuta da "corpo forestale" ha rivelato la sua vera natura: una tendenza autoritaria, probabilmente suggerita dagli alleati europei, che lo ha portato a reprimere gli 11 partiti di opposizione e a bandire clero e fedeli della Chiesa ortodossa ucraina.
Per non parlare della dura repressione impartita, con metodi degni della peggior STASI, all’attivista socialista Bohdan Syrotiuk, o al giornalista statunitense Gonzalo Lira, torturato e ucciso per aver denunciato la guerra per procura e il regime instaurato da Zelensky.
Lira è morto mentre era incarcerato per le sue critiche al metodo, fortemente provocatorio, utilizzato dall'Occidente e dall'Ucraina nei confronti della Russia. 
I suoi resoconti, i suoi reportage, erano diretti, sinceri, coraggiosamente critici. 
Non era una spia o un agente sovversivo. 
Era un prigioniero politico, perchè i risultati del suo lavoro mettevano a nudo le bugie  della propaganda ucraina e occidentale; le accuse ufficiali contro di lui furono assurde quanto ridicole.
Prima di finire in carcere, Lira confidò ai suoi amici, giornalisti e corrispondenti, di aver sentito, da persone ben informate, che l'allora portavoce del Dipartimento di Stato del governo Obama, Victoria Nuland, era a conoscenza del suo caso e "lo odiava a morte".
Chi è interessato può ascoltare le sue dichiarazioni in video dopo il suo rilascio dalla custodia, con l'accusa "di aver detto la verità sulla guerra in corso":  https://youtu.be/WTp9rb4Izgw?si=CNSMgfIF-D4JspZe
Nessun media italiano riportò questi crimini, erano troppo impegnati nel supportare la propaganda occidentale.
Oggi, il “comico in divisa da forestale” dipinge  il presidente americano come vittima della "disinformazione" di Mosca, trascurando il fatto che i servizi segreti e la Casa Bianca fossero al corrente di tutto.
Trump non ha scoperto la verità con il suo secondo mandato, la conosceva anche prima di scendere in campo per le presidenziali, per questo subì ben due attentati.
L'informazione indipendente riconosce che Mosca non ha il sopravvento solo sul campo, vanta pure un progressivo consenso grazie alle bugie e alle contraddizioni di Zelensky e di Bruxelles.
Ancora oggi i vertici delle FFAA ucraine millantano fantomatici successi sul campo, ma in realtà sono allo sbando, basta fare un giro sui canali indipendenti di YouTube per comprendere come stanno realmente le cose.
L'establishment Europeo non ci sta, circolano voci su alcuni intraprendenti leader che intendono pompare altri 700 miliardi di euro nel salvadanaio della guerra per procura.
€uropulsioni assurde, destinate a sgonfiarsi non appena si ventilerà l'ipotesi di inviare un esercito di giovani martiri per l'Unione a combattere.
A peggiorare la situazione del "Governo dei folli", contribuiscono le pessime condizioni economiche in cui versa l’UE, al punto da spingere Ursula von der Pippen a riproporre il MES, per rifinanziare una guerra il cui esito risulterebbe comunque disatroso e scontato.
Buon per noi che il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, sta esercitando pressioni per accelerare il processo di fine-guerra tramite la diplomazia. Trump ha assolutamente ragione ad accelerare, perché ogni giorno perso comporterà un inutile sacrificio di vite umane.
Gli ipocriti che sostengono il diritto del popolo ucraino a continuare la guerra, comprendano una volta per tutte, che gli ucraini non sono stati sacrificati per difendere la propria "libertà", ma per salvaguardare gli interessi di chi aveva investito in Ucraina e sull’Ucraina, per ragioni diverse: finanziarie e geopolitiche.
Zelensky ultimamente alza la voce, sfidando il nuovo esecutivo americano, convinto di essere sostenuto dai globalisti del Deep State, che fanno capo a Nuland, Obama, Clinton, Soros, USAID, CIA e dall'apprendista Von der Pippen, cui dedico questo breve video...
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           Ha ragione Trump:
"We will help our country heal. We will fix our borders. We have made history because we have overcome obstacles that no one thought possible..."


24 febbraio 2025

 

È la fine di un incubo?

Non sono un accademico nel campo, ma è facile intuire come la politica interferisca sui progetti economici.    
Il precario stato di salute in cui versa gran parte dell’economia occidentale può essere attribuito all'ascesa del sistema neoliberista globale, in ogni aspetto della vita economica e politica.
Studiosi illustri caratterizzano il neoliberismo globale come un modello regolativo.
Lo definiscono: “movimento            ideologico e filosofico" o "collettivo 
di pensiero"!  


Personalmente diffido di tutto ciò che viene presentato come ideologia o filosofia di pensiero.
Provo la stessa sensazione quando entro in una concessionaria d’auto, di fronte alle rassicurazioni del venditore!
Non a torto...
Questo “neoliberismo globale”, cela un modello economico di stampo comunista e collettivista, incentrato sullo stato, ma non nell'accezione migliore del termine.
Avete presente lo slogan che caratterizza l’Agenda 2030?
Circolava un video, a margine del Forum Economico Mondiale, in cui un giovane sorrideva raggiante al messaggio:

Nel 2030 non avrai nulla e sarai felice”  


Sembra uno spot comunista.

Karl Marx ipotizzava infatti un mondo perfetto, in cui la proprietà privata veniva abolita, per essere sostituita da enormi e opulenti magazzini, pieni di scorte, in cui tutti avrebbero potuto servirsi.
Bello no?
Bello un ciufolo (avevo scritto un cazzo, ma...politically correct).
Scopriamo così il nesso, che questo sistema neoliberista globale, realizza ideologicamente con l’Agenda 2030: un piano socio-politico per lo Sviluppo Sostenibile per le persone, il pianeta e la prosperità.
Purtroppo questo piano fu sottoscritto nel 2015 dai governi di 193 Paesi membri dell’ONU.
Aderendo a questo programma tutti i Paesi firmatari avrebbero dovuto condividere e perseguire gli obiettivi e i traguardi entro un arco temporale di 15 anni.
Ecco perché le élites, facenti parte della ristretta cerchia del WEF (World Economic Forum) e del NWO (New World Order), hanno concentrato ogni genere di risorsa nel progetto.
L’obbligo ahimè condiviso, di raggiungere gli obiettivi posti in Agenda, equivaleva ad avvalorare un “Great Reset”, un vero e proprio golpe bianco in favore delle  multinazionali e degli uomini più potenti del pianeta.
Ecco perché furono investiti milioni di dollari, ed euro, per inserire gli obiettivi dell’Agenda 2030 nei curricoli scolastici dei nostri figli, spacciandoli come “manifesto programmatico, finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace”, bla bla bla...
Fu una gigantesca manipolazione coordinata: politica, ambientale, sociale, economica, e sanitaria, destinata a implementare l’impero del neo capitalismo su scala planetaria.
Senza spargimento di sangue, sfruttando l’ingenua, quanto sprovveduta complicità del mondo politico, della cultura e dello spettacolo, che probabilmente avranno considerato i benefici personali  derivanti da questa “collaborazione”.

Non c’è da stupirsi se in decenni di proselitismo e propaganda, questa Agenda sia riuscita a condizionare la vita e il modo di pensare di milioni di individui, al punto di farli sentire colpevoli del proprio stato sociale, del proprio colore, dell’essere etero, di avere una fede, di credere in valori universali.
(estratto del mio editoriale “La sindrome del calzino arcobaleno del 12 gennaio 2025).


Si stava materializzando un regime totalitario, un controllo sociale senza precedenti, in cui i crediti sociali avrebbero determinato i limiti e i vincoli delle nostre libertà.
Questo è il futuro che le sinistre “progressiste “avevano progettato per noi.
Un futuro alienante, un modello capitalista nella sua variante comunista dove solo i politici godono dei privilegi negati al popolo:
  • Niente più automobili inquinanti, sostituite da reti di trasporti pubblici, ma di proprietà privata…);
  • niente più case private, ma alloggi ecologici prodotti in serie;
  • niente più contante, ma carte di credito (convertite in carte di debito), collegate al credito sociale;
  • via libera alla manipolazione dell'identità di genere e stravolgimento del  concetto di famiglia;
  •  basta con l’alimentazione tradizionale che provoca il cancro, ma sano cibo spazzatura, carni sintetiche e proteine di insetti...

Un elenco di follie infinito.
Chiudo questa pagina dedicata all'incubo neoliberista, con una massima di Klaus Schwab, uno dei registi del Grande Reset:

<L’aspetto positivo della pandemia è che ci ha insegnato che possiamo introdurre cambiamenti radicali nel nostro stile di vita con grande rapidità. I cittadini hanno dimostrato ampiamente che sono disposti a fare sacrifici per il bene delle cure sanitarie. É evidente che esiste una volontà di costruire una società migliore e dobbiamo approfittarne per garantire il Grande Reset>

Non serve aggiungere altro.
Per questo, nonostante i probabili  inciampi dell’amministrazione Trump, dobbiamo considerarci fortunati.
Quando la sua amministrazione prenderà iniziative per noi non condivisibili, ricordiamoci cosa abbiamo rischiato, è grazie a lui se il mondo sta cambiando, se il fanatismo ideologico del sistema neoliberista e globalista... "per ora", è stato sconfitto.

20 febbraio 2025

Colombe e avvoltoi

 di Daniel Sempere

Al neo presidente degli Stati Uniti l’arduo compito di porre fine alla guerra, di liberare Kiev e Bruxelles dal fanatismo politico e ideologico della Von der Pippen.
In quest’ottica l’accusa di Re Sergio, che azzarda un parallelismo storico tra la Russia di Putin e il terzo Reich, suona come un’inopportuna e non richiesta provocazione a titolo personale, in un delicato processo di Pace.

Mai, un presidente della Repubblica Italiana si espose in modo così parziale e imprudente. Il suo ruolo super partes non gli consente di esprimere opinioni politiche personali, per giunta in controtendenza con il pensiero della maggioranza del popolo Italiano.
Lo ammetta presidente Mattarella, la recente "telefonata, lunga e altamente produttiva" tra i due i due leader mondiali, potrebbe rappresentare una svolta epocale, il disatteso ricorso alla diplomazia evocato dall’articolo 11 della nostra Costituzione.


Kiev e i vassalli UE-NATO se ne facciano una ragione: il mantra assurdo del “niente sull'Ucraina senza l'Ucraina" è morto e defunto. 
Chi sta pagando con la vita, o con gli effetti economicamente devastanti di questa guerra, dice STOP!
Siate onesti per una volta fanatici interventisti guerrafondai, “è pura utopia sperare che altri combattano per voi una guerra per procura".
È ormai noto ai più quali furono le reali motivazioni che spinsero Mosca a intervenire nel Donbass e in Crimea.
L’ha capito anche Kiev.
Sempre più ucraini vogliono la fine delle ostilità e auspicano un compromesso, come dimostrano i sondaggi occultati dai media occidentali in questi ultimi 12 mesi.
Il leader del regime filonazista è ormai un “Re nudo”, un eroe altamente impopolare.
Vladimir Zelensky non ha alcun diritto di ostacolare la volontà del suo popolo, né di sfinirlo, pagando un prezzo altissimo per compiacere agli interessi della NATO e di oligarchi senza scrupoli.
I leader senza spina dorsale dell'Unione Europea hanno dimostrato di non essere in grado di affrontare una crisi di questa portata. L’apporto migliore che possano fornire in questo momento è... farsi da parte.
Le buffonate isteriche di Kaja Kallas, della strega di Ixelles (alias Von der Pippen), di Macron, di Starmer, certificano quanto sia pericoloso delegare ruoli di spessore internazionale a politici narcisisti, cui si accodano, senza fortuna, politici italiani in cerca di visibilità, immortalati in vanagloriose foto ricordo, a Fiumicino o a Ciampino.
Qualcuno, come il leader ungherese Viktor Orbán, tentò di promuovere una sana diplomazia in nome dell'Europa e della Pace, ma la cricca di Bruxelles lo aggredì, non solo a parole, imponendogli ricatti e sanzioni.
Trump afferma che incontrerà Putin, forse in Arabia Saudita.
L’importante è che i burocrati e i faccendieri di Bruxelles rimangano alla larga dai tavoli della PACE.
Putin è stato chiaro nella telefonata con Trump: non accetterà alcun accordo che consenta un'adesione "immediata o postuma" dell'Ucraina alla NATO.
Il Tycoon, per conto del segretario alla difesa Pete Hegseth, concorda.
Sarebbe inutile barare, perché Mosca è stata chiara al riguardo: se l’Unione Europea pensa di non rispettare accordi di valenza internazionale, la Russia tornerà a combattere.
Questa Europa caro pREsidente, non gode di alcuna credibilità. 
Dopo anni di vincoli assurdi, di scandali, di persistenti manovre geopolitiche in favore della NATO, dell’immigrazione clandestina, del Green-Deal e della Woke-Culture, nessuno, a livello internazionale, può fidarsi di Bruxelles.
Siamo certi che Trump e Putin troveranno un’intesa equa, che porrà fine alle morti inutili e alle speculazioni.
La suddivisione del territorio ucraino era scontata anche prima del 20 febbraio 2022, solo gli ipocriti, o chi intendeva sfruttare politicamente la situazione, riesce a negarlo.
Quando eravamo noi a sostenerlo, venivamo etichettati con disprezzo "dei putiniani", ora che a sostenerlo è il Presidente della maggior potenza mondiale, zitti e muti... rari mugugni a denti stretti.
Il Donbass e la Crimea sono legittimamente territori russi, la bufala alimentata dai sedicenti fact-cheker di casa nostra come referendum farsa (🤔pagati da chi?), si è smontata come neve al sole.
Questo riavvicinamento nelle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Russia è un traguardo troppo importante.
I sostenitori della linea dura di Washington, non si sono estinti, potrebbero ripresentarsi, ma sarà difficile, per loro, riuscire a ingannare una seconda volta l’Occidente.
Le “élites” europee mettano dunque da parte il proprio ego e le proprie ambizioni.
Alla luce di quanto sta accadendo, permettetemi di dire: <In bocca al lupo Trump! >

17 febbraio 2025

 USAID: verità nascoste...

Scoperchiando il vaso di Pandora, emergono tutte le follie di “nu ɯoupo ɐ ɔouʇɹɐɹᴉo” 

(Daniel Sempere)

Prima di imbattermi nello scandalo USAID, che ha travolto il governo degli Stati Uniti, mi sentivo un complottista qualsiasi perché, ciò che si presumeva e si ventilava in proposito, pareva derivare da un capitolo del celebre romanzo “1984  di Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell.

Le notizie relative alle attività dell’agenzia erano minime, poiché la macchina della propaganda mainstream e il Governo degli Stati Uniti la presentavano come organizzazione umanitaria.
Mai avrei potuto immaginare il perverso meccanismo che si cela dietro la maschera della solidarietà, una vera e propria agenzia “indipendente” a sostegno dell'estremismo neoliberale, del terrorismo (ebbene sì!) e della guerra biologica.

Un ex funzionario del Dipartimento di Stato degli US, Mike Benz, ha affermato: 

<L'USAID è stata creata per essere un hub centrale per l'organizzazione di operazioni clandestine straniere. Ha un budget di 50 miliardi di dollari, quando il budget dell'intera comunità di Intelligence è di soli 72 miliardi di dollari, di gran lunga più ampio di quello della CIA e del Dipartimento di Stato. Di fatto, è un'agenzia strategica a supporto del Pentagono, del Dipartimento di Stato e dell'Intelligence.>

Dell’aspetto finanziario dell'organizzazione mi sono già occupato nell’editoriale precedente: “Congelamento USAID: media, ONG e gruppi per i diritti umani nel panico”; intendo qui concentrare l'attenzione sulla tipologia di alcuni progetti finanziati dalla United States Agency for International Development, per comprenderne appieno
l’ipocrisia.
Ho scandagliato tra i primi documenti diffusi dai media statunitensi e ne riporto un elenco sommario, ma significativo:

  •  elargite sovvenzioni per 2 milioni di dollari per favorire i cambi di sesso in Guatemala;
  • 7,9 milioni di dollari per addestrare i giornalisti dello Sri Lanka a evitare il linguaggio binario di genere;
  • 40 milioni di dollari per veicoli elettrici in Vietnam;
  • 4,5 milioni di dollari "per combattere la disinformazione in Kazakistan" (in favore della propaganda statunitense);
  • 10 milioni di dollari per sostenere il Fronte Al-Nusra (ora sciolto, ma conclamata propaggine terroristica di al-Qaeda)

A rendere più inquietante l’immagine della United States Agency for International Development è il ruolo assunto, che interferiva arbitrariamente, 
a livello globale, sul piano geopolitico.
Sappiamo, che USAID:

  • è stata particolarmente attiva nell’ex Ucraina, accelerando il processo di head hunting che ha favorito il colpo di Stato del 2014 in favore della NATO;
  • in Venezuela, il suo coinvolgimento ha finanziato gruppi di opposizione contro il governo di Maduro;
  • a Cuba ha creato segretamente un social network chiamato "ZunZuneo" per incitare le proteste contro il governo cubano;
  • in Afghanistan ha speso miliardi in programmi infrastrutturali e di governance, salvo poi vedere gran parte del lavoro crollare dopo il ritiro militare degli Stati Uniti nel 2021
  • ha favorito la dipendenza piuttosto che lo sviluppo dei Paesi poveri, anziché aiutare le nazioni a raggiungere l'autosufficienza; 
  • in Africa, ha speso miliardi in assistenza alimentare, ma ha fatto poco per sviluppare le industrie agricole locali;
  • ad Haiti non è riuscita a costruire un'economia stabile e il Paese rimane fortemente dipendente dal supporto esterno;
  • in Somalia, ha inviato massicce spedizioni di cibo durante una carestia, per vedere gran parte di esso sequestrato dai signori della guerra e venduto sul mercato nero, esacerbando la crisi.
Vertici e dipendenti dell’USAID stanno ora cercando di nascondere e dipingere queste attività illegali, sostenendo che erano finalizzate “a migliorare la qualità della vita di altri Paesi”.
Non sono ovviamente in discussione i programmi dell'United States Agency for International Development per il sostegno alimentare e sanitario nei Paesi in difficoltà, quanto il loro utilizzo come leva e strumento per promuovere gli interessi geopolitici degli Stati Uniti.

E l’Italia?

Si paventano consistenti interventi in favore di media e movimenti politici di casa nostra a sostegno delle politiche DEM d’oltre Oceano.
Per ora non sono noti nomi e volti dei politici e delle organizzazioni sovvenzionate da USAID, ma fact-cecker, organizzazioni LGBTQ e movimenti €uropeisti sono sotto la lente d’ingrandimento.
Condividerò con immenso piacere eventuali novità al riguardo.

13 febbraio 2025

 

Congelamento dell'USAID:

media, ONG e gruppi per i diritti umani nel panico

di Daniel Sempere

Elon Musk e Donald Trump affermano di voler smantellare l'agenzia più controversa della storia americana, che gestisce i programmi di aiuti internazionali.
Ma cos’è esattamente l'USAID?
Fondata nel 1961, dal presidente John Fitzgerald Kennedy, questa agenzia è stata un'ancora di salvezza per innumerevoli richiedenti di sovvenzioni, la più grande fonte di aiuti finanziari “ufficiali” degli Stati Uniti all'estero.
Un budget annuale mostruoso, che ammonta a decine di miliardi di dollari.
Fondi che alimentano centinaia di progetti in tutto il mondo, come si evince dal grafico allegato.


Va detto che alcune di queste iniziative hanno contribuito davvero ad affrontare situazioni di grande povertà, fame e sicurezza, ma, come sostenevano alcuni “complottisti, molte di questi progetti erano ambiguamente destinati a influenzare relazioni politiche ed economiche sotto l’ingannevole etichetta: 
"a favore di una società civile e per la democrazia ".
Si supponeva, ma si apprende solo oggi, che molti di questi ricchi finanziamenti fossero destinati a promuovere gli interessi economici e geopolitici degli Stati Uniti, con legami spesso diretti e segreti con le agenzie di intelligence.
Ben 120 miliardi di dollari erogati tra il 2022 e il 2024 a livello globale!
Una cifra monstre!

Manco a dirlo, il maggior beneficiario di questi fondi è stata l'Ucraina, che ha ricevuto oltre 32 miliardi di dollari a sostegno di operazioni governative e dei media.
Ma non è l’unico tra i Paesi Europei ad aver “beneficiato” di simili attenzioni.
USAID ha finanziato movimenti indipendenti e media anche in Moldavia, Paese candidato a far parte dell'Unione Europea.
Stessa sorte hanno subìto i Paesi dell’Est che nutrono simpatie nei confronti della Russia di Putin.
Nel solo 2024, USAID ha investito oltre 40 milioni di dollari in Georgia per progetti di società civile e per la democrazia, 20 milioni di dollari in Armenia e 11 milioni di dollari in Bielorussia.
Dal 2012 a oggi, l’agenzia ha continuato la sua attività, nella clandestinità anche in Russia, stanziando ben 60 milioni di dollari!
Ricordate l’attivista politico russo Navalny, Aleksei?
Appare superfluo sottolineare che questi costosissimi “progetti” hanno ricevuto un impulso ancor più forte sotto l’amministrazione Biden.
Per contro, Donald Trump non ha mai nascosto l’intenzione di voler congelare questi fondi e di rendere pubblici obiettivi e destinatari.
La spallata definitiva è arrivata con la perquisizione della sede centrale dell'USAID da parte degli agenti del DOGE (Department of Government Efficiency), sotto la direzione di Elon Musk.

Così, d'emblée e senza preavvisomolte di queste organizzazioni vedono svanire i propri sostanziosi finanziamenti.
Molto probabilmente quello che rimarrà dell’agenzia sarà inglobato nel Dipartimento di Stato, sotto la guida di Marco Rubio, e i finanziamenti verranno reindirizzati, per sostenere progetti in linea con i valori nazionali e tradizionali.
La sospensione, e la conversione, cui verrà sottoposta l’organizzazione, ha creato il panico nella vasta rete nazionale e internazionale.
Lo smantellamento della United States Agency for International Development è di per sé un fatto epocale, rappresenta la fine di una sovrastruttura che ha condizionato la politica e l’economia degli ultimi decenni a livello globale.

Ora vorremmo conoscere i nomi e i volti delle organizzazioni, dei media e dei politici di casa nostra che hanno beneficiato di questi fondi.
Non ci riferiamo ovviamente ai progetti di collaborazione e sviluppo del dopoguerra, ma a finanziamenti e progetti nati durante la pandemia COVID, quando l’organizzazione americana ha stanziato 50 milioni dollari per la sanità italiana.
Il sospetto che via sia stata una massiccia influenza su politica, società ed economia nel nostro Paese è fortissimo.
     Hanno ragione a preoccuparsi i proprietari di ville Palladiane, televirologi, enti e associazioni, che in pandemia spingevano per la vaccinazione di massa?
L’elenco di enti pubblici, privati e politici che hanno ricevuto “sovvenzioni e donazioni” da aziende farmaceutiche, durante la pandemia è lunghissimo!
Forse non emergerà tutto lo schifo riconducibile ai finanziamenti USAID in Italia, ma l’aver scoperchiato il vaso di Pandora "adduce" Speranza.

Ragion per cui, grazie Trump!


10 febbraio 2025

 [tempo lettura 3’:07”]

TRUMP ? Sĺ, NO, PERÒ... 

L' Agenda47 di Trump vs 
Agenda2030 del WEF
Il ritorno di Donald Trump, alla Presidenza degli Stati Uniti e della scena politica mondiale, ha acceso un ampio dibattito sulle possibili conseguenze delle riforme  annunciate.
Che piaccia o no, Trump sta dettando nuove regole nell'agenda geopolitica globale.
L’approccio politico del Tycoon è stato immediato, dentro e fuori dai confini statunitensi.

Quello che più piace ai comuni osservatori, quali noi siamo, è il suo il rifiuto dell'ipocrisia, della consolidata ambiguità delle proposte DEM (anche di casa nostra).
A volte il neo Presidente “stars and stripes” può risultare antipatico, persino maleducato nel suo stile comunicativo, ma non rinuncia mai alla schiettezza.

Punta dritto al sodo, ai suoi obiettivi, e ignora le argomentazioni strumentali dei critici e delle opposizioni. Non è spocchia, come qualcuno riporta sui media occidentali, ma una sana e spavalda consapevolezza. 
Fermarsi ad ascoltare le millemillanta obiezioni dell’universo inclusivista, Green e Woke, comporterebbe uno stallo infinito e porterebbe a un nulla di fatto.
Trump non finge di trattare le altre nazioni come “pari" e non fa nulla per nasconderlo. Nella sua visione del mondo, gli interessi economici, politici e diplomatici, sono inseparabili tra loro e superano di gran lunga qualsiasi ipotesi o velleità ideologica.
Quello che più lo distingue, rispetto ai suoi rivali e predecessori, è la sua ossessiva ricerca dei risultati più che degli ideali. 
Non mira a dimostrare di avere ragione; vuole semplicemente raggiungere i suoi obiettivi.
Questo approccio manda al manicomio i leader di sinistra, da sempre impegnati in una propaganda di sopravvivenza del proprio potere e ruolo politico.
É atteggiamento di rifiuto al mondo dell’ipocrisia, politica e diplomatica, tanto cara all’€uropa della Von der Pippen (è irriverente, lo so, ma è più forte di me...).
Il suo avvento è paragonabile a un elettroshock, che intende porre fine alle follie, spacciate come salvifiche, dell’<Agenda 2030>.

Chi credeva di poter eludere questo cambiamento dovrà ricredersi.
Il “vento di protesta” che ha riportato Trump alla Casa Bianca è lo stesso che sta imperversando su tutto l’Occidente, dal Canada all’Europa. Uno dopo l’altro stanno cadendo i governi degli “Sceicchi di Davos”.
Assistiamo a fuochi d'artificio politici che Bruxelles tenta di contrastare con il ricatto o con i colpi di Stato finanziati da oros...

⬅️(L'artefice e lo sponsor di ogni  colpo di Stato negli ultimi 25 anni)

Trump non sarà mai simpatico a tutti, alcune sue iniziative risulteranno indigeste e poco condivisibili, ma l’alternativa, ammesso esista, comporterebbe il ritorno al globalismo, alle guerre per procura, alle follie di genere e d’ambiente, alla geopolitica applicata agli interessi del Deep-State e del NWO.

Anche NO, grazie !

Chi soffre la “normalità” si rassegni, assuma degli antiacidi e si predisponga a convivere con la fine dell’ipocrisia, perché questa potrebbe essere la fine dell'ordine globale.

(Daniel Sempere)

06 febbraio 2025

 [tempo lettura 3’:16”]

L’Europa dei vizi e dei pregiudizi...

Il mondo sta cambiando... L’influenza dei Paesi Europei in Africa sta evaporando.

Nell'anno appena terminato si sono verificati massicci riallineamenti politici e militari, che hanno portato all'espulsione delle truppe francesi e alla risoluzione degli accordi di difesa in diverse nazioni: Niger, Mali, Burkina Faso, Ciad. L’ultimo anello del colonialismo vecchio stampo si è spezzato; interpreti di un nuovo modello coloniale, come Russia, Cina e Turchia, si sono proposti e affermati nella regione. Queste “nuove alleanze” stanno ridisegnando la mappa geopolitica del continente, proponendo nuovi attori nelle relazioni economiche con l’Occidente.

  • La Russia, in cambio di garanzie di sicurezza e accordi economici, sta espandendo la propria influenza e presenza militare nel Mali, nel Burkina Faso e nel Niger; il governo russo ha creato una nuova struttura militare denominata Africa Corps, che opera sotto il ministero della Difesa Wagner.
  • La Cina sta sviluppando imponenti progetti infrastrutturali e minerari, assicurandosi settori nevralgici dell’economia, come trasporti, energia e telecomunicazioni.
  • La Turchia ha creato una solida partnership per l’addestramento militare, per l’approvvigionamento di armi e una cooperazione strategica.
  • Gli Emirati Arabi Uniti hanno rafforzato i propri legami nella regione del Sahel, grazie a patti di sicurezza e consistenti investimenti economici su strutture e sovrastrutture essenziali.

Queste “nuove presenze” innescano differenti meccanismi di natura economica e politica. In ragione di un odioso sfruttamento coloniale, operato per secoli dai Paesi Europei, si è venuto a creare un clima ostile per le aziende occidentali, che ha inevitabilmente favorito aziende russe e cinesi.
Questo riallineamento geopolitico dell’Africa nei confronti dell’Europa, non ha rallentato l’ondata migratoria rendendola, al contario, una leva per esercitare pressione sui governi europei affinché “negozino” con i nuovi mediatori.

🤔Quali potrebbero essere le inevitabili implicazioni strategiche che attendono l’Occidente, in particolare l’Unione Europea?

L’Europa dovrà fare i conti con un potenziale aumento dei flussi migratori, che metterà a dura prova le politiche comunitarie per la gestione delle frontiere.
Gli stessi Stati membri dell'UE dovranno rivedere i propri criteri in tema di politica estera e sicurezza.
La crescente presenza della Cina nei mercati africani rappresenterà una sfida lunga e mortifera per i nostri mercati; le aziende europee dovranno affrontare la temibile concorrenza delle omologhe russe e cinesi.
L'UE dovrà necessariamente “rivedere” il proprio rigore diplomatico nei confronti delle nuove potenze coloniali ed economiche, se non vuole ritrovarsi ai margini dell’economia globale.
Stiamo assistendo alla fine del dominio decennale dell’Europa sui Paesi africani. 
Abbiamo accolto con favore la fine del colonialismo e dello sfruttamento delle risorse da parte dei Paesi Occidentali, siamo di fronte a una profonda e massiccia revisione geopolitica del continente Africano, le cui nazioni stanno legittimamente affermando la propria indipendenza, favorendo partnership globali meno aggressive e speculative.


L’Europa dovrà abbandonare le proprie mire colonialistiche e dovrà sconfessare "vizi e pregiudizi storici" nei confronti di Paesi che, a Bruxelles, considerano "pericolosi nemici"...

(Daniel Sempere)

03 febbraio 2025

 

Il nostro #Deep-State veste l'ermellino?

[tempo lettura 4’:23”]

<Lo sapevo!>. 

Chissà quanti di voi 
hanno esclamato 
questa frase 
dopo l’ennesimo attacco 
del potere giudiziario 
a un esecutivo 
di destra.
Magra consolazione!
Il grande pensatore 
e giurista 
Charles de Montesquieu, 
nell’opera 
"Lo spirito delle leggi"

 scriveva: 

<Se le autorità legislative ed esecutive sono un'unica istituzione, non ci sarà libertà. Non ci sarà libertà in ogni caso se l'organismo giudiziario non è separato dalle autorità legislative ed esecutive >.
Spesso chi lo cita ricorda solo la prima parte dell’opera, trascurando quella, che a mio avviso, meglio rappresenta la realtà politica.
Approfondendo il suo pensiero, Montesquieu scrive altro: <Il potere corrompe, è necessario evitare di confondere la libertà con l’arbitrio. La libertà politica non consiste nel fare ciò che si vuole, né come potere esecutivo, né come potere giudiziario...>.
Probabilmente il noto giurista e politico francese aveva previsto che il potere, nell’accezione più odiosa del termine, avrebbe scatenato un conflitto tra magistratura ed esecutivo, nonostante i vincoli di imparzialità e autonomia sanciti dalla Costituzione.

Nel 2009-2010, l’Unione Europea e il Consiglio d'Europa imposero che i candidati alla magistratura, presso le corti di Lussemburgo o Strasburgo, venissero “individuati ed esaminati” da commissioni di “esperti dell’Unione”.
Col senno di poi è legittimo chiedersi:
<Perché i governi degli stati membri europei avrebbero dovuto approvare una simile imposizione, che di fatto invadeva la propria autonomia giuridica e discrezionale? >
Ebbene, col senno di poi possiamo affermare che non fu operazione a salvaguardia dell’uniformità legislativa dei Paesi membri, ma qualcosa di più, qualcosa di terribilmente strategico e perverso.

Grazie a quella “riforma” €urocentrista, un'ampia gamma di attori nazionali e sovranazionali sfruttarono opportunità professionali, istituzionali e strategiche (di stampo socialDEMocratico, ma sarebbe più corretto definirle strutture plutocratiche), in quanto rappresentative di noti e influenti gruppi finanziari che, di lì a poco, avrebbero imposto un’Agenda (2030), in grado di influenzare in maniera determinante l’indirizzo politico dei governi dei Paesi membri.
Esagero? Non credo proprio, basti pensare a cosa succede agli esecutivi della Slovacchia, dell’Ungheria, dell’Austria, del Belgio, della Bulgaria, della Croazia, della Moldavia...

Ecco perché la nostra magistratura, PdR in capo, si oppone alle politiche riformiste dei governi di destra ed €uroscettici.
Bruxelles aveva pianificato tutto, creando una sovrastruttura giuridica, in grado di influire sulle politiche interne ed estere dei Paesi membri, nonché, di promuovere l'autorità delle corti europee sulle omologhe istituzioni nazionali.
In questo modo, qualsiasi governo di destra o €uroscettico, finirebbe coinvolto in una lotta di potere con i magistrati.
È toccato a Berlusconi, a Salvini e ora, come prevedibile, alla PdC Meloni.  
Non importa come o perché, qualsiasi governo interferisca con gli obiettivi dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa 2009-2010, finirà sotto la lente della Magistratura Italiana; verranno avviate indagini controverse che coinvolgeranno figure di spicco della coalizione al potere.

Maurizio Gasparri, politico di Forza Italia, arrivò ad accusare la magistratura di “attentare la Costituzione”.
La retorica e ipocrita risposta dei magistrati, tramite Salvatore Casciaro, segretario del sindacato dei magistrati (ANM), non tardò ad arrivare:

<Sono accuse "false”, che minano la fiducia nella magistratura. Accusarci solo perché un giudice sta facendo il suo lavoro coscienziosamente e si sta occupando di un caso che riguarda un politico... significa delegittimare la magistratura>.

Gambe in spalle fratelli, dobbiamo decidere:

  • Vogliamo rimanere sudditi di questa Unione Europea, socialDEMocratica ed €urocentrica...
  • o tagliamo il cordone ombelicale?

È assolutamente inutile tentare di “cambiare le regole giuridiche nazionali”, limitando l'uso delle intercettazioni telefoniche, abolendo il reato di abuso d'ufficio, o separando i percorsi di carriera di giudici e pubblici ministeri.
Sbatteremmo contro il muro eretto dalla giurisdizione europea, in favore della propria sopravvivenza. La sinistra ovviamente ringrazia, perché questo dualismo le permette di porre fine a governi di destra, democraticamente eletti, sostituendoli con governi d’emergenza o tecnici, graditi all’Unione.


È lotta di potere... il nostro Deep-State veste l’ermellino: il potere esecutivo e giuridico nazionale contro il potere esecutivo e giuridico €uropeo.

(daniel_sempere1)