📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎

08 settembre 2025

 Spazzatura digitale

di Daniel Sempere

C'è un malessere che cova da tempo nella nostra società. 
Gli studiosi lo chiamano "smog digitale". 
L'aria è così satura di fanghi digitali riciclati che sembra di vivere in un reality ambientato in una discarica. 
Siamo sempre più disgustati da questo insalubre miasma, pur essendone "dipendenti". 
Alcuni, tra i sociologi più famosi,  non riescono a intravedere una via d'uscita da questa giungla di pixel e dati.
Purtroppo non è da tutti "pensare fuori dagli schemi" perché, ahimè, gli schemi siamo noi. Stanchezza dei media e rifiuto delle notizie non sono concetti nuovi; anzi, sono stati alimentati a lungo da un flusso incessante e conflittuale di notifiche e aggiornamenti che sembrano avere l’unico scopo di esaurire le nostre riserve mentali. 
L'antidoto più comune ed efficace è una consapevole evasione.
Leggo che negli ultimi 10 anni l’attività di commento, condivisione e discussione delle notizie è crollata. 
Le sezioni social dedicate ai commenti (un tempo fertile terreno di dibattito) si sono trasformate in un campo di battaglia e di scontro. 
Ma dietro questo apparente scontro ideologico si nascondono intelligenza artificiale,  false identità e nicknames.
Lo ammetto, io stesso utilizzo uno pseudonimo: ma Daniel Sempere (per fortuna) è solo un vezzo letterario, non uno scudo penale dietro cui nascondermi e attaccare gli avversari.
Capita a tutti, prima o poi,  di imbattersi in una fauna variegata di troll, che si esibisce in convulse performance,  scambiandosi accuse e offese feroci.
Questi "parassiti digitali" vanno a caccia delle  vittime con l'intento di destabilizzare l’informazione e inquinare il dibattito civile. 
È fenomeno così comune e diffuso che potremmo considerarlo "effetto collaterale della comunicazione social ".
Basta poco per attirare questi molestatori; un semplice commento sulla piattaforma di  X (ex Twitter),  può attirare stormi di troll che non lasciano spazio al pensiero critico. 
Ma chi sono questi "guastatori", verrebbe da chiedersi...
Sono semianalfabeti, che appartengono alle più svariate categorie: filosionisti, filopalestinesi, proVAX, noTAV, noPONTE, ambientalisti, boldriniani (troll di M.Boldrin), buriniani (troll di R.Burioni), un esercito infinitamente variegato e molesto.
Divisi nelle ideologie,  ma uniti nell'intento di impedire il dibattito e ridurlo a spazzatura.
Come reagiscono i giovani di fronte a questo alienante fenomeno?
I giovani, in particolare quelli che appartengono alla Generazione Z, stanno abbandonando i canali tradizionali di informazione. 
Dotati di smartphone e meme, preferiscono consumare contenuti brevi e superficiali su TikTok e Instagram
Provate a effettuare una ricerca su queste piattaforme, per esempio  sul contenuto "Reaction..." 
Vi troverete sommersi da video nonsense generati dall’intelligenza artificiale, un concentrato di immagini banali  e artificiali decisamente demenziali.
Un ricco vassoio subculturale e del nulla! 
E non stupitevi se il narratore vi sembrerà uscire da un film di fantascienza: è solo un algoritmo mascherato.
Dobbiamo preoccuparci? 
Certamente! 
Soprattutto per i nostri figli e per la scarsa qualità della comunicazione che ne deriva. 
Il rischio di dover organizzare una raccolta differenziata dell’informazione digitale è altissimo. 
Mentre ci muoviamo tra il fango di dati e le nebbie del malessere mediatico, non  abbassiamo mai la guardia e  differenziamo il più possibile questa spazzatura digitale, perché nel mondo del "website's information"  il rischio di asfissia è sempre in agguato.


04 settembre 2025

 L’Europa non esiste più, sopravvive l’€urocrazia

di Daniel Sempere

Nel 1975 i leader di 35 Paesi (tra cui Stati Uniti, Canada e quasi tutta l'Europa), si riunirono nella capitale finlandese Helsinki per firmare l'Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE).
L'accordo segnò il coronamento di anni di negoziati sulla coesistenza pacifica tra potenze militari ed economiche post seconda guerra mondiale.
All'epoca, riconobbero i confini e le sfere di influenza che avevano ridisegnato l'Europa dal 1945.


Non fu un semplice accordo diplomatico, fu vero quadro di riferimento per la gestione di un inevitabile confronto ideologico e di potere.
Cinquant'anni dopo, l'eredità di Helsinki è profondamente ridimensionata.
Che fine hanno fatto gli accordi di pace, di risoluzione pacifica delle controversie e di cooperazione diplomatica?
Scomparsi, rinnegati.
Quel sistema non esiste più, l’ordine globale nato dopo il 1945 si è dissolto, senza proporre valide alternative.
Il concetto di "sicurezza paneuropea, condiviso a Helsinki 50anni or sono, è diventato obsoleto, non esiste più un quadro condiviso.
Persino la NATO e l'UE, a lungo considerate pilastri dell'Occidente, si trovano ad affrontare crescenti pressioni interne ed esterne.
Resta da vedere se resisteranno o cederanno il passo a nuovi riallineamenti politici, economici e militari.
Il problema è che l'idea stessa di sicurezza europea è cambiata, l'Europa ha scelto di non essere più l’attore e il protagonista degli affari globali, ma di affidarsi strategicamente e politicamente a Washington.
Ammettiamolo, l’Unione Europa oggi è mercato e partner secondario.
Persino nella delicata questione Ucraina, il Governo di Bruxelles agisce come una pedina nello scacchiere geopolitico statunitense, sacrificando il futuro della propria economia ed esponendo i Paesi membri a conflitti non più e non solo di natura diplomatica.
Il destino del nostro continente è sempre più condizionato dalla mancanza di una guida affidabile e da strategie contrarie agli interessi della nostra Comunità.
Di questo passo il destino dell’Unione è segnato, non reggerà i contraccolpi di scelte scellerate che ne hanno compromesso credibilità in campo diplomatico ed economico.
Sono necessari nuovi accordi geopolitici che ripongano gli interessi primari di questa Unione Europea al centro delle politiche relazionali e globali.
L’Europa non esiste più, sopravvive l’€urocraziauna sovrastruttura tecnocratica ambigua e corrotta che ne ha rinnegato platealmente (senza trovare una valida opposizione politica),  i princìpi fondamentali: di libertà, democrazia, Stato di diritto, promozione della pace e stabilità.
Forse lo spirito di Helsinki non è del tutto scomparso, milioni di cittadini europei vorrebbero ricollocarsi come protagonisti della politica globale, promuovere accordi di pace, recuperare competitività economica e produttiva, ritrovare benessere economico e vivere in un clima di legalità e sicurezza migliori.
Princìpi innegabilmente accattivanti, ma che leadership nazionali ed europee non intendono sposare per non perdere ruolo e potere.
Se l'Europa collettiva vuole vivere una nuova era di sicurezza e cooperazione, dovrà rimuovere il recente passato, accettandone la fine, ripartendo da zero.

01 settembre 2025

La "cAsta"

di Daniel Sempere


Amici miei, sono in fase
estrospettiva, in quella particolare condizione esplorativa del mondo esterno in cui smetti di assegnarti colpe e inizi a osservare quello che accade intorno a te, e come accade.
Avete mai provato a interagire con un politico lontano da consultazioni elettorali
Ci avete provato, ne sono sicuro, ma senza ottenere risposta.
Sbaglio? 
Nonostante questo apparente disinteresse per voi, per le vostre legittime paure e opinioni, ve ne guardate bene dal dire ciò che pensate di loro, della loro indifferenza, perchè sapete in cuor vostro che non siete "nessuno", e pertanto,  non siete degni di attenzioni. 
Sapete che se vi scappasse una pubblica offesa, verreste querelati e spolpati dei vostri pochi averi per difendere l'onore del vilipeso onorevole
Questa nostra debole democrazia ha trasformato i suoi rappresentanti in una potente e intoccabile casta, che finge di scontrarsi sul palco della politica, che sbertuccia e giustifica il  ruolo limitandosi a scaramucce e provocazioni dialettiche, salvo poi sedere al medesimo tavolo, dove vengono serviti i migliori privilegi. 
Parliamo di una ristretta oligarchia contraddistinta da appetiti insaziabili. 
Una casta politica omogenea, che si presenta con livree diverse per colori e sfumature, ma che si distingue per un comune e insaziabile appetito. 
Il dibattito politico si è trasformato in rappresentazione teatrale: il Parlamento è il palcoscenico dove gli attori più versatili improvvisano i loro show, vestiti da fantasmi, portando sassi, manette, costumi e improvvisati simboli  di scena. 
La "gestione della cosa pubblica"  ha generato dei mostri, ha trasformato i politici in sanguisughe dello Stato.
Guai a dirlo però ! 
Vi andreste a scontrare con l'orgoglio del politico permaloso, cui non interessa il confronto o la vostra opinione.
Non siete nessuno, siete gli umili servi cui è concesso, ciclicamente, di apportare il vostro consenso in-con-di-zio-na-to, nell'illusoria speranza che il "nobile servo" della  "res publica" possa rappresentare voi e i vostri simili.
Illusi !
Avreste dovuto capirlo quando  trafficanti d'esseri umani, occupanti abusivi, sindacalisti, capitani d'industria e giornalisti in carriera hanno iniziato a varcare la soglia di Montecitorio.
Non ve ne siete resi conto, perché vi hanno insegnato, e convinto, che il vostro sospetto è pura demagogia populista. 
Vergognatevi ! 
Anzi no, non abbiate paura di pensarlo,  reclamate il vostro diritto a giudicare chi ha accettato delega a rappresentarvi e ha scelto di mescolare affari e politica in uno squallido scambio di interessi: "Do ut des" dicevano quelli che la politica l'ebbero inventata.
Mi par di sentire i cori unanimi di sdegno dei politici di fronte a queste accuse.
Già, perchè al di fuori della finzione scenica e dialettica, sono tutti solidali e compatti nel difendere la Casta! 
Tutti stretti attorno a Re Sergio, il più nobile dei nobili, rappresentante primo e ultimo di quella ricca e potente aristocrazia, che nulla sa dei sacrifici nostri per arrivare a fine mese, delle nostre difficoltà  nel far fronte a mutui, scadenze e utenze. 
Loro hanno altro a cui pensare...
Loro devono giocare a Risiko, c'è l'Ucraina da difendere, sono in gioco i valori €uropei, la democrazia, che cazzo ne sapete voi piccoli e arroganti elettori !? 
Sapete eccome, ma ciò che voi pensate e sapete non conta nulla, perché la Casta è dominante e distribuisce l'uso del potere a tutti i livelli, nonché i modi e i mezzi per ottenerlo. 
Il fondamento razionale-giuridico, che disciplina norme e comportamenti della democrazia, ha lasciato il passo alle gerarchie della politica, che ne indirizzano gli strumenti giuridici a proprio uso e consumo. 
Per questo, e solo per questo, il nostro Bel Paese ha sviluppato una invidiabile fame di poltrone. 
Vuoi mettere? 
Aerei di Stato, che volano per portare sua Eccellenza a Parigi, Bruxelles, Washington, Londra, Kiev... 
Finanziamenti pubblici, gonfiati... 
Rimborsi elettorali, farlocchi... 
Spese di rappresentanza e indennità, spropositate...
Ovviamente non sono così addentro ai meccanismi "operativi" della politica da conoscerne tutte le opportunità.
Quello che però non sfugge è che i costi della politica nazionale ed estera (per estera si intenda quella €uropea) sono insostenibili e i pentastellati, che ne denunciarono la vergogna, ottenendo una valanga di voti nel 2018, hanno smarrito la propria vocazione rivoluzionaria, assuefacendosi magnificamente ai privilegi e al malcostume dell'odiata Casta. 
Dunque?
Come porre fine a questo orribile scenario? 
Non esistono ricette, ma forse esistono correttivi. 
Ho sempre creduto che il *vincolo di mandato parlamentare* rappresentasse un buon deterrente in ambito politico: "Se non mantieni fede al patto elettorale decadi"! 
Forse per questo il vincolo di mandato è così sgradito e indigesto all'intera  classe politica. 
Se ne danno motivazioni negative di natura filosofica e giuridica, ma ho la netta sensazione che le ragioni del dissenso siano molto più opportunistiche: 
Non si entra in politica per realizzare i sogni "degli altri'. 
E allora? 
E allora fatevi un partito, fatevi eleggere, o cambiate il sistema, negando voti e consensi a chi non accetta un vincolo di mandato.