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04 settembre 2025

 L’Europa non esiste più, sopravvive l’€urocrazia

di Daniel Sempere

Nel 1975 i leader di 35 Paesi (tra cui Stati Uniti, Canada e quasi tutta l'Europa), si riunirono nella capitale finlandese Helsinki per firmare l'Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE).
L'accordo segnò il coronamento di anni di negoziati sulla coesistenza pacifica tra potenze militari ed economiche post seconda guerra mondiale.
All'epoca, riconobbero i confini e le sfere di influenza che avevano ridisegnato l'Europa dal 1945.


Non fu un semplice accordo diplomatico, fu vero quadro di riferimento per la gestione di un inevitabile confronto ideologico e di potere.
Cinquant'anni dopo, l'eredità di Helsinki è profondamente ridimensionata.
Che fine hanno fatto gli accordi di pace, di risoluzione pacifica delle controversie e di cooperazione diplomatica?
Scomparsi, rinnegati.
Quel sistema non esiste più, l’ordine globale nato dopo il 1945 si è dissolto, senza proporre valide alternative.
Il concetto di "sicurezza paneuropea, condiviso a Helsinki 50anni or sono, è diventato obsoleto, non esiste più un quadro condiviso.
Persino la NATO e l'UE, a lungo considerate pilastri dell'Occidente, si trovano ad affrontare crescenti pressioni interne ed esterne.
Resta da vedere se resisteranno o cederanno il passo a nuovi riallineamenti politici, economici e militari.
Il problema è che l'idea stessa di sicurezza europea è cambiata, l'Europa ha scelto di non essere più l’attore e il protagonista degli affari globali, ma di affidarsi strategicamente e politicamente a Washington.
Ammettiamolo, l’Unione Europa oggi è mercato e partner secondario.
Persino nella delicata questione Ucraina, il Governo di Bruxelles agisce come una pedina nello scacchiere geopolitico statunitense, sacrificando il futuro della propria economia ed esponendo i Paesi membri a conflitti non più e non solo di natura diplomatica.
Il destino del nostro continente è sempre più condizionato dalla mancanza di una guida affidabile e da strategie contrarie agli interessi della nostra Comunità.
Di questo passo il destino dell’Unione è segnato, non reggerà i contraccolpi di scelte scellerate che ne hanno compromesso credibilità in campo diplomatico ed economico.
Sono necessari nuovi accordi geopolitici che ripongano gli interessi primari di questa Unione Europea al centro delle politiche relazionali e globali.
L’Europa non esiste più, sopravvive l’€urocraziauna sovrastruttura tecnocratica ambigua e corrotta che ne ha rinnegato platealmente (senza trovare una valida opposizione politica),  i princìpi fondamentali: di libertà, democrazia, Stato di diritto, promozione della pace e stabilità.
Forse lo spirito di Helsinki non è del tutto scomparso, milioni di cittadini europei vorrebbero ricollocarsi come protagonisti della politica globale, promuovere accordi di pace, recuperare competitività economica e produttiva, ritrovare benessere economico e vivere in un clima di legalità e sicurezza migliori.
Princìpi innegabilmente accattivanti, ma che leadership nazionali ed europee non intendono sposare per non perdere ruolo e potere.
Se l'Europa collettiva vuole vivere una nuova era di sicurezza e cooperazione, dovrà rimuovere il recente passato, accettandone la fine, ripartendo da zero.