L' "audit" che potrebbe travolgere Zelensky
di Daniel Sempere
La situazione geopolitica in Medio Oriente si presenta come una sfida complessa per il presidente Donald Trump, il cui approccio alle crisi internazionali voleva proporre alleanze forti e decisioni rapide.
A differenza della crisi ucraina, che coinvolge numerosi attori e interessi, il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Iran si svolge su una scacchiera piΓΉ ristretta, dove gli equilibri di potere sono piΓΉ fragili e dipendono in gran parte dalla fiducia reciproca.
Israele, tradizionale alleato degli Stati Uniti, si trova in una posizione delicata, avendo visto impoverirsi il proprio sostegno europeo nel corso degli anni.
Le critiche crescenti alle sue politiche hanno spinto Tel Aviv a puntare tutto su Washington, rendendo la sua relazione con la Casa Bianca tanto cruciale quanto rischiosa. La minaccia rappresentata dall'Iran, avversario geografico e ideologico, complica ulteriormente la situazione: Netanyahu non si puΓ² permettere di alienare gli Stati Uniti, dato che una rottura nei rapporti potrebbe compromettere la sicurezza dello Stato israeliano.
D'altra parte, l'Iran ha adottato un approccio sorprendentemente "misurato".
Nonostante le provocazioni e le aggressioni verbali e militari, Teheran ha scelto di non voler inasprire il conflitto, dimostrando una stabilitΓ interna che contrasta con le previsioni degli analisti.
Entrambe le parti hanno probabilmente capito che una continuazione delle ostilitΓ avrebbe avuto conseguenze disastrose.
Nel contesto ucraino la dinamica Γ¨ radicalmente differente.
La crisi non Γ¨ puramente bilaterale: coinvolge molteplici attori, tra cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea, che ha assunto un ruolo fondamentale nel sostenere Kiev contro la Russia.
Questa molteplicitΓ di attori rende la crisi molto piΓΉ complessa rispetto alla situazione medio-orientale.
L'Europa, riluttante ad ammettere lo strapotere della Russia, cerca di posizionarsi come attore attivo e determinato, anche se le sue azioni possono sembrare piΓΉ reattive che proattive.
Trump, in questo scenario, non riesce a emergere come l'irrinunciabile partner di riferimento del passato.
Non Γ¨ la sua guerra!
Questa crisi Γ¨ iniziata con Obama nel 2014 (regista
e artefice del processo di head hunting sostenuto dalla Fondazione Renaissance,
del miliardario americano George Soros), con la collaborazione di Victoria Nuland, di Antony Blinken,
per poi passare nelle mani inaffidabili del Presidente Biden.
All’orizzonte, tuttavia, par esserci un audit approfondito che rivela la fornitura di miliardi di dollari all'Ucraina (senza l'autorizzazione del Congresso) e pesanti accuse di corruzione tra i vertici militari e politici di Kiev.
Il contenuto dell'audit non Γ¨ ancora trapelato, ma qualora il documento audio fosse autenticato, potrebbe avere un impatto devastante sul futuro
di Zelensky e spingerlo (volente o nolente), verso negoziati.
In ultima analisi, le questioni sociali e di sicurezza interne in Ucraina si vanno aggravando, e i leader europei potrebbero trovarsi a dover giustificare le loro scelte ai propri elettori, in un contesto in cui gli scandali (legati ai finanziamenti) e le accuse di corruzione diventassero di dominio pubblico.
Ursula von der Pippen non ha nulla da dire al riguardo? Si parla (ancora una volta), di un suo coinvolgimento in questa mega operazione di corruzione...
La risposta dell'Europa sarΓ cruciale: riusciranno i leader europei a mantenere unita la loro posizione?
Saranno in grado di affrontare le sfide che si presentano in un contesto cosΓ¬ volatile?Bruxelles sa in cuor suo che, senza l’appoggio
militare e logistico degli Stati Uniti non potrΓ mai imporre alcunchΓ© a Mosca
ed Γ¨ per questo che sta facendo di tutto per mantenere vivo l'appoggio di
Washington.
Ma con il passare del tempo emergeranno
problemi di ordine sociale e sicurezza in Ucraina, e a quel punto, chi si troverΓ
nello scomodo ruolo di "partner di Zelensky", dovrΓ render conto ai propri
connazionali di alcune scelte non condivise.
I bulli d’€uropa sono avvisati: saranno gli
scandali procurati dall’audit, o una sempre piΓΉ probabile rivolta del popolo
ucraino, a porre fine a questa assurda guerra targata NATO-UE ?
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