Immigrazione: Un Pericolo Imminente per l'Europa
di Daniel Sempere
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In Svizzera (Stato non membro UE) non hanno paura ad ammetterlo... |
Dalla primavera del 2015, milioni di migranti hanno varcato i confini dell'Unione Europea, in gran parte a causa di conflitti irrisolti e instabilità politica in Medio Oriente e Africa, accompagnati dal recente esodo dovuto al conflitto in Ucraina.
Secondo la Commissione europea, nel 2023 sono stati registrati 385.445 attraversamenti irregolari delle frontiere, segnando un aumento del 18% rispetto all'anno precedente. Questa tendenza preoccupante solleva interrogativi seri sulla capacità dell'Europa di gestire un afflusso così massiccio e, peggio ancora, sulla sua stessa identità culturale e sicurezza.
Dichiarazioni recenti di figure politiche di spicco, come Orban, Meloni, Trump, evidenziano l'urgenza di affrontare questo problema.
"L'immigrazione sta uccidendo l'Europa" ha affermato il Presidente Trump, durante la sua recente visita in Scozia.
Parole che non vanno considerate come una provocazione, ma come un appello a tutti i leader europei affinché affrontino il problema e agiscano.
Questa massiccia e irrefrenabile ondata migratoria va fermata, prima che sia troppo tardi.
Non siamo contrari ad accogliere profughi di guerra, richiedenti asilo politico o cittadini stranieri che presentino regolare passaporto e dispongano di regolare visto di soggiorno per motivi di studio o lavoro, ma è necessario porre fine a questa orribile invasione di irregolari, tra i quali si nacondono individui della peggior specie: estremisti, soggetti che sfuggono alla giustizia del proprio Paese e persone con disturbi mentali.
L'inerzia del nostro Governo, e più in generale dell'Unione Europea, è destinata a portare con sè conseguenze disastrose.
Le reazioni alla crisi migratoria in Europa sono state variegate e, in molti casi, contraddittorie.
Inizialmente, alcuni Paesi avevano mostrato apertura verso i richiedenti asilo, ma nel tempo, e soprattutto in risposta a minacce percepite per la sicurezza nazionale e il crescente sentimento anti-immigrazione, molti Stati membri dell'UE hanno reintrodotto controlli alle frontiere e inasprito le leggi sull'immigrazione.
Questo cambiamento di rotta riflette una crescente sfiducia nella capacità di integrazione dei migranti e il timore di perdere l'identità culturale europea.
La questione dell'immigrazione può essere vista anche da una prospettiva geopolitica.
Il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha recentemente avvisato che il flusso incontrollato di migranti rappresenta una delle più gravi minacce per l'Europa, sottolineando il rischio che esso comporta per il "fondamento culturale dell'Europa".
Le parole di Vance amplificano l'urgenza di una risposta coordinata del mondo Occidentale.
È evidente che l'Europa deve ripensare le proprie politiche migratorie e stabilire misure efficaci per garantire che la situazione non dreni ulteriormente le risorse sociali ed economiche delle nazioni europee.
I trafficanti di esseri umani sono dei criminali sostenuti e finanziati da reti del crimine organizzato, che giocano un ruolo centrale nello sfruttamento dei migranti, trasformandolo in un lucroso business illegale, a bordo di potenti motoscafi o di cavalli di Troia come la Open Arms.
Al diavolo gli sconsiderati appelli delle sinistre €uroinomani...
La storia ci ha insegnato che ignorare crisi come questa porta a conseguenze devastanti.
Chi si azzarda a definire questa emergenza come "percezione" (Sindaco Sala), o è in malafede o risiede in una comfort zone inaccessibile a chi vive la vita reale.
Agire ora significa salvaguardare non solo la sicurezza, ma anche la coesione e l'identità culturale dell'Europa.
È tempo di adottare una strategia efficace, basata su un reale riconoscimento della complessità del fenomeno migratorio, eliminando le paure infondate e concentrandosi su soluzioni sostenibili.
L'Europa è a un bivio e la risposta degli attuali leader non può più essere procrastinata.
Il futuro del continente dipende dalla capacità di affrontare prontamente la crisi migratoria, prima che sia troppo tardi.
La posta in gioco è alta: l'identità, la sicurezza e la stabilità dell'Europa stessa.