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28 luglio 2025

Corruzione in ambito UE: chi sorveglierà i sorveglianti?

di Daniel Sempere

"Quis custodiet custodes?"

Questo è l'interrogativo con cui 
Giovenale denunciava gli abusi di potere della nobiltà romana: 
"Chi sorveglierà i sorveglianti ?".
Un recente sondaggio dell'Eurobarometro, pubblicato questa settimana, offre uno spaccato inquietante della situazione attuale della corruzione nell'Unione Europea. 
Con il 69% dei cittadini che percepiscono la corruzione come un fenomeno diffuso nel proprio Paese, la fiducia nelle istituzioni e nei meccanismi di controllo sembra scricchiolare sotto il peso di una insoddisfazione sempre più condivisa. 
Nonostante gli sforzi delle autorità europee, oltre la metà degli intervistati (il 51%), considera inefficaci le misure anticorruzione e dubita della loro imparzialità,  sostenendo che il problema sia particolarmente radicato tra i partiti politici.
Le cifre parlano chiaro: in Grecia, il 97% dei cittadini avverte la presenza della corruzione, seguita dalla Croazia con il 92% e dal Portogallo con il 91%. 
A questo proposito, è lecito chiedersi quale sia l’efficacia delle politiche messe in campo per affrontare un problema che sembra così radicato. 
Al contrario, Paesi come la Finlandia e la Danimarca emergono come modelli virtuosi, con percentuali decisamente più basse, attestandosi rispettivamente al 21% e al 28%. 
Tuttavia, il trend è preoccupante, lo scetticismo nei confronti delle istituzioni, come dimostra la diffusa percezione, è in costante aumento.
Un dato interessante è rappresentato dal fatto che ben l'80% degli intervistati ritiene inaccettabile offrire denaro ai servizi pubblici in cambio di favori, soprattutto in Paesei storicamente filo€uropeisti come Portogallo, Italia, e Francia. 
Nonostante la quasi unanime condanna sociale del fenomeno, il Parlamento Europeo, le autorità giudiziarie nazionali e gli organi preposti, come l'Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), sembrano poco propensi a vigilare nei confronti di amministrazioni politicamente impegnate nel conseguimento degli obiettivi ideologici dell'agenda 2030 (vedi Roma, Torino, Milano, Bologna, Firenze...)
Una sorta di  barriera invalicabile, di natura giuridica e politica, si erge a protezione della classe politica €uropeista. 
È  deprimente notare come, nonostante l’alta consapevolezza del problema, che ha toccato livelli inimmaginabili nella questione Ucraina, non si riesca a condurre indagini approfondite e a perseguire i responsabili. 
Uno scudo penale pare proteggere le istituzioni coinvolte, minando la credibilità e la sopravvivenza democratica dell'Unione stessa.
Il sondaggio promosso dall'Eurobarometro è  un serio campanello d'allarme,  un invito all'azione per governi e istituzioni europee. 
"Chi sorveglierà dunque i sorveglianti? "
La lotta alla corruzione non può limitarsi a colpire i beneficiari ultimi di questo radicato malcostume.
I cittadini europei sono ostaggi di un'€urodittatura  sapientemente  dolosa, costruita su fondamenta tecnocratiche, gestite da banchieri, finanza speculativa, massoneria, multinazionali e dottrina politica
Dichiararsi €uropeisti oggi, equivale all'essere membri o complici di questa associazione a delinquere. 
Possono i vertici di questa complessa sovrastruttura garantire un'adeguata vigilanza di sé? 
Ovviamente no! 
Impossibile smantellare dall'interno questo macrosistema dopato, non ci resta che abbandonare questa Unione a delinquere e ripartire dalle fondamenta, ricordando che: 
"La nostra è una repubblica parlamentare, il cui governo, eletto democraticamente mediante sistema elettorale, agisce in  rappresentanza e tutela della volontà popolare" 
Presidente Mattarella, onorevoli membri dell'esecutivo di governo... non dimenticatelo!