Il Colore Del Potere
di Daniel Sempere
Il malcapitato Trump, il candidato che ha basato la sua campagna elettorale sulla fine dei conflitti e delle ostilità nel mondo, si ritrova prigioniero, suo malgrado, dei signori della guerra, ostaggio di guerrafondai spietati cui non importa nulla dei danni collaterali o di un eventuale Armageddon.
La guerra non si combatte solo sul fronte ucraino o palestinese, è una guerra aperta che contrappone il New World Order contro il resto del mondo.
Il sionismo globale ha ottenuto la guerra che voleva e probabilmente la vincerà sul terreno dello scontro militare, ma alla fine soccomberà.
Chi è convinto che, battendo il governo sciita dell'ayatollah Khamenei, tornerà la pace è un illuso.
Perché il desiderio di morte per arabi, musulmani e persiani si ritorcerà presto contro l'Occidente, con tutta la rabbia possibile.
Molte nazioni inorridiscono di fronte alla minaccia americana e israeliana contro l'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran.
Falsare i risultati elettorali dei Paesi aderenti alla NATO o mettere a nudo l’inadeguatezza del regime iraniano non può esimere la coalizione Occidentale da responsabilità oggettive nell’interferire politicamente (Romania, Moldavia, Slovacchia, Georgia…) e militarmente (Ucraina, Yemen, Palestina, Iran) in Paesi non allineati.
Vivremo un effetto domino devastante.
Il radicalismo aumenterà negli Stati Uniti, in Europa, in Medio Oriente e si espanderà fino all’Oceania.
Vedremo l’orgoglio sciita e musulmano scatenare rivolte nelle nostre città, voleranno droni e razzi, al minimo incidente verranno bruciate auto, devastati negozi.
I suprematisti bianchi, quelli convinti che valga la pena sostenere la guerra per la supremazia nucleare di Israele, rimuoveranno libertà consolidate in favore di una sorveglianza preventiva.
Vivremo scontri serrati e ipocriti tra Repubblicani e Democratici, tra Progressisti e Conservatori.
Cina e Russia resteranno a guardare, non dovranno nemmeno combattere per raccogliere i cocci di quello che rimarrà dell’Occidente.
Questa “folle e progettuale” divisione tra Occidente e resto del mondo porterà con sé conseguenze disastrose per noi comuni mortali.
Non è la religione, non è il colore della pelle o il colore politico a renderci differenti… è il colore del potere e del denaro che fa la differenza.
Probabilmente la questione etnica, razziale e religiosa è superata, ma quella che l’ha sostituita è più subdola e pericolosa...