📌𝐁𝐥𝐨𝐠 𝐝𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥-𝐬𝐞𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞𝟏 © 𝟐𝟎𝟐𝟓 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐆𝐧𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐨𝐧𝐬 - 𝐂𝐂 𝐁𝐘-𝐍𝐂 𝟒.𝟎

06 marzo 2025

Costi e benefici

 di Daniel Sempere

Per i sostenitori della guerra per procura contro la Russia, è opinione comune che Trump abbia tradito l’alleato €uropeo e si sia schierato con il nemico cattivo.
Colgo questa convinzione, nonostante le scottanti rivelazioni emerse sulle origini della crisi ucraina.
C’è addirittura chi etichetta come "deliberata provocazione" la battuta di Trump all'arrivo di Zelensky: “Alled shut he's all dressed up today!”, battuta rivolta pochi secondi prima da un giornalista, mentre l'ospite scendeva dalla macchina, e che i media nostrani sono riusciti a storpiare per renderla ancor più maliziosa.
Errori di traduzione? Non credo.
Allego...


C’è poi chi azzarda l’ipotesi dell’imboscata e qui, signori miei, troviamo le eccellenze dell' €urodemenza italiana, quelle con l'espressione di chi ha fiutato agguati e trame della serie Beautiful.
Chi  ha avuto invece la pazienza di visionare l'intero video, si sarà accorto che dopo un primo e cordiale scambio di battute, Zelensky ha iniziato a polemizzare a ogni tentativo del presidente Trump di accennare "favorevolmente" ai negoziati con la Russia.
Vero è che il Tycoon non ha risparmiato critiche al suo predecessore (Joe Biden), del resto è noto che Sleepy Joe fosse restio ad avviare azioni diplomatiche per risolvere la crisi, anzi, la scomoda posizione del figlio Hunter in terra ucraina, nonché la spinosa questione del colosso della cybersecurity Crowdstrike, suggeriva un sostegno incondizionato all’Ucraina.
Per chi non lo sapesse, Crowdstrike è una società finita sotto i riflettori nel 2019, quando l'allora presidente degli Stati Uniti Trump, contattò telefonicamente il neo eletto presidente ucraino Zelensky per congratularsi. 
Nel corso della telefonata, il leader statunitense  chiese la collaborazione di Zelensky per andare a fondo sui responsabili della violazione dei suoi sistemi informatici, condotta nel 2016 da un gruppo di hacker con sede in Ucraina,  per conto del Partito democratico americano .
                                                                                               
(estratto della traccia telefonica)
📞(Trump)  "Vorrei  che ci facessi un favore, perchè il nostro Paese ne ha passate tante e l'Ucraina ne sa molto. Vorrei che scoprissi cosa è successo... parlano di "Crowdstrike"... Il server dicono che ce l'ha l'Ucraina. Penso che ti stia circondando di alcune delle stesse persone. Vorrei che il Procuratore Generale andasse a fondo della questione..."
📞 (Zelensky) "Sì è molto importante per me quello che hai appena menzionato... Siamo aperti a qualsiasi futura cooperazione. Siamo pronti ad aprire una nuova pagina sulla cooperazione nelle relazioni tra Stati Uniti e Ucraina..." 
Ricorderete che i media di tutto il mondo indicarono cyber criminali russi dietro quell'intrusione informatica, nel tentativo di inquinare la sua campagna elettorale.
Ebbene, nonostante l’apparente disponibilità del leader ucraino, quelle prove documentali non vennero mai fornite, sebbene giacessero nei server del Ministero ucraino.
Chi poteva aver interferito nel 2019, a pochi mesi dalle presidenziali USA-2020 (poi vinte da Biden), nel bloccare delle prove che avrebbero causato uno scandalo a danno del partito democratico?
👍Esatto...!
Ma torniamo a bomba sullo scontro nella Stanza Ovale.
Il feeling tra Trump e Zelensky non poteva essere alle stelle dopo quell'inspiegabile dietrofront.
Nonostante le premesse, ovviamente sconosciute ai fan del presidente ucraino,  Trump e Vance hanno tentato di focalizzare la comune attenzione sulla soluzione della crisi e sugli accordi di pace.
Purtroppo la vena polemica di Zelensky, giunto alla Casa Bianca con l'intento di offrire al mondo uno spot virale in favore della sua causa,  lo ha portato a trascendere, a  definire Vladimir Putin "a killer and terrorist”, giurando che non ci sarebbero stati “of course no compromises with the killer about our territories”.
Nel suo delirio paranoico, sovrastando gli interventi dei suoi interlocutori, ha aggiunto con toni sempre più minacciosi: "Unless Trump helps him, because... then the Russian leader will invade the Baltic states, to bring them back into his empire... which would drag the United States into war, despite the great ocean that protects the United States from Europe... your soldiers will fight!"
Trump, seppur visibilmente preoccupato e indispettito per i toni inappropriati dell'ospite, non lo ha interrotto, nè ha sollevato obiezioni.
L’unico accenno critico lo ha rivolto a un giornalista, che gli ha chiesto cosa ne pensasse del rifiuto di Zelensky di scendere a compromessi.
"Certamente dovrà scendere a dei compromessi! Ma si spera che non siano così grandi come alcuni pensano. Noi continueremo a sostenere militarmente l'Ucraina”.
Ma il copione  scelto dal leader  ucraino, a quanto pare, non coincideva con quello  suggerito formalmente nell'invito: "Concordare soluzioni di pace per porre fine alla guerra, attraverso il dialogo e la diplomazia."
Nei 40 minuti successivi i toni si sono surriscaldati, al punto che l’ospite ha perso la calma e ha sfidato Vance: "What kind of diplomacy, J.D., you are speaking about? What do you mean?".
Fermiamoci qui, credo basti e avanzi.
Zelensky ha dimostrato al mondo di essere ostile a qualsiasi negoziazione con la Russia, al punto da rimproverare il suo stesso maggior sponsor e finanziatore.
Sopportare certi sermoni da chi ha sperperato gli aiuti americani in sfilate di moda e fabbriche di calzini,  dando priorità alle sue tasche e a quelle dei suoi compari (anzichè porre fine alla guerra o salvare vite ucraine), francamente non dev'essere facile. 
Le falsificazioni e le bugie emerse in questo  show, rivelano la vera natura e le reali intenzioni del presidente ucraino.
Dovrei aprire un capitolo a parte per smontarle una a una, ma non credo ne valga la pena.
L’effetto dirompente, di questo spiacevole incidente, ha diviso gli stati d’animo degli osservatori:
  • chi considera la pace come obiettivo prioritario di una disputa nata negli USA stessi;
  • e chi ritiene sia doveroso continuare a sostenere l’Ucraina, con o senza il sostegno degli Stati Uniti, pur sapendo che un’iniziativa del genere potrebbe generare un Armageddon.  
In ogni caso l'atteggiamento ostile di Zelensky  non favorisce negoziati di pace e, nonostante gli appelli al riarmo degli €uropeisti più miopi, è assai probabile che anche Bruxelles debba abbassare i toni e riconsiderare costi e benefici di una sfida che ci vedrebbe comunque perdenti.

Tempo al tempo, ma Lei Primo Ministro, on. Giorgia Meloni, non perda l’occasione di entrare di diritto nella storia, come la Presidente del Consiglio Italiano che contribuì a evitare una guerra.